È l’Inghilterra a lasciarsi andare ad un lungo pianto dopo la finale dei Mondiali d’Australia e Nuova Zelanda tenutasi in data odierna a Sidney: delusione in volto per l’ultimo passo mancante, non è riuscita a sfuggire alla furia delle Rojas, uscite vittoriose dal match finale grazie all’1-0 al 29′ del difensore Carmona.
Sono loro a vincere la Coppa del Mondo contro le campionesse d’Europa in carica.
Ad armi pari da inizio gara (considerando il titolo mondiale mai raggiunto da entrambe le parti), le inglesi hanno spinto, trovando la stessa reazione delle sfidanti in termini di pressing, ma non tutta la formazione ha dimostrato di riuscire a tener botta come sempre.
Stanway (che aveva regalato i primi tre punti alle Lionesses durante le fasi iniziali del mondiale) è entrata ben poco in partita (ci si riferisce al primo tempo, in modo particolare). La luce della centrocampista dell’ex Man City, ora Bayern Monaco, che è solita distinguersi, in questo caso non era intensa.
Per la capitana Bright è piena mediocrità: brava a tratti nella difesa, con difficoltà di controllo davanti alla superiorità numerica nello stretto delle Rojas.
Pressante Carter, anche se leggermente sottotono, forse, in una gara così importante (complice, probabilmente, la tanta emozione, oltre che la prestigiosa giocata della squadra opposta). Nonostante tutto, dimostra grinta e caparbietà fino all’ultimo secondo. 7
Le inglesi vanno a un passo dalla rete con Hemp, che dal limite prende in pieno la traversa nel primo half: bella la giocata di quest’ultima e utili i palloni da lei sfruttati, nonostante nessun segno. Abbastanza ok, inoltre, nel recupero del possesso, intenso in tutti e due i tempi regolamentari. Ammonizione a parte, è sicuramente tra le meno peggio in campo di quest’oggi. Più che sufficiente.
Kelly poco propositiva: non buonissimi i tempi di risoluzione nelle fasi problematiche, dimostra meno aggressività del solito. È un 5,5.
Bronze irriconoscibile: tanti i palloni buttati, pochissime le azioni utili alla ripartenza inglese. 4! Le fa compagnia Russo, abbastanza invisibile durante tutta la faccenda.
Kelly anello un po’ debole: ha tanto spazio ma non lo sfrutta. Peccato. 4,5
Greenwood senza paura! Attacca duramente la parte opposta, senza tirarsi mai indietro: gioca palla e non la spreca. 7,5
Toone e Daly sono fisicamente in campo ma un po’ meno con la testa: indecisione sui movimenti, con autostima inversamente proporzionale alla tecnica (dimostrata in percentuale maggiore dalle iberiche). Complessivamente la loro prestazione non evita la mediocrità.
Walsh concede alle avversarie una possibilità di raddoppio che si poteva evitare! In linea generale, si rivela un malus, non solo tattico. Fa quello che NON deve fare. 3
Tra varie mediocrità, almeno c’è Earps, che salva la porta molteplici volte, mettendo una pezza a quelli che sono gli errori (evitabili) delle compagne: prende un goal al primo tempo, si, ma recupera impedendone un altro su dischetto. A lei va gran parte del merito per un risultato che poteva farsi molto più complicato e non lo è stato. Meritato anche il Golden Glove consegnatole durante la premiazione. 8
La ct Wiegman lascia, in ogni caso, un altro forte segno al calcio femminile globale, dopo la grande esperienza agli europei. Non da bocciare la sua gestione, ma, in questo caso, è mancata la valorizzazione delle capacità individuali.