Maurizio Armani nato a Pisa il 28/7/1960, è il presidente del Pisa CF alla guida della società dalla stagione 2003-04 quando portò subito le nerazzurre in serie B e 2 anni dopo in serie A2. Dopo 4 anni di A2, nel 2010-11 la società rinunciò ad iscriversi a questo campionato ripartendo dalla serie C. L’anno scorso grazie ad un ripescaggio il Pisa è finalmente ritornato in Serie B, attualmente è purtroppo ultimo nel girone A della serie Cadetta. Nel palmares della società nerazzurra, oltre le tante promozioni, c’è la vittoria nella Coppa Toscana del 2003-04. Da ricordare anche la finale di Coppa Toscana del 2015-16 con il CF Florentia finita 2-2 e persa dal Pisa CF ai calci di rigore. Ascoltiamo però le parole del presidente.
Presidente ricorda i motivi che costrinsero la società a ripartire, nella stagione 2011-12, dalla serie C Toscana?
Sì, perché venne meno lo sponsor principale e la società fu costretta a ripartire dalla serie C perché non sarei riuscito a rifare un altro anno di A2. Scendemmo di 2 categorie perché non aveva senso nemmeno di fare la serie B che aveva gironi interregionali e costringeva comunque a lunghe trasferte. Per due anni di seguito siamo stati inseriti nel girone C e le trasferte portavano in posti lontani come Sicilia, Sardegna e Puglia. A parte Firenze, la trasferta più vicina era Perugia le altre tutte più giù.
L’attuale classifica forse non rispecchia i veri valori del suo Pisa, quali erano gli obbiettivi di inizio stagione?
Il nostro obiettivo all’inizio stagione era quello di fare un campionato a centro classifica, come sta facendo la Lucchese, invece purtroppo non è andata così. La Lucchese aveva iniziato male come noi ma poi si è ripresa e ora sta facendo un buon campionato. In conto avevamo messo anche il fatto che per noi ci sarebbe stato l’impatto con una nuova categoria, però ci aspettavamo qualcosa in più.
Come è il rapporto con la squadra maschile del Pisa?
Per il momento non c’è nessun rapporto, stiamo cercando di ottenere almeno un inizio di affiliazione, ma per il momento niente. Il problema è che non c’è l’obbligo per le squadre della Lega Pro di avere la prima squadra, ma basta per loro tesserare una ventina di bambine. Quello che succede a Pisa non è un fatto isolato, anche a Livorno credo ci sia lo stesso problema. Insomma manca una certa sensibilità su questa faccenda.
Com’è l’approccio deI tifosi pisani nei confronti della vostra squadra e del calcio femminile in generale?
Beh, sembra che ci sia interesse, molti mi chiedono notizie oppure si rammaricano dicendo per esempio, ‘domenica è andata male’, ma poi la domenica a vedere la partita non sono molti. Qui c’è un amore sviscerato per la squadra maschile e seguono soprattutto questa squadra. Il problema della poca affluenza, ma credo che non sia un problema solo nostro, è dovuto anche ai media, le TV e i quotidiani non danno risalto ai campionati del calcio femminile. A volte in macchina accendo la radio e anche le emittenti che parlano di calcio maschile, come Radio Blu, non accennano minimamente al femminile. Anche della Fiorentina Women’s che pure ha vinto lo scudetto, qui in Toscana ne sento parlare poco, ma veramente poco. Mi ricordo in occasione della prima partita di Champions della Fiorentina ho sentito un accenno da parte di Radio Blu durato non più di un paio di minuti. Concludo dicendo che se non si dà risalto sui giornali e sulle televisioni l’apporto del pubblico sarà sempre questo. Anche perché c’è ancora un po’ di pregiudizio, frasi del tipo ‘ma come giocare a pallone per una donna?’ sono ricorrenti. Insomma bisogna che cambi la cultura, manca la mentalità giusta. Può succedere che in occasione di partite come contro la Lucchese, il Livorno o il Florentia magari si muove più gente ma bisogna dire che la maggior parte del pubblico è formata da amici, parenti, genitori delle ragazze, poi sì c’è qualcuno al di fuori ma sono pochi. Sono convinto che se si va in altri paesi europei gli stadi sono pieni. E’ importante anche, a questo proposito, la nazionale italiana di calcio femminile i cui risultati potrebbero, come è successo nella pallavolo femminile, fare da trampolino di lancio a tutto il movimento portando più bimbe a voler giocare a calcio. A questo proposito necessiterebbe anche da parte dei genitori una maggiore elasticità mentale, e non ce n’è tanta attualmente, tante volte le bambine che vogliono giocare a calcio vengono mandate nella squadra di calcio maschile più vicina senza preoccuparsi di verificare se ci sia una società di calcio femminile che potrebbe accoglierle in maniera più adatta alle esigenze della bambina.
I giovani sono la linfa del futuro, com’è organizzato il settore giovanile del Pisa?
Visto il ripescaggio dell’ultimo momento quest’anno siamo partiti con la sola prima squadra ma stiamo lavorando per organizzarlo. E qui entrano in gioco altre difficoltà, visto che le squadre professionistiche devono avere un settore giovanile ci troviamo in pratica ad una situazione in cui le bimbe piccole preferiscono iscriversi allo Spoting Club Pisa, settore giovanile della squadra maschile, che magari alla nostra società. E’ questo fatto in realtà ci penalizza e porta a noi dei problemi. Il genitore, la cui bambina vuole giocare a calcio, magari è tifoso del Pisa o del Livorno maschile ed è più in contatto con le notizie di queste squadre e sapendo che c’è una squadra femminile di bimbe è più portato a mandare la figlia presso di loro. Bisognerebbe che le quadre professionistiche maschili prendessero tutto il pacchetto evitando così questi problemi di frammentazione.
Ringraziando il presidente Maurizio Armani e il Pisa CF per la disponibilità, porgiamo un sincero augurio per il futuro della squadra nerazzurra, da parte mia e di tutto lo staff di Calcio Femminile Italiano.
Credit Photo: Pisa CF