Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Giorgia Motta.
L’ex calciatrice, che in carriera ha vestito anche la maglia Azzurra 24 volte, apre sulla gara di lunedì della Nazionale contro il Belgio.
“La delusione è tanta, non c’erano in campo solo la Nazionale ma un movimento intero. La prestazione non mi è dispiaciuta ma serviva buttare il cuore oltre l’ostacolo e provare a compiere una piccola impresa come spesso le ragazze ci hanno abituato. Passare il turno sarebbe stato importante per chiunque, per chi ha smesso da poco come me e per le nuove generazioni. Ci aspettavamo forse qualcosa in più, c’è da lavorare tanto in ottica futura partendo dalle più giovani. Siamo all’inizio del nostro percorso e queste delusioni servono per ripartire”.
Sull’esordio conto la Francia, invece, l’ex, tra le altre, di Torres, Fiorentina e Mozzanica, aggiunge:
“L’Italia non ha avuto una partenza semplice. Non è stata la gara che ci aspettavamo e che speravamo ma la Francia è una delle squadre più forti e l’approccio alla partita non è stato giusto. Il risultato che ne è derivato servirà per il futuro”.
Il tecnico, con un recente trascorso nello staff del Verona, poi sul match con l’Islanda sottolinea:
“Con l’Islanda ho visto una squadra diversa, al di là del gol preso all’inizio. Ho apprezzato la reazione perchè non è semplice dopo una rete subita a freddo rialzare subito la testa. Mi è piaciuta l’idea di gioco proposta in particolare in mezzo al campo dove Rosucci e Simonetti che si sono combinate bene risultando decisive sull’economia della partita”.
L’ex difensore ricorda anche il suo trascorso in Nazionale:
“La Nazionale, come per ogni atleta, resta l’apice della mia carriera. Porto ricordi importanti dalle giovanili Azzurre alla prima squadra. Restano i tanti momenti trascorsi con delle compagne diventate amiche e che sento ancora oggi. L’orgoglio di vestire quella maglia, di sentire l’inno ti porta in un qualcosa molto più grande di te che fortifica il gruppo con un legame incredibile”.
La chiusura della classe ’84 veronese è sul passaggio al professionismo:
“Il passaggio al professionismo è un risultato importante perchè in passato si è lottato tanto per arrivare a questo punto. Sono contenta perché ed orgogliosa per quello che sta succedendo da questo punto di vista. Le ragazze ora saranno più tutelate, cosa che prima non succedeva. Ora si potrà finalmente dire faccio la calciatrice”.