Si parla spesso di quali siano le principali differenze nella gestione tra squadre maschili e femminili, soffermandosi su dettagli di natura tecnica, tattica e, naturalmente, di struttura fisica.
Ma cos’è che può fare veramente la differenza una volta elaborati gli argomenti appena citati? Sicuramente il ruolo chiave in questo senso è quello della comunicazione.
Un allenatore che si approcci al femminile deve sapere sin da subito che con le ragazze è necessario utilizzare tono e linguaggio poco “aggressivi”, ma soprattutto è importante spiegare nel dettaglio il tipo di lavoro che si va a svolgere nelle sessioni di allenamento e la sua utilità ai fini della crescita tecnico-tattica in vista delle partite , dimostrando la propria competenza e risultando coerente tra quanto spiegato e quanto poi verificatosi.
Una comunicazione efficace dev’essere funzionale alle individualità della rosa (ogni giocatrice necessità di un contatto diretto e costruito “su misura” per lei) e al collettivo.
La gestione delle dinamiche di gruppo passa in primis proprio dalla cura che il tecnico ha nella comunicazione con le singole atlete e con il gruppo squadra, come ad esempio può avvenire in un discorso pre-partita, o al termine del primo tempo, o ancora durante lo svolgimento della partita stessa: coerenza, tono deciso ma misurato, capacità di motivare e mantenere alta la concentrazione delle giocatrici, anche singolarmente quando il caso lo richiede, senza incorrere nel rischio di sottoporle ad uno stress eccessivo; loro hanno bisogno del proprio allenatore, devono sentirlo vicino.
Il tecnico vincente, nel femminile, è colui che non necessita di urla, strilli, imprecazioni e quant’altro, ma bensì un uomo o una donna che sappia guidare la sua squadra grazie al proprio temperamento, che riesca a plasmarla a propria immagine, un leader silenzioso in grado di trovare la via migliore per giungere ad un’intima intesa con ciascuna delle proprie atlete.
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