Le calciatrici della W-League sono tra le sportive più colpiti dalla crisi del coronavirus a causa dell’inammissibilità di molti giocatori ai sussidi governativi per i Job Keeper.
Solo cinque calciatrici della W-League sono attualmente assunte per la prossima stagione e con i club della A-League (campionato maschile) – che forniscono la maggior parte dei finanziamenti per le loro squadre della W-League (campionato femminile) – in una situazione di conflitto finanziario, il futuro della lega femminile australiana è incerto.
Le giocatrici stesse rischiano di essere colpite più duramente rispetto alle loro controparti maschili dato che i contratti non permettono loro di accedere ai sussidi “Job Keeper” (di $ 1500 per quindici giorni) resi disponibili dal governo australiano. I pagamenti hanno lo scopo di mantenere i dipendenti australiani nelle loro attuali mansioni, ma hanno severi requisiti di ammissibilità che sono rivolti principalmente ai dipendenti a tempo pieno. I giocatori stranieri e quelli con contratti in scadenza saranno colpiti duramente dall’attuale pandemia di COVID-19. Dato che la W-League è semi-professionale e la maggior parte delle calciatrici sono tenute ad avere altre forme di lavoro part-time.
Si dice anche che la Fox Sports stia prendendo in considerazione la possibilità di ritirare il proprio finanziamento di oltre 50 milioni di dollari all’anno per la lega e molte fonti indicano che la crisi del COVID-19 potrebbe accelerare il fatto che i club di A-League formino una lega indipendente dal franchise della FFA.
Dato l’incerto futuro, anche l’offerta congiunta Coppa del Mondo 2023 tra Australia e Nuova Zelanda potrebbe essere messa in disordine, con la possibilità di cambiamenti significativi nel calcio australiano, ma soprattutto è un segno minaccioso per le competizioni femminili ancora in erba.
Photo Credit: thewomensgame.com