Mackenzie Arnold parla delle sue gesta eroiche contro la Francia, della convinzione che l’Australia possa vincere la Coppa del Mondo femminile FIFA e degli eccezionali tifosi che sostengono la sua squadra.

Mackenzie Arnold è alta 1,65 m, è un’ex atleta delle Aussie Rules, è una combattente ed è, a suo dire, mentalmente forte.  L’invito a lasciare le Matildas, tuttavia, ha scosso le sue barriere emotive.
La Gold Coaster era stata un’atleta internazionale dell’Australia per oltre un decennio.  Aveva partecipato a due Coppe del Mondo FIFA. Un anno fa, quella che Arnold aveva previsto come la sua grande occasione, si è trasformata nel punto più basso della sua carriera.
L’Australia stava perdendo 1-0 all’intervallo contro la Spagna. Tony Gustavsson le disse che sarebbe andata in campo per una rara opportunità. Arnold ne subì sei in un massacro  che terminò per 7-0.

“È stata davvero dura, sia mentalmente che fisicamente”, ha detto della sua carriera internazionale fino a quel momento.
Sapeva che le probabilità di avere un’altra possibilità di rappresentare la sua nazione erano molto alte.
Che senso aveva fare viaggi di 60 ore andata e ritorno per amichevoli in casa in cui non avrebbe visto alcuna azione?

Tuttavia, Mackenzie Arnold non si è mai tirata indietro. Aveva un sogno. L’avrebbe inseguito ad ogni costo.
“Ero determinata a partecipare alla Coppa del Mondo”, ha detto. “Davvero determinata.”

Arnold ha poi inaspettatamente ricevuto e sfruttato un’altra opportunità.
Ha vinto il premio di MVP quando l’Australia ha conquistato la Coppa delle Nazioni davanti alla Spagna a febbraio, ha brillato per il West Ham United nella WSL e si è affermata, per la prima volta in 11 anni di faticosi sforzi, come primo portiere del suo Paese.
Tutto ciò avrebbe permesso ad Arnold di realizzare finalmente il sogno della Coppa del Mondo e questa sera lo ha reso una fantasia indescrivibile.

Gli eccezionali riflessi della Arnold hanno ripetutamente punito una Francia favorita nei tempi regolamentari e supplementari.
In seguito è stata protagonista di uno dei più drammatici calci di rigore della storia del calcio: due parate le hanno dato la possibilità di portare l’Australia in semifinale.
Non ci è  riuscita ma, nonostante ciò, come se ne andasse della sua carriera, la Arnold ha trasformato la devastazione in delirio, respingendo un altro rigore e staccando il biglietto per l’Australia Stadium.

“Sono senza parole in questo momento”, ha dichiarato Arnold alla FIFA.
Sono un po’ sopraffatta. Direi che è uno dei giorni più belli della mia vita. Ma la sensazione più grande è l’immenso orgoglio. Sono così orgogliosa di essere australiana in questo momento, sia per la squadra che per i tifosi.
È stato un po’ un ottovolante, non l’ho ancora elaborato. Non ho ancora elaborato il tutto. Sono felice di aver fatto quello che dovevo fare per le ragazze. Purtroppo ho sbagliato [il mio rigore], il che è un po’ deludente e qualcosa a cui probabilmente ripenserò.
Ma come ho detto, sono felice di aver fatto quello che dovevo per le ragazze.
E il fatto che si siano strette intorno a me dopo che l’ho sbagliato è stato irreale da parte loro”.

Arnold è entusiasta che le Matildas abbiano raggiunto le semifinali per la prima volta (avevano perso tre volte nelle ultime otto) ma vuole di più:
“Penso che possiamo vincere”, ha sottolineato. “Credo che nessuno sarebbe qui se non pensasse di poterla vincere. Cerchiamo di prendere una partita alla volta. Festeggeremo questa partita per un po’, ma il tempo passa in fretta, quindi domani analizzeremo la partita e guarderemo alla prossima”.

La fiducia della ventinovenne è dovuta al sostegno dei suoi tifosi: “Non riuscirei nemmeno ad esprimerlo a parole”, ha detto, stupita.
“L’Australia, onestamente, è stata un 12° uomo per noi in tutto il torneo. Questa è una serata che non dimenticheremo per molto tempo. Un ringraziamento speciale a loro. Sono stati irreali. Sono orgogliosa di essere australiana”.

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.