Giorgia Bettineschi nata a Bergamo il 23 aprile 1997 numero uno della Atalanta Nerazzurra Femminile oggi ci racconterà alcuni aneddoti.
Ciao Giorgia, raccontaci come ti sei avvicinata al mondo del calcio e quali sono state le prime impressioni dei tuoi genitori quando gli hai detto “Mamma,Papà voglio giocare a calcio”
Beh, il calcio si può dire che è stato il mio primo grande Amore, ho iniziato a dare i primi calci ad un pallone all’asilo, ma non giocai mai in una squadra vera e propria, perché i miei genitori non volevano che giocassi a calcio, per paura che diventassi un maschiaccio. Compiuti 12 anni, un cliente di mio papà mi disse di provare ad andare all’Atalanta Femminile (l’attuale Atalanta Nerazzurra Femminile) così andai al provino e mi presero, così su due piedi, ero la ragazzina più felice sulla terra. I miei genitori increduli e diffidenti mi fecero provare a giocare, (facendomi promettere però che non sarei diventata un maschiaccio) e così iniziò ufficialmente la mia storia d’amore con questo sport!
Ad oggi invece sono felici di avermi lasciato prendere questa strada: sono molto orgogliosi e soddisfatti di me, perché oltre ad essere maturata caratterialmente ho anche mantenuto la promessa.
Da qualche stagione ormai difendi i pali della nerazzurra, quest’anno neopromossa in serie C, quali sono i tuoi obiettivi, e quali quelli della squadra per questa stagione?
Si oramai sono diversi anni che difendo questa porta, e dopo tanto lavoro siamo riuscite ad avere la soddisfazione di salire in Serie C! Sicuramente l’obiettivo mio è quello di prendere meno gol possibili (obiettivo che ogni portiere coltiva) e penso che sia scontato ma l’obiettivo che accomuna tutte noi (e la società) sia quella di confermarci in questa categoria perché a parer mio ce la siamo guadagnata. Lo scopo primario è questo e una soddisfazione sarebbe di concludere il campionato nella parte alta della classifica. Vedremo come andrà, ma sicuramente non è una strada dritta bensì piena d’insidie.
Sicuramente fare il portiere non è un mestiere facile, sempre sotto pressione e con un carico di responsabilità altissimo. Raccontaci chi è Giorgia in campo e come riesci a mantenere la calma quando le cose non vanno proprio benissimo.
Bella domanda: a parer mio il ruolo del Portiere è sicuramente il più difficile.. magari non sotto l’aspetto atletico,ma sicuramente dal punto di vista psicologico si. Per giocare in questo ruolo ci vuole grande carattere per sopportare tutta la tensione, le critiche o le incertezze che puoi trovare sul tuo cammino. A me piace definirlo un ruolo insidioso perché quando si perde, è spesso colpa del portiere, anche se magari colpe non è vero, e quando invece si vince non è mai merito del portiere, anche se magari ha salvato il risultato in qualche occasione.
Quando entro in campo è come se lasciassi tutto negli spogliatoi e in campo portassi solo la freddezza, il coraggio e la determinazione. Queste sono le caratteristiche di cui ho bisogno in campo, perché devo infondere sicurezza e tranquillità alle mie compagne che devono fidarsi di chi hanno alle loro spalle.
Hai qualche gesto scaramantico che segui prima di ogni partita?
Non ho segni scaramantici, prima della partita penso solo a concentrarmi e a liberare la testa.. la cosa che mi aiuta a farlo è sentire il rumore dei tacchetti sul pavimento, mi ricordano che quello è il rumore che sognavo di poter fare da piccola, e ogni volta che metto piede in quel rettangolo verde si realizza.
Parliamo ora della tua squadra, la nerazzurra femminile un ambiente dove sembra che le cose funzionino bene. Raccontaci un po’ qual è il rapporto tra voi compagne di squadra.
Siamo un bel gruppo numeroso quest’anno, ci sono state tante New entry, molte ragazze giovani e altre con più esperienza e con questo mix a parer mio si sta creando un bel gruppo. Siamo una squadra giovane e quindi all’interno dello spogliatoio non manca la simpatia e divertimento, che è alla base di uno sport di squadra. In campo ovviamente quando c’è da lavorare seriamente lo si fa.
Il sogno di qualsiasi ragazza che gioca a calcio è sicuramente quello di poter arrivare un giorno a vestire la maglia della nazionale, come lavori per arrivarci?
Beh,sicuramente sarebbe un sogno vestire la Maglia della Nazionale..
Nella stagione 2014-2015 quando giocavo nel Brescia ho avuto la fortuna di giocare al fianco di ragazze che fanno parte della Nazionale, guardarle alla tv ora e poter dire io mi sono allenata con loro già è una grande emozione, poterla vivere in prima persona sarebbe un sogno. Io come sempre mi alleno al massimo, come dice il detto; mai smettere di sognare..
Per rilanciare il calcio femminile in Italia dove si deve puntare e dove si può migliorare?
Penso che rilanciare una cosa che non è mai stata lanciata è un po’ difficile.. Quindi secondo me il primo passo dovrebbe essere il fare pubblicità al Calcio Femminile. Viviamo in una società, dove il calcio è al centro dell’interesse della maggior parte della popolazione e perché non dare visibilità anche a noi Donne?
Un’idea potrebbe essere un canale tv dove si trasmettono i risultati, le classifiche o le news del Calcio Femminile! Infondo che male può fare?
Perfetto Giorgia, grazie mille e ti auguro da parte mia e di tutta la redazione di Calcio Femminile Italiano una splendida stagione ricca di soddisfazioni per te e tutta l’Atalanta Nerazzurra Femminile!