Freddo, pioggia scrosciante e un terreno inevitabilmente dissestato, non hanno frenato un Brianteo gremito sugli spalti, assicurando un grande spettacolo in campo. La Juve parte bene, e il Milan la riacciuffa. Due volte lo stesso copione. Le ragazze di Ganz evitano così la fuga bianconera in classifica lasciando ben quattro squadre nel giro di soli quattro punti nelle prime posizioni. La copertina della partita è tutta inevitabilmente per Francesca Vitale, che di testa trova la rete del pari all’ultimo respiro.
Bianconere avanti con l’autorete di Fusetti, primo pareggio rossonero grazie a Conc, quindi il 2-1 con Staskova e il definitivo pareggio rossonero firmato Vitale.
È stato un 2-2 al cardiopalma al Brianteo di Monza reso pesantissimo dalla pioggia che però non ne ha limitato le emozioni del grande match. Sotto due volte, le rossonere alla fine la riacciuffano allo scadere mantenendosi al secondo piazzamento, a 2 punti dalle bianconere. Il Milan parte bene con il 4-3-3 di Ganz, che vede capitan Giacinti molto ispirata davanti, con una Bergamaschi che parte alta a sinistra e Lady Andrade a destra.
Coach Guarino invece sceglie e opta per un 4-3-1-2 ad attacco flessibile, perché estremamente mobile con Girelli e Aluko che si allargano e stringono a seconda dei movimenti di Rosucci, che spesso ha oscillato fra “falso nueve” e mezzala di centrocampo. Cernoia ha libertà di cambiare fascia per non dare punti di riferimento quando non punge con il solito movimento ad accentrarsi dalla destra e rientrare. In difesa reggono bene l’urto le due centrali titolari, Gama e Sembrant, anche se grande si è mostrata essere l’occasione per il Milan dopo appena una manciata di secondi: a causa del campo scivoloso Sembrant sbaglia l’intervento mettendo Giacinti a tu per tu con Giuliani, il portiere della Nazionale però si supera in angolo, non lasciando spazio a novità sulla sua prontezza. Neanche un minuto, e sarà ancora Giacinti a scaricare dal limite sulla traversa. La Juve si accende e al 7’ con Sembrant che, salita su calcio piazzato, sfiora il palo di testa. All’11’ è Aluko a sciupare una grande occasione dopo un alto campanile pronto a liberarla a centro area: il tiro di prima però, risulta essere debole. Le ragazze bianconere scandiscono il vantaggio al ventesimo grazie al lancio lungo da compasso sulla sinistra per Cernoia, che guizza via a Vitale e mette rasoterra in mezzo, ma è Fusetti a deviare nella sua porta nel tentativo di anticipare Rosucci. Favorite dal terreno pesante e da un’ottima preparazione fisica le bianconere controllano la gara grazie anche a un collettivo più compatto e ordinato. Il grande cuore del Milan si ritrova tutto nella grinta di Valentina Giacinti, che come una leonessa ha morso le caviglie alle avversarie per tutto il tempo, andando a recuperare palla sulla trequarti, ma pur sempre apparendo poco pericolose in avanti.
Nella ripresa Aluko resta nello spogliatoio bianconero, e al suo posto coach Rita pesca dal cilindro la ceca Staskova, per dar peso e fluidità all’attacco. Ma sarà proprio al quindi della ripresa che il Milan la riagguanta: Hovland scodella una punizione in area, Heroum fa sponda e la slovena Conc in mischia insacca di piatto sinistro il suo quarto gol in campionato, agguantando lo scettro momentaneo della migliore marcatrice rossonera. Il Milan del secondo tempo è stato decisamente diverso, più reattivo sulle prime e le seconde palle.
Eppure, sarà proprio nel mezzo del secondo tempo, precisamente tra il ventiduesimo e il minuto ventitre, che si deciderà la partita con le mosse decisive dalle panchine: Guarino a centrocampo dando freschezza con Caruso per Rosucci, e Ganz che inserisce la carta Salvatori Rinaldi, tre gol in campionato, al posto di Lady Andrade.
Il vantaggio bianconero arriva al trentaseiesimo con la nuova entrata Staskova che su assist di Cernoia dalla destra, non perdona.
Tuttavia, la doccia fredda per la Juve, arriverà proprio al terzo di recupero, ancora su una punizione lunga in area, dove a svettare in area sarà proprio il terzino Francesca Vitale, che con uno splendido avvitamento di testa segna il 2-2 proprio sotto la Curva Sud.
La partenza della Vecchia Signora è stata dettata da ritmi iniziali bassi e lenti, contro le padroni di casa che hanno ben palleggiato, non dando mai veramente l’impressione di soffrire, dato che quello delle rossonere, è stato un calcio molto semplice: nel momento in cui il Milan riusciva a liberare il passaggio per il mediano o per le mezzali, le rossonere tentavano di imbastire trame di gioco con un attacco diretto verso la punta pronta a tagliare verso l’esterno, oppure direttamente verso i tornanti, ma con scarso risultato. Il ritmo dunque non è stato mai abbastanza preoccupante per le ospiti.
Eppure, tutto il carattere e la chiara volontà di invertire il senso di marcia della gara in un unico senso per la compagine di Ganz si sono visti tutti nella seconda frazione di gioco, come detto . Il gol della Vitale descrive perfettamente il connubio tra classe e talento di un gruppo pronto a sacrificarsi nei vari ruoli, con potenza, precisione e coordinazione, marcando profondamente la linea sottile tra cooperazione e il famoso “crederci” fino in fondo.
Tuttavia la Juve ha giocato il calcio che tanto piace a mister Guarino: raziocinio e molta calma, senza mai perdere il controllo della gara, anche se nella prima fase le rossonere hanno mantenuto più a lungo il possesso palla mascherando possibili fragilità juventine. Ma al netto di qualche lieve imprecisione o piccola sbavatura difensiva, le bianconere si sono comportate bene, a parte la sbavatura nel finale sorniona, capace di sfoderare al momento giusto la calciatrice adatta per disarticolare la gara e risolvere l’equazione del momento. S
Il momentaneo vantaggio aveva tolto ogni velleità alla squadra avversaria, che sembrava subire una mutazione genetica un pò contraddittoria, perchè sì giocava in maniera elegante nonostante le pozzanghere e il pallone deviato ad ogni lisciata d’erba, ma senza più quel feroce mordente con il quale la scorsa stagione proprio lei aveva strappato dei punti d’oro per la classifica, insegnando come effettivamente non si debba mai abbassare la guardia.
Pareggio che paradossalmente può assumere per le ragazze scudettate ancor più importanza se si pensa anche alle difficoltà nel riprendere col giusto passo dopo la sosta Nazionale, e al non abbassare la guardia nei momenti di stasi.
Una sfida che non ha avuto bisogno di alcuna presentazione.
Una sfida che già di per sé riesce a farsi spazio tra le emozioni di ognuno di noi, nonché da eco nelle nostre menti. Un’altra pagina storica del calcio femminile, è pronta ad essere incisa col pennino indelebile.
Si vive per ciò in cui si crede. E ci si batte per questo. Soprattutto se ciò vuol dire soffrire, senza mai smettere di credere in se stessi. Nei momenti di difficoltà le bianconere e le rossonere ci hanno mostrato come dare il meglio di sé.
Arrivare fino a qui, avere attirato l’interesse di un paese intero o almeno la curiosità degli italiani e poi spegnersi era inaccettabile, insopportabile e la sola idea di sprecare un’occasione costruita per generazioni pare essere bastata a dare la sveglia. Cambio di schema, cambio di rotta, e si spera un cambio di teste.
Mi piace chi non molla mai, chi esce di scena strappando stupore senza lasciarsi dettare dai dettami e giudizi scontati della massa, stravolgendone gli schemi e seminando sorprese. Le ragazze di questa Serie A, sanno di tutto ciò.