Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Priscilla Palombi.
L’ avvocato fiduciario dell’Associazione Italiana Calciatori apre sull’avvento del professionismo in Italia:
“Si tratta di un passo molto importante e spero sia un punto di partenza e non di arrivo. Oggi le piccole calciatrici sono sicuramente più stimolate a giocare a calcio, già da qualche anno possono tesserarsi e giocare per la loro squadra del cuore, oggi possono pensare anche ad un futuro lavorativo. Il professionismo, a mio parere, deve essere un punto di partenza anche per aumentare le tesserate e far crescere tutto il movimento”.
Il componente del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Avvocati dello Sport sul tema aggiunge:
Cambia moltissimo. È diventato un lavoro a tutti gli effetti, avranno tutele legali più concrete, il riconoscimento di malattia, ferie ed il versamento dei contributi pensionistici. L’unica cosa che nn cambierà è l’impegno con il quale le ragazze hanno sempre vissuto il loro sport”.

 

Il professionismo, al momento, abbraccia solo le tesserate di squadre di Serie A anche se tante altre atlete meriterebbero questo status:
“Sicuramente l’impegno che viene richiesto alle ragazze, e da queste fornito, è professionistico anche in altre categorie, come la Serie B o nella Serie A di calcio a 5. Sarebbe bello poter pensare al professionismo anche in queste categorie che lo sono di fatto. Il movimento sportivo femminile deve crescere ancora molto speriamo che la riforma dello sport possa aiutare in questo senso”.
La Palombi, coordinatrice della commissione di lavoro “Sport Femminili” dell’Associazione Italiana Avvocati dello Sport,  continua:
“L’AIC assiste tutte le categorie con il medesimo impegno e professionalità. Ovviamente cambiano le norme applicabili e di conseguenza c’è maggiore difficoltà nel prestare assistenza ai dilettanti che sono sicuramente meno tutelati.
Oggi, prima di tutto, cerchiamo di far capire alle ragazze che disputano la serie A di essere divietate professioniste sotto tutti i punti di vista, cambiano i rapporti con i club, con gli Agenti, hanno necessità di individuare i collaboratori validi anche per la gestione della propria immagine, non possono e non devono trascurare nulla.
Nel mondo dilettantistico, invece, dobbiamo quotidianamente fare i conti con il vincolo sportivo che necessariamente condiziona la vita sportiva del calciatore/calciatrice e di conseguenza crea molte difficoltà per la risoluzione delle problematiche con i club”.

L’avvocato romano poi sposta l’attenzione sulla prestazione delle Azzurre in Inghilterra:
“Partecipare ad una competizione così è fondamentale per il nostro movimento e non è sempre così scontato. Certo è stato un peccato essere usciti dal torneo presto, come tutti, da tifosa speravo finisse il più tardi possibile.
La risposta da parte del pubblico però credo sia stata incoraggiante per l’Italia ed il record di presenze nella finale, anche se non eravamo in campo, fa davvero ben sperare per il movimento”.
La chiusura è sulla carriera ultradecennale da calcettista avuta in passato dalla stessa Palombi:
“Ho avuto la fortuna di giocare in diverse squadre ma il ricordo con il Due Ponti, che per me era quasi come una seconda famiglia, è il più bello viste le due Coppe Italia vinte con le mie compagne con le quali ogni stagione è stato puro divertimento”.