Clamoroso in Spagna: le arbitre scioperano e bloccano l’inizio della Liga F, il primo campionato professionale il cui inizio era previsto nello scorso fine settimana. Le motivazioni sono più che condivisibili: dato che si tratta dell’unica categoria non professionale, hanno chiesto alla LPFF, società che organizza il campionato, più garanzie contrattuali. Desideravano un sesto di quanto guadagna un arbitro della Liga spagnola (50.000 euro contro i 300.000 euro dell’arbitro del massimo campionato maschile). Ma la cifra non è lontanamente contemplata dalla LPFF che invece aveva proposto 3.300 euro per tutti i componenti dello Staff arbitrale (primo arbitro, assistenti e quarto uomo) senza uno stipendio fisso. Invece le arbitre vorrebbero 21.000 euro di stipendio fisso più un salario variabile che portasse il massimo che potrebbero guadagnare a 46.000 euro per chi arbitra tutte le partite.
Al momento l’offerta sarebbe di passare per l’arbitro da 300 euro a 1.650 euro a partita mentre le assistenti passerebbero da 160 euro a 825. Le arbitre potrebbero accettare il minimo di 19.800 euro per 12 partite arbitrate e passare a 24.750 per 15 partite mentre le guardalinee arriverebbero a 9.900 euro per 12 partite fino a 12.750 euro per 15 incontri.
Il collettivo arbitrale inoltre sarebbe disposto ad accettare che tale incremento fosse progressivo negli anni ma vuole partire da una base che garantisca i diritti di tutte le arbitre anche del quarto uomo, non contemplato nell’ultima offerta della LPFF.
Perciò tutte le partite della prima giornata della Liga F sono state rinviate e anche quelle della Coppa della Regina in cui dovevano giocare le squadre del principale campionato spagnolo. E sabato si dovrebbe tornare in campo ma la LPFF accusa la RFEF di strumentalizzare le arbitre per rovinare il campionato professionale, mentre la Federazione appoggia le rappresentanti degli arbitri in questa rivendicazione. Ma riesplode il conflitto che aveva già creato problemi nell’elaborazione del calendario. Il CSD appoggia le arbitre e cerca la mediazione ma, in questo quadro, ad oggi, ancora non ci sono novità per sabato e si rischia un nuovo rinvio. Le squadre si sono però dovute presentare in campo durante lo scorso fine settimana per poi osservare che non c’erano gli arbitri per poter svolgere l’incontro. Insomma un inizio in salita per il nuovo campionato spagnolo con tutte le parti in causa che cercano di arrivare ad un compromesso per garantire i diritti di tutti.
Anche gli arbitri professionisti si schierano a favore delle colleghe che ricevono la solidarietà di calciatori, alcuni club e di tante simpatizzanti. Ma non sembrano voler rinunciare a diritti sacrosanti come la maternità, il diritto ad essere retribuite anche in caso di infortunio e tutti i vantaggi di un contratto regolato dalla legge che hanno il diritto di avere. Mentre fino all’ultima giornata della scorsa stagione il pagamento veniva effettuato a chiamata e differiva a seconda del ruolo dell’arbitro in campo: guadagnava
Ci auguriamo perciò che la situazione si chiarisca al più presto e lo spettacolo abbia inizio.
Le arbitre hanno ragione.
Noi invece le nostre non le utilizziamo nemmeno, così evitiamo problemi.
Chissà a cosa servono le nostre?
Hai ragione Federico, speriamo ci sia più uguaglianza sia in Spagna che in Italia. Il calcio femminile può essere traino per una maggiore attenzione ai diritti nello sport e nella vita. Che ne dici?