Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Michela Rodella.
L’ex calciatrice si è ritirata lo scorso anno con la speranza di intraprendere a breve un nuovo percorso professionale e a riguardo ci dice:
“Ho fatto una scelta, volendomi formare come team manager. Volevo cogliere l’opportunità dell’arrivo del professionismo cominciando un percorso fuori dal campo. Su questo canale l’Aic sta dando ai suoi tesserati molte possibilità di seguire corsi per poter far il dirigente, il direttore sportivo, il team manager e non solo”.
L’ex difensore nato a Rovigo si è riavvicinata, poi, al mondo del calcio dopo pochi mesi di lontananza:
“Dopo il ritiro con la scomparsa della Florentia San Gimignano ho cominciato un’esperienza diversa. Da settembre, infatti, collaboro con il Siena dove seguo il settore giovanile con l’under 12 e l’under 15. Stare a contatto con tante ragazzine mi ha portato a provare nuove emozioni e tanti stimoli. Per me è stata una ripartenza professionale visto che vorrei essere comunque parte attiva di questo movimento che è in continua crescita”.
La classe ’89 sull’arrivo del professionismo poi aggiunge:
“La mia generazione è una di quelle che ha fatto tanto per arrivare a questo. Sembrava quasi irraggiungibile. A pensare che quando abbiamo iniziato il calcio femminile era quasi sconosciuto ai più, con il tempo si sono fatti passa in avanti e i sacrifici hanno dato il loro frutti. Spero questo sia un punto di partenza visto che oggi una bambina potrà dire sul serio che vuole fare la calciatrice.
Oltre certezze economiche diverse ci saranno diritti e tutele, con la possibilità di pensione e futuro più solido a differenza di chi come me ha giocato ad una vita ad alti livelli senza avere niente in mano”.
La Rodella sulla prestazione delle Azzurre in Inghilterra ammette:
“Qualcosina in più probabilmente si poteva fare. La Francia si è dimostrata superiore, Belgio ed Islanda sulla carta erano più alla portata. Iniziare con cinque reti subite è stata una mazzata, poi è difficile giudicare da fuori ma qualcosa non è andato. Forse sotto l’aspetto fisico, dopo una lunga stagione, lo stato di forma delle nostre non era brillantissimo. Con l’Islanda, poi, il gol subito a freddo ha portato subito a dover rincorrere ed una partita che si poteva portare ha visto una partenza in salita che ha complicato tutto. Con il Belgio abbiamo creato e davanti siamo state un po’ sfortunate”.
Sulla rassegna continentale l’ex di Tavagnacco, Verona, Fiorentina e Venezia, tra le altre, continua:
“Ho visto gare su ritmi pazzeschi. Le semifinali e la finale sono stato un biglietto da visita di cui essere fieri e la gara tra Inghilterra-Germania, con uno stato pieno, mi ha fatto venire i brividi. Questo rende omaggio a chi lavora da tanti anni ed investite nel settore femminile”.
La chiusura è sui ricordi di una carriera di primo livello:
“Una delle emozioni più forti resterà indubbiamente il Mondiale U19 vinto in Francia. Con la Nazionale maggiore anche ho passato bei momenti con tante persone conosciute e calciatrici importanti con cui ho avuto la fortuna di giocare.
Anche con i club resteranno immagini impresse per sempre come la Champions League con il Tavagnacco lo scudetto vinto con il Bardolino Verona, le Coppe Italia alzate al cielo.
Poi è arrivato l’addio del 22 maggio 2021 con il San Gimignano, peccato non aver salutato dal campo i tifosi e gli amici di sempre viste le restrizioni causa Covid”.