Una laurea da festeggiare, una grande stagione con la maglia azzurra, il sogno della nazionale e la voglia di continuare a crescere: la nostra Cecilia Prugna, neo laureata che si è raccontata in un’intervista a TuttoSport.
 
Dottoressa Cecilia Prugna, dovremo chiamarla così d’ora in poi?
«Non credo che al campo mi farò chiamare così, ancora mi suona troppo strano e non mi girerei. Sono veramente soddisfatta. Quando ho saputo che l’avrei fatta per via telematica all’inizio mi è dispiaciuto, ma è stata comunque una bella esperienza. Ho discusso la tesi in videochiamata con i professori e la commissione. In stanza con me, a casa, c’erano i miei genitori che a loro volta hanno videochiamato altri amici e parenti per far assistere anche loro».
 
Si è laureata al Dams con 105/110 e ha discusso una tesi particolare.
«Non sono mai stata legata al voto ma mi ha fatto piacere. Il titolo della mia tesi è “David Bowie, decadentismo e artificio”. Nei confronti di questo artista, che mi ha appassionato come musicista, sono sempre stata combattuta fra attrazione e avversione perché non sempre ho capito tutti quei cambiamenti. E questo mi ha spinto a voler indagare di più».
 
Lei invece nella sua carriera non ha mai cambiato.
«Sono sempre stata nella stessa realtà e praticamente la stessa squadra cioè prima al Castelfranco che poi è diventato Empoli. E sempre con lo stesso allenatore. Mi trovo benissimo qui, sia come ambiente che come staff».
 
Ma ha mai pensato ad un altro club?
«A volte mi chiedo come sarebbe un cambiamento totale. Un po’ mi spaventerebbe ma dall’altra parte mi incuriosirebbe. A Empoli sto bene, a volte penso a come sarebbe una nuova esperienza anche a livello personale».
 
Lei ha un rapporto speciale con il suo allenatore.
«Alessandro Pistolesi mi ha fatto esordire in prima squadra a 14 anni. Mi ha dato fiducia e mi ha fatto crescere. Lo devo ringraziare».
 
Lei è molto giovane ma è già una delle migliori nel suo reparto, si sente anche una leader a Empoli?
«Non mi definirei così perché è Di Guglielmo la nostra leader, ma io credo di essere una sorta di colonna portante anche per quanto conosco l’ambiente».
 
Chi è la migliore della serie A nel suo reparto?
«Giugliano e Cernoia mi piacciono tanto entrambe. Sono le centrocampisti con più qualità, hanno numeri e una marcia in più. Il mio punto di riferimento ed esempio è invece Giulia Orlandi che è stata la prima stagione di serie A con noi».
 
Prima dello stop stavate disputando una buona stagione.
«Stavamo facendo bene, oltre le aspettative iniziali con soddisfazioni di squadre e personali. Per me in più il riconoscimento della convocazione nell’Italia Under 23 con l’esordio in Olanda».
 
Il sogno è la Nazionale maggiore?
«È l’aspirazione di ogni calciatrice poter rappresentare il proprio Paese. Ho voglia di mettermi in mostra, sarebbe un vero sogno che però mi sembra sempre più vicino».
 
Qual è stato il momento più bello della stagione?
«Ne dico due. La vittoria a Milano contro le rossonere e l’esordio al Castellani con la Juventus. Aver avuto la possibilità dalla società di giocare in quello stadio è stato fantastico».
 
Ha realizzato sei reti in stagione. Qual è il gol del cuore?
«Contro il Tavagnacco per l’importanza. È stato bello come realizzazione ed è stato premiato come gol della settimana, ma più che altro è stato decisivo in chiave salvezza».
 
La vostra formazione rappresenta i valori tradizionali dell’Empoli.
«Sì perché è una squadra giovane e anche Pistolesi non si fa condizionare dall’età. Pure il nostro capitano è Di Guglielmo che è cresciuta qui come me e anche lei ha soltanto 23 anni».
 
È stata dura unire il calcio con lo studio?
«Organizzarsi fra Pisa dove sono nata, Empoli dove gioco e Firenze dove avevo le lezioni è stato complicato. Il calcio per fortuna ci prende sempre più tempo però dall’altra parte non c’è un contributo economico che permette di non fare altro. Speriamo cambi a breve qualcosa a livello di professionismo».
 
Durante questo periodo vi allenate?
«Con sedute individuali a casa secondo le tabelle che ci ha dato lo staff. Ci fanno sudare anche da casa ma non vediamo l’ora di tornare al campo».
 
Ha un punto di riferimento nel calcio maschile?
«Il mio idolo è sempre stato David Beckham e da bambina vedevo in continuazione i suoi video. È un calciatore di grande intelligenza».
 
Lei ha scaramanzie?
«Ne abbiamo tutte tantissime. Io, quando siamo a centrocampo, prima del fischio iniziale e i capitani si salutano, mi abbasso, mi tocco le scarpette e penso a tutte le persone che mi hanno permesso di essere lì. In più mi lego sempre un nastro bianco intorno al polso».
 
Quando l’emergenza sarà finita cosa farà?
«Festeggerò tutto insieme, cioè la fine della quarantena e la mia Laurea».
 
Credit Photo: Empoli Ladies