Daniela Sabatino, capitano del Sassuolo, ha parlato alla Gazzetta dello sport della chiusura del campionato di serie A e della possibilità dei playoff e playout
Daniela Sabatino è un monumento del calcio femminile. Del passato, presente e futuro, perché a quasi 35 anni — li compie il 26 giugno — non ha nessuna intenzione di smettere di fare gol. Scorrendo il suo score, ci s’impressiona: è in doppia cifra di reti consecutivamente fino a oggi da quando nel 2003-04, ne segnò 28 in una sola stagione di Serie B nel Matese Bojano, squadra del suo amato Molise, con cui conquistò la doppia promozione fino in Serie A. Quest’anno, col Sassuolo, si è fermata a 12, vice capocannoniera dopo Cristiana Girelli e, sempre dopo la bianconera, miglior marcatrice azzurra in attività. Iniziamo dalla stretta attualità, quando non è stata ancora ufficializzata la non assegnazione dello scudetto alla Juve e si parla di possibili sorprese nel Consiglio federale di giovedì prossimo.
Sono contraria ai playoff e playout. siamo molto unite, o tutte o nessuna
Sei d’accordo nel non assegnare il titolo?
“No, la Juve lo avrebbe comunque vinto. E poi negli altri paesi è stato assegnato. Perché da noi no?”.
E da ex Milan, niente Champions con lo scontro diretto in casa con la Fiorentina.
“Se fossi stata ancora in rossonero sarei furiosa. A pari punti te la devi giocare. Strano comunque aver deciso Champions e retrocessioni e non scudetto”.
Riguardo la ripresa del campionato, avete scritto una lettera (inviata collettivamente alla Figc come sindacato): “Siamo confuse”. Su cosa esattamente?
“Noi calciatrici abbiamo aspettato che Figc e club prendessero una decisione. Ripresa sì, ripresa no, e siamo arrivate ai primi di giugno ancora con troppi interrogativi, soprattutto non gli stessi per tutte”.
Anche tu era contraria a playoff e playout?
“Sì, proprio perché siamo molto unite o, tutte o nessuna, anche per principio visto che come il Sassuolo, c’erano altre squadre a metà classifica che non potevano migliorare o peggiorare la posizione”
Tra l’altro, c’erano forse i tempi tecnici per finire tutte le sei giornate di campionato.
“Forse a fine maggio sì, avevamo bisogno minimo di quattro settimane di preparazione. Personalmente, io che amo il calcio avrei comunque giocato, luglio, agosto, in qualsiasi momento”.
E alla Nazionale che gioca a settembre per l’Europeo, servite rodate…
“Spero che ci dicano subito con precisione l’inizio del campionato. Il 17 settembre c’è Israele in casa, il 22 andiamo in Bosnia. Sappiamo che a settembre non si è nelle migliori condizioni, poi dopo sei mesi di attività discontinua…”.
Come Sassuolo vi eravate organizzate dal punto di vista sanitario, sulla scia del maschile?
“Sì, il club era pronto e voleva riprendere. Ci ha dato la possibilità di allenarci, di fare test sierologici, ha messo a disposizione un campo”.
Il ritorno delle straniere forse è stato il più grosso problema. Le vostre c’erano tutte?
“Ancora no, ma erano disposte a tornare subito senza problemi”.
Tu anche questa stagione sei andata in doppia cifra di gol, la diciassettesima di fila…
“Sono contenta della mia carriera e non ho alcuna intenzione di smettere. Il mio biettivo è l’Europeo 2022 cercando di mettere in difficoltà la c.t. Bertolini”.
Come ti inserisci, da prima punta classica, nell’attacco azzurro, in cui c’è tantissima libertà di movimento?
“Mi adeguo alle richieste della c.t. di fare tanto movimento e agire da primo difensore. Quando gioco con Cristiana (Girelli, ndr) però torniamo allo schema prima e seconda punta. Siamo molto diverse, lei ha più visione di gioco, in passato ha anche giocato a centrocampo e si adatta in tutti i ruoli. Giocavamo insieme a Brescia, mi ha permesso di fare tantissimi gol”.
Credit Photo: Arnaldo Cavallotti