Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Valentina Cristiani, giornalista, che recentemente ha scritto il libro “Non chiamateci quote rosa”, che apre la chiacchierata sull’aumento di interesse verso il calcio femminile:
“Ci ho sempre creduto e ne sono entusiasta. Il calcio femminile sta trovando sempre più consensi e riconoscimenti, sia in termini di visibilità mediatica che economici. Negli ultimi anni ha registrato, infatti, una crescita impressionante in termini di popolarità e impatto economico”.
La scrittrice bolognese, in precedenza in libreria con “Calciatori? No, grazie!” e “Goal a 4 zampe”, aggiunge: “ Il calcio femminile non si limita più ad essere una disciplina di nicchia, grazie anche al successo della Coppa del Mondo femminile FIFA 2023 il suo contributo all’economia globale è evidente. L’evento ha creato oltre 38.000 posti di lavoro e aumentato i redditi familiari di circa 932 milioni di dollari. Con l’avvicinarsi dell’UEFA Women’s EURO 2025, ci si aspetta che l’influenza economica di questo sport cresca ulteriormente”.
Valentina, penna che ha scritto per la “Gazzetta di Parma” e “La Nuova Ferrara”, sul movimento italiano, invece, sottolinea:
“La stagione scorsa ha visto un aumento del 20% della presenza di spettatori alle partite della prima fase del campionato di Serie A Femminile, rispetto all’anno precedente. Al termine della passata stagione, le tesserate erano 42.500, di cui quasi 18.000 con un’età compresa tra i 10 e i 15 anni, un numero in costante crescita che rispetto al 2021/22 ha fatto registrare un +16,5%, confermando come il calcio sia diventato una delle prime scelte sportive per le giovani”.
Cristiani, giornalista iscritta all’ordine dal 2005, poi rimarca: “Questi numeri arrivano grazie anche all’ottimo lavoro di Ludovica Mantovani prima e di Federica Cappelletti, Presidente Divisione Serie A Femminile Professionistica, presente nella postfazione del mio ultimo libro ‘Non chiamateci quote rosa’ che approfitto per ringraziare in questa intervista”.
La Responsabile di Tutto Sampdoria, e redattrice di Cronache Bolognesi, sul calcio nostrano evidenzia un altro aspetto non da poco:
“Finalmente anche le giovani calciatrici possono sognare ad occhi aperti e questo sicuramente inciderà positivamente sulla crescita del movimento. Un notevole passo in avanti, indossare la maglia della propria squadra del cuore è un desiderio che diventa realtà anche per le donne. ‘Perché la tua squadra ti entra dentro, ti cattura, è lei che ti sceglie’. Tantissime bambine si sono rispecchiate spesso in questa frase del grande Felice Pulici e ora possono realizzarla”.
L’attenzione si sposta, poi, sulla Nazionale sulla quale la giornalista, che ha scritto in passato anche per il Corriere dello Sport e Tuttosport, ci dice: “Partendo dalla seconda fascia, le Azzurre (al 13° posto nel ranking Fifa) ritroveranno, nella meravigliosa cornice svizzera, le campionesse del mondo spagnole, teste di serie, con cui di recente hanno dimostrato di potersela giocare. Da non sottovalutare a mio avviso anche incroci col Belgio e il Portogallo, rispettivamente al 19° e al 22° posto nel ranking. Con coraggio e determinazione sono certa che le ragazze di Soncin ci regaleranno delle belle soddisfazioni”.
“Io stessa in passato sono stata vittima di discriminazioni e pregiudizi, alcuni li ho combattuti, alcuni abbattuti, altri meno. E parlando con diverse colleghe ho scoperto che la cosa è comune a molte. Ci tenevo pertanto a portare alla luce questa tematica comune nel giornalismo, come nel calcio. Personalmente da ragazza forse ci facevo più caso, ora non più. Preferisco soffermarmi sulle critiche costruttive. Nel libro ho raccolto oltre 40 testimonianze che fanno riflettere”.
La chiusura della chiacchierata è proprio sul tema centrale del libro scritto dalla stessa Valentina Cristiani, con la collaborazione di Pathos Edizioni, che tra le intervistate vede giornaliste del calibro di Giorgia Rossi e Paola Ferrari, oltre la già citata Federica Cappelletti, solo per citarne alcune:
“Sono tante le giornaliste che hanno subito pregiudizi e discriminazioni durante il loro percorso lavorativo. Tutte concordano: Basta parlare di ‘quote rose’ che sono un punto di sconfitta per tutti. Non di arrivo. Basterebbero le quote per merito. Al posto delle quote rosa o azzurre o arcobaleno si dovrebbero istituire ‘le quote di risultato’, ossia la sottoscritta viene giudicata per quello che effettivamente vale, in termini professionali, indipendentemente dal sesso di appartenenza, che è assolutamente ininfluente ai fini di una graduatoria meritocratica”.