Se a quindici anni ti allontani da casa e dai tuoi cari per trasferirti in una città distante migliaia di chilometri, le persone che ti accolgono hanno un’altissima probabilità di diventare la tua seconda famiglia.

La prima grande occasione

Era il 2012 quando Andrea Sánchez Falcón, classe ’97, da Arucas in Gran Canaria arrivava al Barcelona Femení per la prima volta. Per quanto l’entusiasmo guidasse la ragazzina di allora, non poteva bastare quello a prevedere con certezza i traguardi che in poco tempo avrebbe raggiunto: dopo un po’ di gavetta nella formazione riserve e altrettanta spola tra quella e la prima squadra, viene  definitivamente inserita in rosa e disputa il campionato di Primera División. Siamo nel 2013, anno fondamentale per lei: il 10 novembre fa anche il suo debutto in Champions League.

Ma anche dalla seconda famiglia a un certo punto bisogna staccarsi per crescere ancora: è il 2016 e Andrea vola a Madrid, l’Atlético la aspetta. Arriva da loro forte di tre campionati e due coppe vinte con il Barça; se ne andrà invece dalla capitale con tre stagioni e tre vittorie consecutive in campionato.

Il ritorno

Oggi, 2019, è tempo di tornare da chi l’ha vista crescere, e dimostrare quanto lontano l’hanno portata le solide basi su cui ha mosso i primi passi: e maglia blaugrana sia! A breve distanza dal rientro in squadra di Jenny Hermoso, infatti, il Barcelona Femení ha comunicato in questi giorni l’acquisto di Falcón: la centrocampista, reduce dal Mondiale in Francia, sta firmando con loro un contratto biennale e lascia quindi l’Atlético Madrid.

“Non sono più quella ragazza, ma ho più entusiasmo che mai e l’obiettivo di continuare con il club che mi ha dato la prima grande occasione della mia vita.

¡Adiós Atlético!, ¡Buenos días Barça!

Falcón rimarrà con il club catalano fino al 30 giugno 2021 e dà l’addio alle Rojiblancas con una dedica speciale allo staff medico che si è preso cura di lei durante il periodo del grave infortunio subito nell’aprile 2017: “La mia menzione speciale va allo staff medico: posso solo ringraziarvi per non avermi lasciato cedere nel momento più difficile della mia carriera fino ad oggi”.

“Non riesco a descrivere a parole l’emozione che mi dà questo ritorno. È come tornare a casa. Avevo quindici anni quando arrivai al Barcellona, e lasciai tutta la mia famiglia alle Canarie: a Barcellona sono cresciuta non solo come calciatrice ma anche come persona.