La morte di George Floyd è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso; gli afroamericani subiscono violenze di ogni tipo da secoli ed ora è il momento di dire basta. Lo sport ed il calcio nello specifico è sempre stato uno strumento di lotta sociale che ha quasi sempre portato i suoi frutti. Il movimento Black Lives Matter ha “arruolato” gente da ogni parte del mondo ed il movimento calcistico femminile non è stato esente da ciò. Chloe Morgan, portiere del Tottenham, è stata la prima giocatrice ad esprimere pubblicamente ad un quotidiano (Guardian) il suo sostegno al Black Lives Matter.
Morgan, oltre ad essere coinvolta in prima persona nel BLM protestando all’ambasciata statunitense, ha a cuore la questione dato che una sua carissima amica nonché compagna di squadra è sta vittima di razzismo proprio in campo: Renee Hector. La giocatrice delle Spurs in una partita di campionato della scorsa stagione è stata vittima di commenti razzisti dalla sua collega Sophie Jones, giocatrice dello Sheffield United. La vicenda venne fuori da un’inchiesta della FA che dichiarò il caso come primo abuso razzista nel calcio femminile. Da quel giorno Hector fu vittima di insulti razziali sui social media cadendo in un vortice di depressione.
Morgan inizia ricordando proprio questa vicenda che l’ha segnata profondamente: “Abbastanza ingenuamente, ho pensato che Renee avrebbe parlato dell’esperienza e tutti sarebbero stati d’accordo e avrebbero condiviso le nostre stesse opinioni: che il razzismo è disgustoso, disgustoso e completamente sbagliato. Ma dopo aver visto quel gran numero di commenti che affermavano il contrario è stato scioccante. Come giocatrice di colore, mi ha sicuramente messa a disagio il fatto che ci fosse ancora un aspetto così grande della società che condivideva queste opinioni.” afferma Morgan. “In un certo senso ha dato vita alle procedure e ai processi di denuncia del razzismo. Prima di ciò, se fosse successo qualcosa, forse l’avremmo spazzata via, non avrei detto nulla. Ci avrebbe influenzato, ma non sarebbe stato necessariamente qualcosa che avremmo segnalato. Ma andando avanti, soprattutto ora, conosciamo le procedure corrette. “
Anche Chloe è sta vittima di abusi del genere. All’età di otto anni, frequentava una lezione di ginnastica quando una ragazza si rifiutò di lavorare con lei perché era di colore: “Ricordo che me lo aveva detto e non si registrava come un commento razzista, ma solo una cosa cattiva da dire”, dice Chloe. “Ricordo che mia mamma mi parlava. Ricordo di non aver davvero capito perché fosse così arrabbiata. Ma stava spiegando quanto fosse significativo, come dovrei sempre riferire cose del genere. Ha avuto una grande discussione con il club di ginnastica, con la mamma dell’altra ragazza. “
Morgan fa parte anche del movimento BAME (Black, Asian and minority ethnicity):“Mi piacerebbe vedere sempre più che le ragazze BAME si avvicinino al sistema e siano incoraggiate a dedicarsi allo sport e a provare lo sport. In generale, sto iniziando a vedere che c’è una vasta gamma di personaggi nella comunità e le ragazze BAME più giovani vengono coinvolte nello sport. Voglio assolutamente vederlo continuare.” spiega Morgan. “Altri allenatori BAME sarebbero una cosa fantastica. Sicuramente, avere quei modelli come allenatori, insegnanti di educazione fisica, è un modo molto efficace di incoraggiare i bambini più piccoli a vedersi in quei ruoli un giorno.”
Morgan conclude citando anche l’accaduto che più sta smuovendo le masse rispetto a questa causa: “Con l’incidente di George Floyd, sto iniziando a vedere una massiccia revisione di persone che vogliono educare se stesse e riflettere su come si sono comportate in passato. Non è solo quel tipo di cultura di stare in disparte e guardare più, è coinvolto e difeso da altre persone. ”
Credit Photo: Profilo Instagram Chloe Morgan