Vincere un campionato e andare in Serie B, perdendo solo una partita, sembra non bastare alla Lucchese femminile, che si è vista costretta ad emigrare a San Giuliano Terme per giocare, visto che a Lucca nessuno è stato in grado di fornirgli un campo omologato alla categoria. Né il comune né la Lucchese Libertas, con la quale c’era stato un sodalizio (ora interrotto), sono riusciti a fare qualcosa per questa società che nella sua storia vanta anche la presenza in Serie A.
Marco Chiocchetti, presidente del sodalizio, ha voluto fare chiarezza sulla questione con la Lucchese. “Abbiamo raggiunto la serie B disputando un campionato esaltante, a coronamento di un lavoro iniziato tre anni fa – spiega Chiocchetti. – La Serie B è un altro mondo e ci andremo a scontrare con squadre come la Juventus e il Torino. Quindi, non solo abbiamo dovuto rinforzare la squadra con sei bimbe nuove venute da Livorno e da Pisa, ma ci siamo dovuti anche operare per trovare un campo omologato alla categoria. Mentre a Lucca siamo dovuti andare a chiedere le cose in ginocchio, senza tra l’altro ricevere niente, a San Giuliano siamo stati accolti a braccia aperte perché credono molto in questo movimento che sta crescendo in maniera esponenziale. Volevamo solo precisare – continua il presidente Chioccetti – che non scappiamo da Lucca per nostra volontà, ma avevamo bisogno di una struttura che valesse la categoria. Speriamo che qualcuno a Lucca capisca l’importanza di avere una squadra femminile in Serie B, visto che in altri sport femminili c’è molta più attenzione da parte di imprese e istituzioni”.
A proposito di sponsor e aiuti economici, vuole dire la sua anche Sandro Bengasi. “Siamo diaspiaciuti di dover andare in terra straniera a Pisa, ma siamo stati costretti a farlo – commenta Bengasi. – A Saltocchio non potevamo andare perché il campo è occupato dal settore giovanile e lo stadio è in possesso della Lucchese Libertas. Nessuno si è preso la briga di omologare un altro campo perché nessuno prende in considerazione la parte femminile del calcio, che invece è una realtà che sta crescendo esponenzialmente. Non é stata una nostra decisione andare a giocare a Pisa ma è stata una scelta forzata vista l’impossibilità di giocare a Lucca.
Altri sport a livello femminile come la pallavvolo e il basket vengono supportati in maniera massiccia da grandi aziende e dalle istituzioni, ma nessuno ha ancora capito l’importanza di una squadra femminile di calcio in Serie B a Lucca, dove non c’è neanche la squadra maschile a questi livelli. Rappresenteremo Lucca in giro per l’Italia durante un campionato d’elite, possibile che non ci sia nessuno, nemmeno il comune che voglia investire in una realtà così importante?”.
Il presidente Marco Chiocchetti riprende poi la parola, chiarendo come è andata la storia con la Lucchese e i rapporti con il comune. “A settembre dello scorso anno, quando facemmo la presentazione delle squadre, al Foro Boario, il direttore sportivo Giovanni Galli si auguró di poter iniziare una collaborazione con noi e il calcio femminile. Da li parti un dialogo con i dirigenti della lucchese nella persona di Bettucci. L’accordo doveva essere una sinergia per rafforzare Lucca non la parte maschile o femminile di questo sport.
La Lucchese aveva bisogno di aumentare gli ingressi allo stadio e noi raggiungiamo persone diverse da quelle a cui possono arrivare loro, e grazie a noi volevamo riportare linfa e tifosi al Port’Elisa – spiega ancora Chiocchetti.- Dal canto nostro, noi avevamo chiesto che nella feidussione della Lucchese, si aggiungessero altri 4mila euro per pagare anche la nostra, visto che per loro non sono molti. In più avevamo chiesto un campo omologato e un minimo aiuto per le trasferte ma quest’ultima era una cosa marginale.
Sembrava tutto perfetto ed eravamo tutti d’accordo, tantè che nella penultima riunione ci avevano detto che le promesse sarebbero state mantenute e che potevamo addirittura iniziare a stampare il nuovo logo.
Menomale abbiamo aspettatp –continua il presidente. – Perché dal nulla e senza dare spiegazioni è finito il tutto. Bettucci, anche un po’ irritato, ci ha detto che non se ne faceva più di nulla e noi siamo rimasti a piedi. Avevamo giocato con le loro maglie a Pontedera, dove abbiamo vinto il campionato, e in finale di coppa toscana, sembrava tutto pronto per poterci chiamare anche noi Lucchese Libertas e vestire i loro colori, ma è finito tutto di punto in bianco. In più, come se non bastasse – conclude Chiocchetti – Ci hanno pure portato via settore giovanile, perché quello che la Lucchese libertas ha presentato come propria squadra è in realtà il nostro di asd lucca 2003. Si è invece detto che quelle bimbe venivano da altre società, ma sono tutte cresciute nel nostro settore giovanile ed hanno rinnegato le loro radici. Si può decidere di andare a giocare dove si vuole, ma si deve sempre dire da dove siamo venuti, per rispetto. Adesso stiamo riformando il settore giovanile ripartendo dalle bambine a sette con un nuovo ds del settore giovanile. Per quanto riguarda il comune, non abbiamo ancora trocanto i ponti, perché ci hanno detto che potrebbero fare qualcosa in termini economici, ma ancora non ci è stato detto niente”.
Maria Giannecchini, moglie del compianto presidente Carlo Isola, visibilmente comossa e arrabbiata allo stesso tempo, ha voluto dire la sua riguardo alla situazione. “Io sono soltanto arrabbiata per questa situazione, perché Carlo ha dato tanto a questa società e a questa città, in termini umani ed economici – spiega la Giannecchini. – Ha portato l’acf in serie A, pagando enormi quantitá di soldi senza nessun ritorno economico ma solo spinto dalla passione. Per queste cose ci vuole onestá e mi dispiace che nessuno si interessi a noi o che addirittura qualcuno rinneghi le radici di dove si viene. Ci sono poche parole da dire, dico solo muovete le acque, perché tutti devono sapere che noi siamo sempre stati una societá onesta e voglio che tutti lo sappiano”.
La figlia di Maria Giannecchini, ha scritto una lettera aperta al padre che non c’è più per spiegargli la situazione. “Ciao Papi, ti scrivo come se tu fossi ancora qua. Ancora tra i campi da calcio, ancora in mezzo alle tue bimbe che hai sempre amato. Mi ricordo quando mi portavi allo stadio a vedere la partita la domenica, quando ancora piccola chiedevo palloni anziché le bambole, ma soprattutto mi ricordo quando ho iniziato a giocare a calcio di nascosto, perché tu non volevi, non volevi rientrare in questo mondo che ti succhia ogni energia, in questo mondo che se non ci sono sacrifici non vai avanti, in questo mondo che chi fa il vero lavoro di solito sta dietro le quinte e scende poche volte in campo. Di solito è quello con la maglia diversa, ma con un unico cuore, nel nostro caso GIALLO e BLU! Ti scrivo anche per chiederti scusa. Scusa perché da quando te ne sei andato sono successe tantissime cose a mio avviso inspegabili. Sono amareggiata dal vedere sui social che ci sono bimbe che rinnegano di aver giocato nell’ acf 2003 Lucca, genitori che non ti riconoscono la dedizione, le risorse e il tempo che hai profuso a questa squadra, a volte anche a discapito di impegni personali. Scusa perchè se tu fossi stato qui e avessi visto tutto questo ne avresti sofferto.
Tu amante del calcio onesto, del calcio di PAROLA, del calcio fatto di persone. Tu che credevi in un sogno e lo hai realizzato, tu che hai visto passare sotto la tua ala ragazze che adesso sono in alto, in nazionale, e ti ricordano con amore e stima. Non meritavi certo tutto questo. Spero che questo tuo sogno possa proseguire ancora per molto tempo. Hai lasciato un testimone pesante ma chi lo ha raccolto crede in ciò in cui credevi tu e se anche gli hanno fatto lo sgambetto ancor prima di cominciare, co che ce la farà, so che alla fine ne uscirà a testa alta. Ciao!”.