“Devo migliorare ancora tanto, non bisogna mai essere soddisfatti”: sono le parole di Cristiana Girelli dopo la partita con la Bosnia del 22/09/20.
Parole importanti, che racchiudono tutta l’essenza del numero 10 della Nazionale azzurra e che spiegano la differenza tra i campioni e chi è semplicemente brava.
Il calcio è una questione di mentalità: non basta il talento, bisogna allenarsi, non porsi limiti, guardare chi è migliore di te e non essere mai soddisfatti.
Lo sa bene Cristiana Girelli, stella della Nazionale Italiana e della Juventus, classe 1990 e veterana di un movimento -quello del calcio femminile in Italia- che ormai ha conquistato sempre più appassionati e tifosi, grazie soprattutto a quel Mondiale di Francia del 2019 dove l’Italia ha stupito e convito, lasciando la competizione solo ai quarti di finale e contro l’Olanda.
Chi mastica un po’ di calcio femminile, sa che l’Olanda è una Nazionale forte, farcita di talenti e che negli ultimi anni ha dimostrato di essere una top di classe.
Quel giorno, in campo, quando l’Italia ha perso, c’era anche Cristiana Girelli, con il suo caratteristico 10 sulle spalle, la voglia di dimostrare e la testardaggine di chi non vuole arrendersi mai.
La storia calcistica di Cristiana inizia a Nuvolera -dove oggi è cittadina onoraria- quando ha 6 anni. I Pulcini del Nuvolera Calcio erano una squadra composta da tutti maschietti più Cristiana, ma a lei non importava perché, come ha detto più volte, il calcio per lei è sempre stata una passione, mai un’ossessione.
Passava tutti i pomeriggi in oratorio, con la spensieratezza tipica dei bambini e delle bambine che giocano solo per divertirsi, con la testa immersa nei sogni, le ginocchia rovinate e i piedi sempre pronti a calciare un pallone di una marca indefinita.
Poi è arrivata la prima convocazione e da lì non si è più fermata.
In una intervista sul canale YouTube della Juventus, racconta che il suo primo goal lo ha segnato in un torneo che si chiamava “Saranno Famosi”, in provincia di Brescia, contro il Montechiari.
Ha segnato in rovesciata, andando a prendere la palla in alto, tentando un’acrobazia, perché alcune traiettorie attraversano la nostra vita per un motivo.
Sugli spalti quel giorno c’era un osservatore del Verona.
“Guardate che io a giocare con le femmine non ci vengo” è stata la prima risposta di una Girelli adolescente. Fortunatamente ci hanno pensato i suoi genitori a farle cambiare idea. Inizia così la sua carriera con il Bardolino Verona e a 15 anni vince già il suo primo scudetto (era la stagione 2004/2005) a cui ne seguono altri 2. Già a quell’età, Cristiana sembrava destinata ad emergere, tecnicamente superiore alla maggior parte delle sue compagne e con una voglia di vincere sempre non comune.
Indossa la maglia del Verona fino al 2013, segnando 68 reti e conquistando anche tre Supercoppe e tre Coppe Italia.
Assieme ai trionfi con il suo club, viene convocata in Nazionale maggiore per la prima volta nel 2012, ma la sua prima partita la gioca il 6 marzo 2013 contro l’Inghilterra nel Torneo di Cipro.
“La maglia azzurra è la maglia più bella che si possa indossare” ha dichiarato in un video della FIGC e deve essere davvero così, soprattutto quando riesci a tagliare il traguardo delle 100 presenze in Nazionale, inserendo il tuo nome accanto a quello di Panico (che con 204 presenze guida questa particolare classifica), seguita da Morace, Zorri, Gama, Tuttino, Gabbiadini, Carta, Brenzan e Vignotto. Inoltre è una delle due calciatrici, insieme a Carolina Morace, ad aver realizzato una tripletta al mondiale.
Durante l’estate del 2013 si trasferisce poi al Brescia, dove esplode definitivamente, segnando 99 reti e vincendo 2 Scudetti, 2 Coppa Italia e 4 Supercoppe.
Dal 2018 indossa i colori della Juventus e mentre continua a segnare (sono più di 220 le reti messe a segno in serie A) e a vincere, la sua popolarità è aumentata notevolmente, così come la visibilità che è riuscita a portare e a dare al calcio femminile italiano a suon di goal, interviste e post su instagram che sanno di quotidianità e normalità.
Cristiana Girelli è infatti una calciatrice atipica, sia in campo sia fuori dal campo.
In campo, è uno di quegli attaccanti difficili da inquadrare: brava di testa, riesce a capire quando deve staccare e ha tempismo, una qualità rara nel calcio femminile. Le piace attaccare lo spazio ed inserirsi alle spalle della difesa oppure tagliare nel mezzo dei difensori, acquisendo così un vantaggio posizionale che spesso le permette di finalizzare con tranquillità, grazie soprattutto alla sua freddezza sotto porta.
Sembra proprio che la rete sia sua amica, così come il pallone che calcia, visto che finisce sempre alle spalle dell’ultimo difensore avversario. Tecnica e tenacia poi non le mancano.
Nonostante sia stata scelta come testimone del calcio italiano a Sanremo, diventando quindi il volto di questo movimento che sta esplodendo e continua a crescere sempre di più, della sua vita privata si sa poco. Sui social non fa che cantare il suo amore per la sua nipotina Chicca ma tutto il resto non viene mostrato, resta privato, ed è un comportamento atipico per chi vive la propria vita sotto i riflettori.
Atipica come la risposta che ha dato ogni volta che le viene chiesto chi è la sua giocatrice preferita.
Cristiana risponde che non ha mai avuto un idolo, del resto nemmeno voleva giocarci con le ragazze.
Il calcio femminile dei primi anni 2000 non è mai divenuto una moda o particolarmente conosciuto.
Ultimamente però, ha dichiarato che ha iniziato ad apprezzare Dzsenifer Marozsan, una giocatrice tedesca che ricopre il suo stesso ruolo. La ammira per il modo in cui interpreta le partite, per la sua intelligenza tattica e la sua tecnica.
Una risposta atipica, ma il calcio non è fatto solo di riflettori e nomi in primo piano.
“Quando penso al calcio penso a quel profumo di erba bagnata e al rumore dei tacchetti quando esci dallo spogliatoio”
Una definizione semplice e pura di calcio, che immediatamente riporta ai ricordi dell’infanzia, alle prime partite, agli abbracci condivisi.
Al Mondiale che si disputerà questa estate in Australia e Nuova Zelanda, ci sarà sicuramente anche Cristiana Girelli, con la sua atipicità, pronta ad aiutare la Nazionale azzurra, sperando di continuare quel sogno interrotto ai quarti di finale nel 2019.
“Devo migliorare ancora tanto, non bisogna mai essere soddisfatti”
Erano state le parole di Cristiana Girelli.
Quella partita aveva segnato una tripletta.
Ma i campioni sono così: non si accontentano mai.