Sono 18 i club, su 20 della Premier League (parere contrario soltanto del Newcastle mentre il Manchester City si è astenuto) che hanno approvato il blocco delle sponsorizzazioni con aziende che hanno legami diretti con i proprietari delle squadre.
L’ufficialità del passaggio dell’80% delle quote del Newcastle da Mike Ashley al Fondo per gli investimenti pubblici (PIF) dell’Arabia Saudita è arrivata nella giornata di giovedì 7 ottobre. Un affare da 300 milioni di sterline (circa 353 milioni di euro) che ha immediatamente provocato diversi tipi di reazione, dalla gioia di tutti i tifosi del club inglese alle polemiche di varia natura che si sono scatenate a livello internazionale.
Reazioni che hanno coinvolto anche gli stessi club di Premier League, che nella giornata dì lunedì si sono ritrovati in una riunione straordinaria e hanno sancito una norma che di fatto limiterà gli investimenti del Newcastle (e non solo).
Secondo quanto rivela Sky Sports Uk delle 18 squadre della Premier League su 20 (dove soltanto il Newcastle ha dato parere contrario, mentre il Manchester City non si è espresso) hanno votato favorevolmente al blocco degli accordi commerciali e delle sponsorizzazioni da parte dei club stessi con aziende che hanno legami con i loro proprietari. La questione è stata infatti sollevata per il timore da parte dei club di Premier che il Newcastle potesse firmare accordi molto redditizi con società statali saudite. Per il momento si tratterà di un blocco temporaneo che sarà valido per il prossimo mese, periodo nel quale si continuerà a discutere per arrivare eventualmente un cambio permanente delle regole.
Cosa dice il fair play finanziario in Premier?
Il regolamento della Premier League in tema di fair play finanziario attualmente consente ai club di avere perdite fino a un massimo di 105 milioni di sterline in tre anni. Un limite che può essere però aggirato attraverso appunto contratti di sponsorizzazione, che permettono ai club di mettere a bilancio entrate molto importanti e di fatto spendere molto di più di quanto in realtà gli sarebbe consentito. Questa la motivazione principale che ha spinto i club di Premier ad approvare questa nuova norma.