Megan Rapinoe, centrocampista e ala statunitense classe 1985, è ad oggi una delle figure più rappresentative del movimento calcistico femminile mondiale sia per le proprie prestazioni nel campo da gioco ma anche per il suo impegno in materia di diritti civili.

Ha iniziato a far parte della federazione calcistica degli Stati Uniti dal 2002, giocando nell’Under16 con cui partecipò agli United States Youth Soccer Association International Tournament a Houston nel maggio 2003. Nello stesso anno è entrata nell’Under20 (ci resterà fino al 2005) ottenendo 9 goal in 21 presenze totali.
Nel 2004 è stata, inoltre, tra le componenti della squadra che ha giocato per le qualificazioni del campionato CONCACAF segnando 3 goal. Ottenuto l’accesso ai Mondiali che in quell’anno si sono disputati in Thailandia, poi, è andata a segno per altre tre volte (una di queste proprio durante la finale per il terzo posto contro il Brasile).
Il 2019 l’ha consacrata tra le stelle del calcio femminile a livello mondiale: a luglio ha segnato il goal dell’1 a 0 nella finale contro i Paesi Bassi nei mondiali di Francia vinti proprio dagli States, a dicembre ha vinto il Pallone d’Oro come migliore giocatrice dell’anno.

Nel 2019 le è stato anche assegnato il titolo di personaggio sportivo dell’anno per la rivista Sport Illustrated in quanto famosa non solo come atleta ma anche come attivista dal pensiero progressista e portavoce di chiunque nello sport combatta per ottenere pari opportunità e diritti. Proprio per questo, dopo la vittoria ai Mondiali, ha affermato a chiare lettere di non voler presenziare alla Casa Bianca in un momento storico in cui Trump era Presidente. Le politiche anti immigrazione e il clima di intolleranza xenofoba verso le minoranze sono quanto di più lontano dagli ideali di Megan (e di altre stelle dello sport americano).
La Rapinoe da anni è una delle massime rappresentanti del movimento LGBTQ+ americano e mondiale. E’ fidanzata ufficialmente con Sue Bird, ex playmaker medaglia d’oro della Nazionale  USA di basket e assieme a lei ha lanciato “A Touch More”, una casa di produzione che si concentra sulle storie di persone che fanno del progresso della cultura la propria missione di vita.
Altri argomenti che stanno a cuore alla campionessa sono l’Equality Pay e il razzismo. L’Equality Pay, la pari retribuzione tra uomini e donne nel calcio sia americano che mondiale, è un argomento molto sentito e combattuto con prese di posizione concrete (scioperi, litigi accesi e class actions). Affianco a lei in questa battaglia spicca anche il nome di Alex Morgan, altra stella del calcio statunitense, la calciatrice più pagata al mondo negli Orlando Pride (ma nonostante questo il suo stipendio è comunque di molto minore a quello di Leo Messi).
Per quanto riguarda il razzismo, al Fifa Best 2019, invitata sul palco ha parlato apertamente della tematica invitando anche i top players degli altri paesi, che non sempre spiccano per interesse  sull’argomento, a fare lo stesso.
Si tratta, d’altronde, di messaggi che andrebbero condivisi giornalmente dentro e fuori dal campo.

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.