Luca Bendoni, founder di Il Calcio Femminile, è intervenuto ai nostri microfoni parlando della situazione in cui perversa il calcio femminile in Italia.
Ciao Luca, è notizia di pochi giorni fa quella che vede la Serie A femminile data per terminata, secondo te è stata presa la giusta decisione?
“Trovo che sia parecchio complicato giudicare una scelta così importante, in un momento così delicato. Certo è che l’immagine del calcio femminile non ne giova: il movimento veniva da un percorso di crescita costante e tale decisione potrebbe mettere a rischio questo andamento positivo. E’ anche vero che molti club, a mio modo di vedere, difficilmente sarebbero riusciti a rispettare il protocollo, per una questione strutturale e/o economica. Dobbiamo capire che il calcio in rosa sta crescendo, ma che ancora molti club delle serie maggiori (A e B) hanno difficoltà e difficilmente possono reggere una crisi come questa. In fin dei conti, abbiamo visto tornare nei centri sportivi solo Juventus e Milan, a pieno regime, e il Sassuolo, con allenamenti individuali; questo deve essere un monito del fatto che molti club – per le più disparate ragioni – non siano ancora pronte a fare il grande salto che presto ci aspettiamo dal movimento.”
Con il blocco della massima serie, è stata apportata la tanto attesa riforma della Serie B che da 12 passerà a 14 squadre. Credi che con questo cambiamento la serie cadetta possa essere valorizzata al massimo?
“Se sulla decisione di chiudere la Serie A anticipatamente conservo i miei dubbi, su questa non ne ho. La Serie B è un campionato in costante crescita; il livello si sta alzando grazie agli investimenti dei club e ad arrivi importanti dalla A e dall’estero. Il gap tra prima e seconda lega continua a ridursi, ma è ancora ampio, e trovo che sia giusto aumentare il numero di squadre in corsa. La decisione è ancor più corretta se pensiamo a quanto successo quest’anno: promuovere le prime di tutti e quattro i gironi di Serie C è stata la migliore scelta, evitando di tornare in campo ed escludendo la possibilità dell’uso dell’algoritmo per stabilire le promosse. Allargare il format, dunque, potrebbe davvero essere la chiave per una B spettacolare!”
Con una lettera uscita alla vigilia del Consiglio Federale, le calciatrici ci hanno messo la faccia ed hanno espresso il loro sconforto per la situazione attuale. Questo schierarsi duramente quanto potrebbe smuovere le coscienze di chi di dovere?
“Questa presa di posizione ha certamente smosso le coscienze di chi di dovere e continuerà a farlo. Le ragazze credono davvero in ciò che fanno ed hanno una grande voglia di arrivare. D’altronde, partono con un obiettivo: ridurre il gap con i colleghi maschi e con i movimenti esteri. E credo che sia proprio questo target a renderle determinate. Si sono schierate per i loro diritti ed hanno fatto bene! Ma ciò che ancor di più colpisce è che lo abbiano fatto assieme, senza badare agli interessi dei singoli club, ma guardando oltre il proprio orticello, nella speranza di una continua crescita.”
Un anno fa eravamo in estasi per l’inizio del Mondiale in Francia ed oggi ci troviamo ad affrontare una delle crisi più nere del calcio femminile in Italia. Credi che il movimento possa rialzarsi da questo brutto periodo?
“E’ una domanda certamente difficile. Difficile proprio perché non c’è chiarezza: non si capisce quando si ripartirà, non si sa nulla sugli investimenti, alcuni sponsor potrebbero ritirarsi dal femminile, alcuni club potrebbero fallire. E’ una situazione complicata e credo che il tema vada affrontato con le pinze. Detto ciò, credo che la forza delle calciatrici sia proprio quella di risollevarsi, o comunque di farsi vedere positivamente, anche se non messe nelle migliori condizioni. Ce lo hanno dimostrato negli anni passati, poi al Mondiale e in questa stagione. Il calcio in rosa tornerà a brillare, ancor più di prima, crescendo nei periodi più difficili, come questo. “Cadere per rialzarsi”, motto saggio e, quanto mai, adatto a questa situazione.”
Nonostante le difficoltà del momento, bisogna immediatamente pensare al futuro di questo sport. Quali credi siano le misure da prendere affinché il calcio in rosa possa vedere un futuro proficuo?
“Può sembrare scontato, ma la prima misura che deve assolutamente arrivare nel giro di qualche anno è il professionismo. Il quale deve essere per forza accompagnato da tutele in favore delle atlete, come un minimo salariale dignitoso, maggiore chiarezza nel caso di maternità, miglioramento delle strutture, maggiori investimenti e molti altri punti. Questa crisi ha rallentato l’arrivo del professionismo femminile: è brutto da dire, ma ora, purtroppo, ci sono situazioni più gravi da risolvere. Ciò nonostante è fondamentale che le sportive del nostro Paese non vengano assolutamente dimenticate! Finita quest’emergenza sarà necessario ripartire con più vigore di prima, non solo sul campo, ma anche sul fronte tutele. Non dobbiamo mai dimenticare gli sforzi fatti dalle precedenti generazioni di calciatrici: da anni si combatte una battaglia e servirà non farsi abbattere, ma continuare, ripartendo dagli stessi ideali.”
La Redazione di Calcio femminile Italiano ringrazia Luca Bendoni per la sua disponibilità.