“ll calcio per me è amicizie che durano nel tempo, amori, città, viaggi, sfide, impegno, condivisione, uguaglianza. Non ha confini. E’ un istinto primario. E’ essenzialmente la mia vita. A 8 anni volevo essere Maradona. Sono diventata Patrizia Panico, ma prima di tutto sono stata Bruscolo. E questa è la mia storia.”
Il libro è dedicato principalmente ad un pubblico di ragazzi e ragazze, ma non solo. Si tratta di una biografia scritta però come se fosse un romanzo. Valeria Ancione racconta la storia di Patrizia Panico, tra le calciatrici più famosa della storia del calcio femminile in Italia. Nata a Roma, inizia l’avventura calcistica da giovanissima: a 13 anni entra nelle giovanili del Borussia (che nulla ha a che fare con la squadra tedesca) in serie C.
“Se resisti e insisti a far valere le tue ragioni non ci proverà più nessuno a piegarti. Anche se di solito funziona in strada e non con i genitori.”
All’inizio infatti doveva lottare non solo contro i pregiudizi sociali che vedevano il calcio come un’esclusiva maschile, ma anche contro i genitori. La perseveranza però è tra le sue doti fondamentali: a testa bassa ha iniziato a lavorare e macinare chilometri sui campi da calcio di periferia fino al grande salto nella massima serie.
L’esordio in A avviene a 19 anni con la maglia della Lazio CF, il vero salto di qualità però si ebbe nel 1997 con il passaggio al Modena: si forma la coppia d’oro con Carolina Morace, anche lei nell’olimpo delle migliori giocatrici italiane nella storia del calcio femminile.
La calciatrice si è ritirata dal calcio giocato nel 2016, dopo essere stata nominata dalla UEFA testimonial per la finale di Champions League disputatasi a Reggio Emilia nello stesso anno. La bacheca è invidiabile: 10 scudetti e per 14 volte vincitrice del titolo di capocannoniere della serie A. Con la maglia azzurra è lei a detenere il record di presenze e gol: 204 apparizioni e 110 reti.