Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Monica D’Ascenzo.
Da pochi giorni la giornalista e scrittrice ha visto uscire in libreria “Ragazze dell’Europa”, il suo ultimo lavoro ideato con la collega Gaia Brunelli con le illustrazioni curate da Gloria Martinelli.
“L’idea è nata dalla passione comune che abbiamo Gaia ed io per lo sport e per il calcio in particolare -ci dice la giornalista finanziaria- Seguiamo da molti anni il calcio femminile, ci siamo incontrate prima dei Mondiali di Francia ad una partita dell’Italia a Cremona. Sugli spalti solo un centinaio di persone”.
Cosi è nata l’intuizione di scrivere un libro, dedicato al calcio femminile:
“Ora le cose sono cambiate ma la strada da fare è ancora molta e crediamo che anche l’informazione possa fare la propria parte per rendere più conosciuto e apprezzato l’intero movimento. Da qui siamo partite per scrivere un libro adatto non solo alle giovani ma anche alle loro famiglie, perché ancora tanti genitori sono perplessi quando le figlie dicono loro di voler giocare a calcio”.
Nel lavoro “Ragazze dell’Europa” tanti aneddoti legati al gruppo Azzurro in Inghilterra per l’Europeo:
“Il calcio maschile ci ha abituato a costruire idoli. Il calcio femminile ha bisogno di umanità, per evolvere e crescere è necessario raccontare le persone che scendono in campo per giocare a calcio. E gli aneddoti, buffi, divertenti o tristi, avvicinano quelle che possono essere modelli alle giovani che stanno vivendo l’avventura straordinaria della loro adolescenza”.
Sul libro uscito in edicola la giornalista de “Il Sole 24 ore” continua:
“Ci sono molte calciatrici che pur giocando in Nazionale sono poco conosciute o perché schive o perché è stato dedicato loro poco spazio. Il bello è stato scoprirle e mettere insieme un puzzle che non è solo calcistico, ma umano: quello della squadra che scenderà in campo a rappresentare il nostro Paese”.
Sul gruppo Azzurro. invece, la D’Ascenzo sottolinea:
“Ai Mondiali avevamo poche aspettative ma molte speranze. Era già un traguardo che ci fossimo qualificate dopo 20 anni alle fasi finali. Ora, invece, il movimento è cresciuto, le azzurre sono migliorate tecnicamente, fisicamente e tatticamente. E poi hanno cuore e fame, il che è positivo. Mi aspetto che facciano del loro meglio per festeggiare l’arrivo del professionismo in Italia”.
In carriera la scrittrice nata a Milano ma di origini abruzzesi ha intervistato anche Milena Bertolini:
“Milena Bertolini è persona di cultura oltre che di sport e questo le dà una visione più ampia del significato del percorso della sua Nazionale. Non si tratta di vincere o perdere una partita, si tratta di costruire un movimento e di dare un futuro e delle speranze alle giovani che vogliono praticare questo sport. Nello sport, come mi disse Bertolini, si formano i cittadini di domani e se partiamo da questa consapevolezza capiamo quanto non si tratti solo di tirar calci a un pallone”.
Sull’entusiasmo che si è avvicinato sempre più alle Azzurre la D’Ascenzo sottolinea:
“Il Mondiale di Francia 2019 è stata una festa straordinaria. Andai a vedere l’Italia contro il Brasile e fu davvero emozionante. Tanto gli italiani di ogni età con la maglietta azzurra o avvolti nella bandiera tricolore. C’era orgoglio, c’era gioia”.
La chiusura è su un ricordo di quel Mondiale che è rimasto fortemente impresso nella mente della giornalista:
“Durante la finale Usa-Olanda gli Stati Uniti stavano vincendo il loro quarto mondiale e dallo stadio intero si è alzato l’urlo scandito ‘Equal pay’. E’ stato come essere in uno di quei film hollywoodiani, quando lo sport diventa altro, assume un significato più alto. In quel caso la lotta per il diritto a un salario pari a quello degli uomini. Negli Usa quest’anno è stato riconosciuto alle calciatrici quel diritto, ma solo dopo che un gruppo di loro aveva vinto una causa contro la federazione, che ha dovuto pagare anche gli arretrati”..