L’allenatore della Juventus Women Massimiliano Canzi ha introdotto l’ultima partita di Champions’ League, con il fischio d’inizio fissato per domani sera alle 21 allo stadio Vittorio Pozzo di Biella.
Il tecnico bianconero ha innanzitutto fatto un primo bilancio riguardante la squadra e come sta andando l’inizio di questo suo percorso alla guida della Juventus Women, una squadra in cui è evidente la crescita sia di squadra, sia individuale, motivo di orgoglio e di vanto e risultato di un lavoro che coinvolge settori e persone diverse: «La crescita delle giocatrici, anche quella individuale, è una delle soddisfazioni più belle che possa avere un allenatore. Nel corso della mia carriera sono sempre stato abiuato a lavorare con profili giovani, e quindi questa è una cosa che mi dà grande orgoglio e piacere, anche se credo che, soprattutto quando si parla di crescita individuale, il merito vada sempre dato alle ragazze. Il processo di crescita parte da loro, se non c’è qualità e non c’è voglia d’imparare difficilmente si migliora, ed è una cosa che condivido con lo Staff. Il lavoro quotidiano a livello individuale viene fatto dallo staff tecnico per quanto riguarda la parte atletica. Quindi sì, è una grande soddisfazione, ma va divisa tra tutti quelli che lavorano quotidianamente con le ragazze.»
Tante calciatrici hanno calcato per la prima volta il palcoscenico della Champions’ League, e lo stesso tecnico bianconero si è trovato catapultato per la prima volta in un mondo che non aveva mai incontrato, quello del calcio internazionale, che ha aiutato tutto l’ambiente bianconero a crescere: «Credo che in questo mestiere, nel momento in cui pensi di aver capito tutto, ti accorgi di non aver capito niente, quindi è stata un’esperienza nuova, preparare così tante partite in poco tempo è qualcosa in cui sono migliorato, perché quando non hai da giocare in campo internazionale gli infrasettimanali sono pochi, così giochi continuamente e sicuramente sotto quell’aspetto ho imparato tante cose. Nel momento in cui ho accettato quest’opportunità, mi sono documentato e ho visto partite dell’anno scorso, e sapevo che sarebbe stato molto complesso, come lo è stato. Per poter competere dobbiamo fare la partita perfetta, cosa che in un paio di occasioni siamo riusciti a fare. Mi riferisco in particolare alla qualificazione con il Paris Saint-Germain, e sicuramente abbiamo avuto momenti di partite in cui abbiamo fatto molto bene.»
L’allenatore della Juventus ha dunque analizzato le precedenti partite nella massima competizione europea per sfruttarle come punto di partenza per migliorare, focalizzandosi dunque sugli errori per non commetterli di nuovo e, forse, cambiare le sorti delle partite stesse: «Tutte le partite sono fatti di episodi. Sono convinto che la partita di andata contro il Bayern Monaco sia una partita che abbiamo giocato molto bene e che siamo stati condannati dagli episodi, ma questo fa parte del calcio, e sono stati bravi loro a portarselo a favore. Anche la partita con l’Arsenal all’andata è finita 4 a 0, ma noi ce la siamo giocata fino a un quarto d’ora dalla fine; quella con l’Arsenal al ritorno è stata molto difensiva, quindi le due migliori partita giocate sono state quelle due in casa, al di là del risultato, perché siamo stati molto più in partita.»
Il Vålerenga, pur essendo il fanalino di coda del girone della Juventus Women, è una squadra dotata di grande fisicità che all’andata in Norvegia ha dato grossi grattacapi alle bianconere, motivo per cui è importante lavorare sugli errori commessi per provare a disputare una partita diversa e, quindi, imporre il gioco senza farsi sopraffare: «Al di là della classifica, il Vålerenga è una squadra di grande qualità. All’andata abbiamo giocato una partita alla pari con loro, una partita che abbiamo portato a casa con episodi, e che avremmo anche potuto perdere. Abbiamo subito 12 o 13 calci d’angolo in cui loro sono state molto pericolose. Sappiamo che hanno grande qualità davanti, hanno calciatrici molto brave ad attaccare la profondità, e sono molto brave sulle palle inattive, quindi prepareremo la partita su queste cose: parlo al futuro perché abbiamo giocato l’altroieri, e ieri abbiamo avuto un momento di recupero per tutti, quindi la partita viene preparata oggi. Abbiamo grande rispetto per questa squadra che, al di là della posizione in classifica in questo momento, è sicuramente una squadra che ha dimostrato, anche nelle partite contro il Bayern e l’Arsenal, di poter dire la sua.»
Un grandissimo pregio della Juventus Women in ottica futura è la coesione che è venuta a crearsi all’interno del gruppo-squadra, un requisito quanto mai fondamentale in uno sport come il calcio, dove la collettività viene sempre prima dell’individualità, come si è visto nell’abbraccio a Bonansea dopo la sua rete alla Fiorentina da parte di tutta la squadra, anche di quelle che non avevano preso parte direttamente alla gara: «Credo che in questo sport, al di là delle qualità individuali, la forza del gruppo sia quello che trascina, soprattutto nei momenti difficili. Quell’abbraccio vuol dire tanto, in quell’abbraccio c’erano ragazze che la partita non l’hanno giocata o che magari stanno giocando meno, quindi ha un valore importantissimo, ed è stata una delle cose che fino adesso ci ha portato risultati positivi, il fatto di avere una squadra molto unita e compatta. Anche fuori dal campo, in momenti comuni, è molto unita, non ci sono sottogruppi nel senso negativo del termine, ha sempre messo, dall’inizio dell’anno, “noi” davanti a “io”, e questo mi rende molto orgoglioso.»