Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Daniela Tavalazzi.
L’ex calciatrice con 95 presenze in Nazionale, che ha partecipato in carriera agli Europei del ’97 e ai Mondiali ’99, apre sulla recente partecipazione Azzurra in Inghilterra:
“Contro la Francia ma, in generale per tutte e tre le partite viste, ho notato un’Italia in difficoltà: Mi è sembrato di percepire che qualcosa non andasse a pieno da un punto di vista atletico e dell’intensità del gioco espresso”.
Sulla prova della truppa di Milena Bertolini l’ex giocatrice, tra le altre di Reggiana, Torres, Milan e Verona, aggiunge:
“È mancata lucidità mentale, evidenziata da una certa confusione anche tattica, nonché la vera forza che contraddistingue la nostra Nazionale ovvero il collettivo.
Sembrava non esserci quel gioco di squadra che spesso ci ha permesso di sopperire, per quanto possibile, al gap che abbiamo nei confronti delle altre Nazionali europee più blasonate, di Paesi che da diverso tempo hanno investito con progetti chiari e importanti sul calcio femminile, oltre ad avere già campionati professionistici”.
L’ex difensore, con un trascorso anche da tecnico del settore giovanile del Bologna, sui propri ricordi in Nazionale, invece, ci racconta:
“Vestire la maglia Azzurra è sempre stato un grande orgoglio che mi ha permesso di vivere, ai massimi livelli, grandi emozioni e partecipare ad eventi spettacolari come Europei e Mondiali. Come ricordo speciale dico lo spogliatoio, la condivisione con le mie compagne per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Ricordo con piacere la particolarità dei nostri sguardi, delle nostre incitazioni e della forza che si percepiva”.
La chiusura della bolognese classe ’72 è sul passaggio al professionismo:
“Con il professionismo cambia tanto, soprattutto dal punto di vista delle tutele.
Ci vorrà, poi, ancora tempo per crescere sul campo ed anche nella mentalità, non solo delle atlete, ma della società e di come viene percepito il calcio femminile.
Il professionismo è un traguardo importante che ha comportato certamente tanti sacrifici da parte delle calciatrici, sacrifici che riguardano, comunque, tutte le atlete che praticano sport e, per questo, spero un giorno tutto lo sport al femminile possa diventare professionistico”.