Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Michela Macalli. La manager sportiva apre la chiacchierata sul passaggio al professionismo vissuto molto da vissuto molto da vicino, operativa in CRL LND FIGC già dal 2016:
La crescita del calcio femminile è sotto gli occhi di tutti. Il processo in Italia è iniziato qualche anno fa quando nel 2016 sotto la gestione del Presidente Carlo Tavecchio, con il quale io collaborai come promoter per lo sviluppo calcio femminile. All’epoca ero io il progetto pilota che doveva aumentare i numeri delle tesserate in tutta Italia.
Come? In primis creando obbligatorietà graduale nelle società professionistiche maschili di avere una categoria femminile nel settore giovanile.
Creando poi fusioni e società satellite provenienti dalla LND. Ci sono state così delle riforme. Inutile sottolineare, e l’ho provato anche io personalmente quotidianamente e per anni purtroppo, che ancora le opportunità quando si parla di una donna nel calcio lato management in Italia non sono le stesse che per un uomo.
Spero vivamente che nel tempo questa differenza venga limata sempre di più, che vengano riconosciute l’effettive qualità professionali che una persona ha indipendentemente dal sesso”.

L’ex collaboratrice proprio di Carlo Tavecchio per la LND poi aggiunge:
Per quanto riguarda gli introiti e la visibilità, spesso si propone il paragone sbagliato con il calcio maschile.
Ovvio che i ricavi dagli sponsor o dai diritti televisivi, ad esempio, non potranno essere mai uguali. Perché? La risposta mi pare ovvia, ciò che i club e la televisione acquisisce tramite abbonamenti vari genera il valore di vendita da proporre al pubblico.
Al momento dobbiamo essere onesti e prendere per buona la grande crescita arrivata in meno di un decennio per le squadre femminili. Cominciamo a veder giocare le ragazze anche negli stadi dei colleghi uomini di Serie A, usare gli stessi impianti, cosa che sembrava un sogno sino a qualche anno fa“.

Michela licenziata Agente FIFA nel 2010, inviata anche per l’emittente quatariana beIN SPORTS FRANCE con Alex Ruiz, a riguardo dell’analisi della situazione attuale femminile della palla rotonda continua:
In Italia abbiamo alcune donne professioniste e capaci affermate, che stimo moltissimo, quali Guarino e Panico, quest’ultima poi approdata nello staff del Lione. Insieme a loro, anche se in ambito non tecnico, ma manageriale ci definisco come il precursore di tutto il movimento. Ci sono state donne che nel calcio hanno fatto da ponte per questa trasformazione, lavorando con etica, dignità e grande forza per fare bene al movimento. Ci siamo riuscite, quindi io ringrazierei tutte queste donne, comprese i Mister sopraccitati, per quello che hanno fatto e faranno.
Credo che al momento posso ancora condividere la scelta in generale delle società professionistiche maschili italiane che magari hanno puntato su profili diversi per lo staff, anche delle squadre in rosa. Ad oggi infatti gli allenatori, tecnici, che possono aver avuto carriera professionistica prima da giocatore e poi anche da allenatore sono al per la gran maggioranza maschili. Condividendo infatti con alcuni club l’idea che al momento per avere una crescita di qualità e proporzionale preferiscono puntare su allenatori maschi cresciuti in società professionistiche dai settori giovanili a giocatori in una prima squadra. Al momento, quindi si pensa che queste figure hanno una visione non solo tecnica professionistica ma anche una visione manageriale della gestione del gruppo. Questo significa che tra qualche anno le ragazze che vediamo oggi sui campi avranno quell’esperienza che ad oggi è ancora rara, per arrivare un giorno a diventare dei grandi tecnici e manager di società professionistiche femminili”.

L’opinionista per TV e giornali bergamasca, laureata in scienze motorie, sul calcio femminile nostrano aggiunge: “Tecnici come mister Alessandro Spugna AS ROMA, che ho avuto il piacere di conoscere, Gianpiero Piovani FC INTERNAZIONALE o Andrea Soncin ITALIA ne sono 3 esempi lampanti. Hanno una mentalità da club professionistico, maturata spesso grazie anche ad una carriera da calciatore importante, trasferite anche alle squadre che hanno guidato“.

Macalli, intervistata nei giorni scorsi anche dallo storico giornale inglese ‘THE TIMES’ parlando di Atalanta in Champions League,
conclude con le Azzurre, alle quali Michela strizza l’occhio:
La Nazionale affidata a Soncin può solo che fare bene. Dobbiamo pensare in positivo per le tante leve giovani che stanno crescendo velocemente. Il CT è stato bravo, in poco tempo, a mettere la sua impronta su questa squadra, con tanta organizzazione, sedute d’allenamento con alta intensità ed una grande gestione dello spogliatoio.
Per il prossimo Europeo? Sono certa che faremo bene, ci vuole tempo per puntare a qualcosa di davvero importante ma sono fiduciosa. Tra qualche anno competeremo, senza dubbi, almeno per una medaglia”.