Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare a pochi giorni dallo start del Mondiale femminile 2023 in esclusiva Valeria Ciardiello.
“Mi auguro di vedere una manifestazione divertente e spettacolare -ci dice la giornalista milanese –che possa appassionare ed attrarre. Attendo delle gare combattute con una bella proposta di calcio che ci porti verso un titolo importantissimo come quello di un Mondiale. Noi abbiamo ancora tanta strada da fare, lo sappiamo, ci sono stati dei miglioramenti ma anche delle battute di arresto. Dobbiamo mostrare la nostra voglia di fare gettando anche un po’ il cuore oltre l’ostacolo. Si deve mostrare qualcosa in più, non tanto in termini di vittoria, come la crescita del nostro calcio femminile”.
La conduttrice televisiva in chiave Azzurra, poi, sottolinea:
“Il margine di errore in queste competizioni è minimo, bisogna affrontare una gara dopo l’altra e come primo obiettivo ovvio che si pensi al passaggio del turno. Nel gruppo G ci troviamo una Svezia favorita, con tradizione e preparazione di un certo livello, e formazioni come Argentina ed Sudafrica più alla portata. Il passaggio del turno è nelle nostre possibilità”.
La presentatrice, con trascorsi tra La7, RAI e Sky, sulle convocazioni della Bertolini invece evidenzia:
“Ci sono state calciatrici, come Sara Gama, che hanno manifestato tutta la loro delusione per l’esclusione da una vetrina che è il traguardo più importante che si un qualsiasi atleta possa raggiungere. La Bertolini ha fatto scelte che competono ad un Commissario Tecnico, lei vede allenamenti e livello in cui le proprie giocatrici si trovano. Avrà avuto le sue valide ragioni per fare scelte di questo tipo, ci sono state polemiche che hanno accompagnato queste decisioni e ci saranno durante il Mondiale. Se i risultati saranno soddisfacenti, poi, si elogerà la CT per aver inserito le giovani, in caso contrario ci saranno critiche per quanto deciso. Le ragazze, ora, hanno però la possibilità di dimostrare e giocare da squadra”.
La Ciardiello, durante questa stagione impegnata su Sportitalia, sposta poi l’attenzione sui cambiamenti degli ultimi anni del calcio femminile:
“Con l’arrivo delle squadre professionistiche ci sono delle basi di impegni, soldi e sponsor che sono cambiate. Possiamo pensare al calcio femminile come uno sport che si sta insediando a livello internazionale ed è alla portata di tutte le ragazze che decidono di accedervi. Questa consapevolezza deve farci fare le cose per bene, con serietà, investimenti, lungimiranza e progetti che non siano a breve termine. Mi aspettavo la crescita di interesse da parte delle ragazze che si avvicinano a questo mondo, direi che è più che naturale. Si tratta di un’ulteriore crescita, purché venga accompagnato dalle famiglie, dai settori giovanili e poi dalle istituzioni sportive che devono trattarlo come uno sport professionistico”.
La chiusura della giornalista, iscritta all’Ordine dal 2009, è su legami e ricordi legati a questo mondo:
“Ho un’amicizia speciale con Katia Serra, con la quale spesso ci fermiamo a chiacchierare sul futuro del calcio femminile. Recentemente l’ho invitata all’ Iulm di Milano, dove sono docente nel Master in marketing e comunicazione dello sport, a presentare il suo libro ‘Una vita in fuorigioco’ dove racconta la carriera di calciatrice in tempi diversi rispetto a quelli di oggi nonostante i pochi anni passati. Personalmente non ho praticato calcio a livello importante. Da ragazzina, però, nei tornei estivi si organizzava anche la categoria dedicata al femminile. Io giocavo nel ruolo di difensore, che è ancora oggi il ruolo che mi piace di più, e ricordo partite che ci portarono fino alla finale poi vinta”.