La professionalizzazione della Primera Iberdrola vive una paralisi dovuta alla mancanza di consenso tra i club. Il CSD, organo legato al Governo, aveva approvato la professionalizzazione del campionato già per questa stagione ma tutto è stato rimandato al 2022-23. E i club avevano tempo fino ad oggi 15 settembre 2021 per presentare uno statuto condiviso tra tutte le società ma le proposte che sono arrivate all’ente sono state due. Una proposta è arrivata già il 27 agosto da 12 club tra i 16 del campionato, l’altra da 3 club. C’è stata quindi una proroga dal 31 agosto al 15 settembre per trovare l’accordo che però non è stato raggiunto. Perciò il CSD concederà altri 6 mesi per trovare l’accordo su un unico statuto e chiudere le negoziazioni tra i club, dopo bisognerà parlare con la RFEF per costruire la nuova Liga Ellas che dovrebbe partire dal 2022-23.
Sarà anche eletto un Presidente tra i membri nominati dai club, il CSD spera sia una presidentessa e mette sul piatto 31 milioni di euro per lanciare il nuovo campionato attesissimo da tutte le calciatrici spagnole e non solo, come apripista per il calcio femminile europeo.
Nel frattempo però Mediapro rescinde il contratto con l’ACFF, l’Associazione dei club di calcio femminile, per l’incertezza che si è venuta a creare per la creazione dello statuto del nuovo campionato. Per questa ragione, i club perderanno 2,5 milioni di euro solo in questa stagione e le tifose hanno potuto vedere le partite solo su Barça tv, Real Madrid tv e nelle tv delle Comunità autonome. Da Mediapro dichiarano “Noi abbiamo diffuso la competizione per anni, pagando i diritti per fare l’accordo e ora i responsabili non sono capaci di realizzare il campionato professionale”. L’accordo del 2019 era di 3 milioni di euro annuali, poi scesi a 2,4 milioni per l’uscita dal contratto del Madrid CFF che ha aperto un fronte legale con l’impresa. Poi la compagnia ha deciso di aumentare gli investimenti di 1,1 milioni di euro per i costi che i club dovevano assumere a causa della professionalizzazione. Ma la divisione dei club blocca anche l’arrivo di altri sponsor. I tre club fuori dall’accordo sono Barcellona, Real Madrid e Athletic Club, che sono fuori anche dall’ACFF, che invece ha pagato 1,6 milioni l’anno di investimenti.
Il modello previsto dal CSD prevedeva poteri eccezionali alla RFEF, come la possibilità di scegliere i tre candidati poi votati dai club, scegliere il vicepresidente e i rappresentanti nel comitato disciplinare ed economico. Inoltre il Presidente sceglierà la Commissione delegata anziché eleggerla per votazione.
Perciò i 10 club firmatari dell’accordo hanno proposto di abolire questi punti e hanno trovato l’accordo di Atletico Madrid e Sevilla, arrivando a 12 club su 16. Ma il quorum deve essere del 90% anche se in nessun’altra associazione sportiva si chiede questo tipo di maggioranza per le decisioni.
Si chiede di ampliare la platea degli sponsor e servirebbe un consenso assoluto, ma anche le Capitane come Alexia Putellas iniziano a stufarsi e dichiarano “Sembra che la firma per la professionalizzazione si sta ritardando più del dovuto. Ho la sensazione che si sta perdendo tempo, siamo dispiaciute” ha dichiarato la Best Player 2021 della Fifa.
Il salario minimo che era stato raggiunto nell’accordo collettivo dopo lunghe trattative è stato di 12.000 dollari mentre invece ne LaLiga lo stipendio medio raggiunge già tra i 20.000 e i 30.000 euro. La RFEF nel frattempo chiede un budget minimo di 1.5 milioni annuali per le squadre dal 2023-24 ma nonostante tutto questo la Primera Iberdrola è terza in Europa dietro solo alla Toppserien norvegese che ha un budget medio di 710.000 dollari e alla la Barclays FA Women’s Super League inglese che già raggiunge gli 813.000 euro ed è il campionato più ricco in Europa.
Insomma la strada è irta di ostacoli e l’ACFF dovrà iniziare a trovare accordi con le tre squadre ribelli Barcellona, Real Madrid e Athletic Club che stanno rifiutando qualsiasi accordo assieme al Madrid CFF.
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