Leah Blaney, Sally Shipard, Danielle Brogan e Kim Carroll hanno raccontato quanto per la loro carriera sia risultato determinante il percorso affrontato con le Young Matildas. Il trio ha partecipato alla Coppa del Mondo U20 del 2006 e ha raccontato, al podcast della FFA, l’importanza dell’esperienza a livello internazionale (rappresentando l’Australia) in così giovane età.
“Penso che dall’età dei 16-20 anni la maggior parte di noi (giocatrici delle Westfield Young Matildas) abbia viaggiato in almeno in cinque o dieci paesi”, ha detto Blayney.
“Siamo state molto fortunate a poter fare tutte queste esperienze con la squadra nazionale, sia a livello giovanile che senior, ma quando sei giovane viaggiare così tanto significa aprirsi non solo al calcio ma al resto del mondo”.
Brogan, ha giocato per le Matildas a livello internazionale e nel campionato australiano per diverse squadre come il Sydney FC, l’Adelaide United e il Perth Glory. Come ricordo migliore del progetto Young Matildas ha ricordato l’esperienza di apprendimento culturale svolta in Malesia.
“Un giorno siamo dovute andare in banca e indossavamo tutte la divisa da allenamento. Camminando per la strada ci siamo accorte che tutti ci stavano fissando”, ha ricordato Brogan “Giovani e ingenue, ci chiedevamo perché tutti ci guardassero. Era perché eravamo caucasiche? O perché indossavamo una divisa da calcio?”
“Probabilmente quell’esperienza ci ha insegnato davvero cosa significa portare rispetto verso le culture degli altri. Non credo che siamo mai state irrispettose, ma stavamo imparando a capire un modo diverso di vivere.”
Interrogata in merito ai loro viaggi all’estero, Shipard è stata veloce nel raccontare l’esperienza in Papua Nuova Guinea e il clima politico “unico” in cui si è ritrovata la giovane squadra.
“Direi che il viaggio in Papua Nuova Guinea è stato probabilmente il più grande shock culturale che abbia mai provato, i primi giorni con la squadra li abbiamo passati ad osservare la società e la cultura, camminando per le loro strade.
“Ricordo di aver viaggiato in autobus con dei tizi che indossavano enormi pistole. Probabilmente non ho più rivisto pistole del genere da quel fatidico viaggio. Per non parlare dei campi che non erano nemmeno “campi”… non credo che ci fosse un solo ciuffo d’erba in vista.”
Credit Photo: thewomensgame.com