“Ha rischiato davvero grosso. Questo era un fallo al limite tra il giallo ed il rosso”.
Un’espressione che tutti gli appassionati di calcio hanno sentito dire almeno un milione di volte nella propria vita. Dopo svariati anni di test sul calcio giovanile inglese e gallese, il cartellino arancione sembra essere pronto a sbarcare anche nei palcoscenici più grandi d’Europa.
Ieri, l’International Board (conosciuta anche con l’acronimo di IFAB) si è riunita in assemblea a Londra con i maggiori vertici del calcio per discutere, tra le varie novità, della possibile implementazione dell’espulsione a tempo.
Ma di cosa si tratta? Il cartellino arancione sarebbe “un prestito di regolamento” proveniente da altri sport come rugby, hockey, pallamano e lacrosse. L’IFAB ha portato come esempio cardine la trattenuta di Chiellini su Saka nella finale di Euro2020. Nel caso sopracitato il difensore italiano avrebbe dovuto rimediare un cartellino arancione; che lo avrebbe costretto ad assistere per dieci minuti a bordo campo prima di poter rientrare. Per adesso non c’è ancora un protocollo chiaro, in molti ieri si sono lecitamente chiesti: “Ed in caso di due o più giocatori espulsi contemporaneamente?”. A questa domanda non segue una risposta chiara. Motivo per cui l’International Board si augura di poter cominciare i test il prima possibile, per poter capire dove e come intervenire.
Il motivo principale dei promotori del cartellino arancione è soprattutto lo spettacolo, ma non solo. Con le nuove implementazioni di regolamento c’è anche la volontà di ridurre ai minimi storici le proteste plateali. A partire dalla prossima stagione infatti potrà rivolgersi al direttore di gara solo il capitano. Spesso nelle fasi concitate del match, i giocatori presi dalla frenesia della gara si lasciano andare troppo, rimediando un espulsione che condiziona di molto la gara. In loro soccorso potrebbe giungere l’espulsione a tempo.
Perché in Inghilterra? Innanzitutto, come detto in precedenza, il calcio britannico ha già iniziato i suoi test a livello amatoriale e giovanile. Verosimilmente al momento sembra il paese più pronto per abbracciare questa rivoluzione; inoltre ieri si è espresso favorevolmente anche Mark Bullingham, direttore esecutivo della Federcalcio inglese e membro direttivo dell’International Board. Quest’ultimo ha affermato “Valuteremo quale è il campionato più adatto una volta che verrà definito il protocollo della sperimentazione”. Stando alle indiscrezioni che giungono al momento l’Inghilterra non intende candidare la Premier League, ma piuttosto la Women’s Super League e la storica FA Cup.