Alia Guagni è partita quest’estate per Madrid lasciando la Fiorentina di cui era capitano per rimettersi in gioco in una delle squadre più forti del panorama europeo, l’Atlético Madrid. L’infortunio ne ha centellinato l’utilizzo nelle prime giornate ed Alia, in un’intervista a Tuttomercatoweb, racconta che “È una bellissima esperienza, sono veramente contenta di aver fatto questa scelta anche se è un anno particolarmente difficile. Siamo state ferme parecchio, non ci siamo potute allenare: quando sono arrivata qui ne ho risentito fisicamente, però sono davvero contenta di fare questa bellissima esperienza”.
Alia era già andata all’estero, a giocare negli Stati Uniti d’estate per il Pali Blues e l’FC Tacoma 253 ma “Qui si tratta di aver preso questa decisione in un momento – probabilmente l’unico della mia carriera -, in cui avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di rimettermi alla prova e rimettermi in gioco. Era il momento perfetto per poterlo fare”.
Alia è nata a Firenze e a 33 anni sapeva che era una delle ultime occasioni per ambire ad un trofeo internazionale anche se lei dice che “In realtà è stata una decisione per rimettermi in gioco. Mi hanno sempre criticato di aver avuto la vita semplice e di non aver mai rischiato. Per la prima volta ho voluto buttarmi e provare a mettermi alla prova, in un paese diverso, in un campionato più competitivo e in una squadra professionistica. È ovvio che non mi sarei mai spostata se l’offerta non fosse venuta da un club importante come l’Atletico Madrid. Mi è sembrata la scelta giusta al momento giusto e ne sono contentissima perché sto vivendo sfide importanti e stimolanti che ogni giorno accrescono il mio bagaglio di esperienza”.
In Spagna c’è una grossa differenza rispetto all’Italia: “Ti fanno sentire di essere una professionista e ti mettono nelle condizioni di poter far questo e di dover pensare soltanto a stare bene in campo. Ti senti una professionista e non devi pensare ad altro. È una cosa che in Italia manca. Io rientravo in una categoria fortunata visto che giocavo in una società importante, ma se penso al campionato italiano c’è una differenza abissale. All’Atletico hanno un centro sportivo dedicato, ci sono tantissimi campi e palestre, ma anche persone a disposizione quotidianamente. È una realtà diversa”.
Non ci sono tante italiane nei club esteri perché: “Lasciando l’Italia ti ritrovi a dover affrontare un livello superiore, quindi magari c’era un po’ di timore a fare un’esperienza all’estero, magari c’era la possibilità di giocare meno. Però le cose stanno cambiando da quando sono arrivate le società professionistiche e da quando si sta investendo sul calcio femminile, ma anche coi risultati che stiamo ottenendo con la nazionale: tutto ciò aiuta ad avere una visibilità diversa”. Riguardo alla sua Firenze Alia è molto positiva sull’arrivo di Commisso e sul cambio di mentalità anche nel calcio femminile: “L’ho vissuto con Commisso, quando è arrivato ha portato tanto entusiasmo e ha aperto al calcio femminile. Lo ha fatto capire sin da subito, cerca di dare le stesse possibilità ad entrambe le squadre. È vero che ci sono dei limiti, il primo l’ho vissuto personalmente con la Fiorentina: parlo degli impianti sportivi. È difficile lavorare, l’ho vissuto per anni ed è complicato. Commisso vuole creare un centro sportivo dedicato: sarà l’inizio della svolta, con un centro a disposizione cambia il lavoro, ma anche le possibilità. Cambia ciò che puoi offrire all’estero, se ad esempio vuoi aumentare il livello portando delle calciatrici straniere. È difficile che tu riesca a portarle se non offri determinate cose, tra cui appunto un impianto sportivo. I presidenti, se vengono vengono dall’estero, hanno una mentalità diversa. Magari così si riesce a spingere per poter lavorare anche sul calcio femminile”.
E allora speriamo in un futuro più roseo per tutto il calcio femminile, mentre i tifosi viola si augurano in un ritorno della loro beniamina alla Fiorentina per ridare il giusto entusiasmo all’ambiente. E nel futuro? “Mi piacerebbe rimanere nel calcio e poter dare il mio contributo al di là del terreno verde. La scelta di fare questa esperienza è anche legata al mio futuro, volevo vedere le cose come funzionavano in un altro paese. Quello che mi porterò dentro mi servirà anche per il futuro”. Buona fortuna Alia e che il prossimo trofeo internazionale oltre che con la maglia dell’Atlético sia anche con quello della Nazionale italiana.
Intervista di Patrick Iannarelli che ci ha concesso la riproduzione.
Photocredit: Alia Guagni, Twitter