Nella sua ricerca Maurizio Valenti, docente di Management dello Sport presso l’Università di Manchester, analizza gli approcci più adeguati per favorire sostenibilità e crescita del movimento
Il 2019 è stato un anno particolarmente importante per il calcio femminile in Europa. Lo testimonia il successo in termini di seguito e ascolti del Mondiale di Francia, ma anche la crescita esponenziale degli spettatori presenti sugli spalti delle partite tra squadre di club: dai 61mila di Atletico Madrid-Barcellona ai circa 40mila di Juve-Fiorentina, fino ad arrivare ai 90mila biglietti venduti per l’amichevole tra Inghilterra e Germania disputata a inizio novembre a Wembley.
Sebbene l’interesse degli appassionati e dei media stia lievitando, l’attuale assetto finanziario del movimento dimostra che il modello tradizionale basato sui ricavi commerciali e sui diritti televisivi potrebbe richiedere del tempo prima di diventare sostenibile. Partendo da questa considerazione, Maurizio Valenti ha fotografato lo scenario del calcio femminile in Europa nella sua ricerca ‘Exploring club organization structures in European women’s football’ (‘Gestione e strutture organizzative dei club di calcio femminile in Europa’), uno studio supportato dalla FIGC e riconosciuto dalla UEFA tramite l’assegnazione del finanziamento collegato all’UEFA Research Grant Programme.
Per trasmettere alle istituzioni sportive le informazioni relative agli approcci più adeguati per favorire sostenibilità e crescita del movimento, Valenti ha tracciato un quadro delle pratiche organizzative e gestionali dei club femminili, esplorando nello specifico il fenomeno dell’integrazione tra club maschili e femminili. La ricerca, redatta dopo aver inviato un questionario alle 507 società che competono nelle 55 Federazioni nazionali appartenenti alla UEFA, ha anche lo scopo di aiutare gli addetti ai lavori a comprendere meglio i vantaggi, gli ostacoli e le criticità che i club si trovano ad affrontare.
I punti chiave della ricerca possono essere così riassunti:
- Sono due i modelli di struttura organizzativa presenti nel contesto europeo: club indipendenti e club integrati. I club indipendenti (30,4% del campione intervistato) sono quelli che si occupano di amministrare una squadra femminile in maniera autonoma, mentre i club integrati (69,4%) sono quelli associati a una società maschile, e che collaborano con essa in almeno un’area di interesse (marketing, processi decisionali, condivisione delle strutture etc.). Tuttavia, va specificato che esistono diversi gradi di coinvolgimento tra le sezioni maschili e femminili dei club integrati;
- La grande maggioranza delle squadre integrate femminili ha dichiarato che la loro collaborazione con un club maschile è vantaggiosa per una serie di motivi (accesso alle strutture, ambiente professionale, visibilità, marketing etc.);
- Indipendentemente dalla forma di organizzazione, le donne sono sottorappresentate nei ruoli tecnici del calcio femminile (più del 75% degli allenatori sono uomini), mentre esiste un rapporto di genere più equilibrato per quanto riguarda dirigenti e personale medico;
- Nel complesso, l’ingresso di club integrati nel calcio femminile contribuisce a migliorare la visibilità e la professionalizzazione del movimento. Ma, allo stesso tempo, questo rischia di creare notevoli disparità con i club indipendenti, che alla fine portano squilibri sia dal punto di vista finanziario che sportivo;
- I fattori alla base della decisione delle squadre di calcio professionistiche maschili di avviare una sezione femminile assomigliano a driver di azioni di responsabilità sociale d’impresa. Di fatto, i club puntano a ottenere vantaggi legati all’immagine e ad aspetti legati al capitale sociale e culturale;
- Se l’obiettivo della UEFA e delle singole Federazioni nazionali è di incoraggiare l’ingresso delle squadre integrate nel calcio femminile, queste istituzioni possono evidenziare i risultati raggiunti dai club integrati (migliore immagine e reputazione, la possibilità di entrare in nuovi mercati e maggiore attenzione alle questioni socio-culturali, come per esempio la parità di genere) per ispirare quei club che non hanno ancora una propria sezione ‘women’ ad avviare una collaborazione con una squadra femminile;
- Oltre alla dimensione sportiva e finanziaria, i club integrati hanno bisogno di assistenza per valutare gli impatti delle loro iniziative nel calcio femminile;
- La sostenibilità finanziaria rimane fondamentale per lo sviluppo del gioco femminile. Bisognerebbe favorire una discussione tra tutti gli stakeholdersper cercare strade alternative al modello di business – finora mai messo in discussione – basato su ricavi commerciali e diritti TV;
- L’attuazione dei meccanismi di solidarietà e la revisione dei format delle competizioni nazionali e continentali sono identificati come strumenti pratici per risolvere gradualmente alcune delle sfide che il calcio femminile deve affrontare;
- Modelli alternativi per sostenere il calcio femminile includono lo sviluppo di interconnessioni più forti con le istituzioni sociali e governative che lavorano su obiettivi comuni (come, ad esempio, aumentare la partecipazione delle donne nello sport).
Credit Photo: FIGC