Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Alessia Tuttino.
La calciatrice del Tavagnacco, che ha dalla sua 133 presenze e 10 reti con la maglia Azzurra, sulla gara decisiva per l’eliminazione dell’Italia all’Europeo ammette:
“Il Belgio devo essere sincera mi ha impressionato. Anche contro la Francia ha giocato una buona partita e contro di noi non ha fatto altro che confermarsi una squadra pimpante e senza paura di giocare. Doveva essere la squadra materasso del nostro girone invece ha passato il turno. Diciamo che sembravano noi al Mondiale, una squadra con entusiasmo e tanta voglia di fare bene e soprattutto spensierate”.
L’attenzione dell’ex di Roma e Verona si sposta poi sul primo passo falso contro la Francia:
“Ho visto un’Italia timorosa e con paura e questo è stato pagato con un sonoro risultato. Probabilmente troppe pressioni e il fatto di dover sempre dimostrare ha giocato un brutto gioco anche se ci poteva stare una sconfitta con la Francia che sappiamo essere molti anni più avanti di noi proprio sul discorso di investimenti e crescita del calcio femminile”.
Sul pari con l’Islanda, invece, la classe ’83 nata ad Udine ci dice:
“Anche contro l’Islanda ho percepito un po’ di timore e sicuramente il goal a freddo non ha aiutato a superare questa paura. Il secondo tempo molto meglio anche con l’ingresso di giocatrici con più esperienza anche se l’Islanda ha avuto un’occasione proprio prima del nostro pareggio e una alla fine”.
Per la Tuttino partecipazioni agli Europei del 2009 e del 2013 che la calciatrice ricorda cosi:
“La maglia Azzurra porta con se emozioni uniche. Sentire l’inno ti fa venire la pelle d’oca, sai che rappresenti una Nazione intera e soprattutto un movimento in crescita. Fai sognare le piccole calciatrici che da grandi vorrebbero, chissà, anche loro, vestire questa maglia. Ricordi ne ho tanti ma in particolare il goal che ci portò in vantaggio contro l’Inghilterra, per 2-1, durante la fase finale degli Europei in Finlandia. Un qualcosa che porterò per sempre nel mio cuore”.
La chiusura, invece, è sul recente passaggio al professionismo:
“Finalmente il professionismo è realtà. Vuol dire che le ragazze potranno dire che da grandi potranno fare le calciatrici come lavoro con tutte le tutele del caso.
Dietro ci sono sacrifici, battaglie e rinunce ma ad oggi anche soddisfazioni, diciamo che alla fine le cose si compensano”.