Originaria della provincia di Como, Elena Cascarano nasce a Erba il 7 Aprile 1989.
Dopo i primi inizi di gioco di calcio con i maschi, nel 2001 entra a far parte della società Comasca del Como 2000. Squadra a cui a distanza di anni appartiene ancora.
Laureata in Scienze Motorie, nel 2015 per motivi lavorativi si sposa per un anno a Gravesend in Inghilterra come insegnante.
La stagione 2015-2016 si riapre per lei con il ritorno in Serie A.
Sei sempre stata “fedelissima” alla Como 2000: da cosa è nato il tuo attaccamento per la società Comasca?
Sì, è vero. Sono nata e cresciuta in questa società. Dopo aver giocato 6 anni con i maschi, sono approdata a Como quando avevo circa 12 anni e da quel giorno non ho più voluto cambiare. Como è la mia città: mi sono innamorata di questa maglia, di questi colori e la Como 2000 è la mia seconda casa!
Dopo un anno, di pausa sei tornata ad allenare le Giovanissime. Che progetto hai con loro? Meglio allenare o giocare?
Due anni fa ho deciso di dedicarmi completamente alla società mettendomi in gioco con il settore giovanile. È stata una bellissima esperienza che ho voluto ripetere quest’anno dopo essere stata all’estero. Ho sempre allenato squadre maschili ma nel 2014 ho sentito il desiderio di condividere la mia passione con ragazzine che tra qualche anno potrebbero ambire al mio posto in prima squadra.
Il progetto quest’anno è quello di fare meglio possibile: non tanto come risultati ma come crescita di ogni singola giocatrice. A fine stagione vorrei che le più grandi fossero pronte ad affrontare un campionato primavera e che le 2003/04 formassero un gruppo solido per dare alla Como 2000 un settore giovanile competitivo e invidiabile dalle altre società.
Giocare o allenare? Per ora ti rispondo giocare. L’emozione del pre partita, l’ansia dei 3 punti, la fatica ripagata direttamente sul campo, le compagne pronte ad aiutarti sempre.
Hai trascorso tutta la tua vita calcistica in questa società, l’hai vista crescere, trasformarsi.
Come ti piacerebbe vederla nel futuro?
A Como in questi anni sono cambiati gli interpreti (giocatrici, allenatori, dirigenti, staff ecc…) ma una cosa non è mai cambiata: la voglia di riproporsi ogni anno con ambizione è dedizione. Mi piacerebbe che nei prossimi anni si potessero avere strutture migliori e risorse economiche da consentire una crescita esponenziale senza però mai dimenticare da dove si è partiti. Spesso i soldi e la “fama” fanno perdere il vero senso dello sport. Mi piacerebbe che la società si avvicinasse al modello Brescia Femminile che a mio parere è il migliore in Italia.
Dopo il calcio cosa c’è nella tua vita?
Oltre a giocare e ad allenare femmine e maschi, lavoro come insegnante di Educazione Fisica nelle scuole superiori. Il calcio è “solo” una passione a cui dedico qualche ora alla settimana.
Finalmente il ritorno in Serie A. Un nuovo allenatore, una nuova avventura, nuove compagne. Vi sentite pronte alla stagione?
Dopo un anno di fatiche, sacrifici e impegno siamo riuscite a gioire all’ultima giornata. Tutto il lavoro fatto è stato riparato con la promozione in massima serie. La prima per me ottenuta direttamente sul campo.
Forse non abbiamo ancora ben realizzato cosa ci aspetterà quest’anno ma stiamo provando a farci trovare pronte per la prima di campionato. Non sono nuova della categoria e so che sarà davvero impegnativo.
Cosa pensi serva nel mondo calcistico italiano per migliorarlo? Cosa manca in più rispetto alle società non italiane?
Come dico spesso a chi mi pone questa domanda, sono convinta che il problema del nostro mondo in Italia sia la cultura maschilista e retrograda. Lavoro spesso a contatto con i bambini e il concetto che passa fin da piccoli è che il bambino debba giocare a calcio e la bambina debba praticare danza o ginnastica artistica. Per l’italiano medio il calcio è uno sport esclusivamente maschile in quanto fisico. Senza capire che può esistere un calcio diverso: più tecnico tattico e meno fisico.
Debellare questa idea non è impossibile ma occorrerà lavorare per dare alle ragazzine le stesse opportunità di crescita che hanno i maschietti coetanei, in modo da alzare il livello tecnico delle bimbe e rendere questo sport più apprezzabile.
Un ringraziamento a Elena Cascarano e alla società del Como 2000 per la disponibilità dell’intervista. Vi auguriamo un grande “in bocca al lupo” per la nuova stagione in A.