Nella 12° giornata è andata in scena Milan-Inter: primo Derby di Milano femminile ad essere giocato a San Siro. La partita è terminata 1-1, stesso punteggio dell’andata, grazie alla rete di Elisa Bartoli, al termine del primo tempo, e alla risposta di Nadia Nadim al 51’ che trova, finalmente, la sua prima rete con la maglia rossonera.
Grazie ai Match Analysis della Panini Digital notiamo come in realtà le padrone di casa avrebbero meritato la vittoria, infatti l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) premia il Diavolo 61 a 39. Una superiorità milanista che è stata confermata post partita anche dalla stessa autrice del gol del pareggio che ha sottolineato come gran parte dei 90 minuti siano stati dominati proprio dalla formazione di Suzanne Bakker.
Queste parole possono essere confermate anche da altri dati: maggior possesso palla (57% a 43%), una netta supremazia territoriale (67% a 33%), un baricentro molto più alto (60,6 mt a 50,7 mt) e anche un pressing più elevato (51,2 mt a 41,7 mt). Un ultimo dato che ci conferma ciò sono i 63 palloni giocati in area avversaria contro i 39 dell’Inter: ciò ha portato Cecilia Runarsdottir a compiere ben 8 parate, di cui molte decisive. Ciò che si può sottolineare è anche il fatto che tra le due frazioni di gioco, quella più sbilanciata a favore del Milan sia stata la prima, nonostante il parziale all’intervallo fosse 0-1. Infatti, se analizziamo le stesse statistiche nei primi e nei secondi 45 minuti per la squadra di casa, solo il baricentro è leggermente più basso rispetto alla seconda metà (60,4 mt a 60,9); tutto il resto è maggiore: 60% a 54% per il possesso palla, 71% a 63% per la supremazia territoriale e 56,8 mt a 46,3 mt per il pressing.
Nel primo tempo, la formazione di Bakker è scesa in campo con un 4-3-3 nel quale i due terzini, Angelica Soffia e Emma Koivisto, come sempre, hanno mantenuto una posizione molto alta a supporto del centrocampo. La zona di maggiore densità è stata tutta la fascia destra, questo evidenzia la volontà delle rossonere di voler sfruttare le qualità nell’1 contro 1 della giovane classe 2005 Monica Renzotti, autrice di una partita molto convincente in un palcoscenico, quello del Giuseppe Meazza, più che suggestivo ma sicuramente non facile da gestire. Sono stati di importanza fondamentale anche gli scambi tra le due padrone della fascia, infatti, l’asse Koivisto – Renzotti è stato quello più attivo con 20 passaggi dal terzino all’ala. La numero 2 classe ’94 è stata al centro del gioco del Diavolo, dato che è stata la prima per palle giocate (85), passaggi riusciti (60) e giocate utili (16, come Soffia e Marta Mascarello), mentre la seconda per palle recuperate (21).
Nella seconda frazione, invece, il modulo di riferimento è rimasto il 4-3-3 ma in fase di attacco si trasformava in una sorta di 4-2-4 a trazione anteriore, dato il bisogno di trovare il gol del pareggio, per la verità arrivato abbastanza velocemente, e quello della vittoria che avrebbe completato la rimonta. Assumendo questa volontà, la mezzala destra, Erin Cesarini, subentrata al posto di una spenta Giorgia Arrigoni, si comportava da punta centrale affiancando Nadim, in un ruolo che spesso è compito di Evelyn Ijeh.
La formazione di Gianpiero Piovani, invece, era schierata con un 3-5-2 che ha visto però i due esterni comportarsi in maniera completamente differente: sulla sinistra, Chiara Robustellini ha mantenuto una posizione più bassa e, quindi, anche più conservativa, mentre sulla destra, Bartoli affiancava praticamente le due punte, Michela Cambiaghi e Tessa Wullaert, rimanendo più alta e permettendole anche di entrare nella storia come prima marcatrice in un Derby di Milano giocato a San Siro. In questo modo il 3-5-2 di partenza era più un 4-3-3 con Robustellini e Kate Bowen terzini e con Cambiaghi e Bartoli ali d’attacco.
Nella seconda metà, invece, il 3-5-2 di partenza è rimasto invariato: l’unico dettaglio da evidenziare è il fatto che Marija Milinkovic giocava a ridosso di Henrietta Csiszar per aiutarla nell’impostazione: una scelta del mister dell’Inter dettata probabilmente dalle difficoltà nei primi 45 minuti ad imporre il proprio gioco, situazione leggermente migliorata nel secondo tempo ma comunque non con i risultati sperati. Proprio per questo motivo la sua zona è stata una delle più dense e, infatti, la numero 24 nerazzurra ha concluso con 49 palle giocate, seconda in questa speciale classifica. Inoltre, anche l’area di rigore ha avuto un’altissima densità, sia prima che dopo l’intervallo, e questo grazie alle continue offensive rossonere che hanno tenuta impegnata Runarsdottir per tutta la durata della partita e per il fatto che il portiere classe 2003 fosse l’inizio della manovra delle ospiti.
Entrambe le compagini hanno voluto affrontare l’avversaria partendo dal basso e non hanno snaturato la loro identità con il passare dei minuti e con il cambiare del risultato: le azioni iniziate dal dietro sono state il 90,1% per il Diavolo e il 95,5% per il Biscione.
Il Milan ha optato per una manovra avvolgente che non prevedeva uno schema fisso, la volontà era quella di non dare punti di riferimento alla rivale cittadina. Abbiamo già visto come lo scambio tra Koivisto e Renzotti fosse il più ricercato ma, anche dall’altro lato, la palla da Soffia a Chantè Dompig non era disprezzata. Ovviamente la prima impostazione partiva da un giro palla difensivo e, successivamente, non mancavano le imbucate per le mezzali che scambiavano tra loro o tentavano di accendere la miccia delle due ali che, in caso di spazi bloccati, si appoggiavano all’indietro per far ripartire la manovra. Abbiamo già parlato della partita totale di Koivisto che è stata anche la terza nella precisione passaggi tra le rossonere di movimento, con il 71%; mentre la migliore in questa statistica è stata Cesarini con l’86% ma con soli 12 passaggi completati. Commovente è stata la prestazione di Renzotti che è stata la giocatrice ad essere più ricercata (52 passaggi ricevuti) ed è stata la prima per palle recuperate (22!): il primo dato certifica la fiducia che ripongono le sue compagne in lei, nonostante fosse la più giovane, non solo delle 11 milaniste, ma di tutte le 22 titolari, mentre il secondo sottolinea la sua forza di volontà e il suo spirito di sacrificio: 22 palle recuperate per un’ala d’attacco è un bottino decisamente invidiabile e spesso i ripiegamenti difensivi sono ciò che più piacciono agli allenatori. Come se non bastasse è stata anche la seconda per palle giocate (76) e per passaggi completati (45).
L’impostazione interista partiva dai piedi di Ivana Andres che riceveva dal suo portiere e poi si appoggiava a Bowen o verticalizzava subito verso Lina Magull per velocizzare l’azione nerazzurra o, ancora, andava verso l’esterno su Robustellini, asse più attivo con 10 passaggi dal braccetto di sinistra all’esterno sinistro. Andres è stata senza dubbio la giocatrice più attiva nell’Inter dato che è stata la prima per palle giocate (57), per passaggi riusciti (47), per precisione nei passaggi (84%), per passaggi ricevuti (37) e per giocate utili (12). E’ terza invece nelle palle recuperate (14): si piazzano davanti a lei Milinkovic con 21 e Csiszar con 18. Da notare è anche la partita della centrale classe 2004 che come abbiamo visto è stata la seconda per palle giocate (49) e per giocate utili (10).
Anche le conclusioni verificano la supremazia milanista: il Milan ha calciato 17 volte, di cui 9 in porta; le ospiti solo 7 volte, di cui 4 in porta. Le padrone di casa possono appellarsi alla sfortuna e all’enorme prestazione della numero 1 delle ragazze di Piovani: Runarsdottir ha compiuto ben 8 parate a cui si è aggiunta una clamorosa traversa di Renzotti colpita dopo circa 5 minuti. A cercare più volte la gloria personale sono state Dompig, Ijeh e Renzotti che hanno tirato 3 volte senza mai gonfiare la rete; trova invece la prima gioia in stagione e con la maglia rossonera Nadim che, dopo i tanti tentativi delle scorse giornate, firma la rete dell’1-1 con 2 conclusioni in tutto il match.
Per quanto riguarda l’Inter invece si può dire che, nonostante il minor numero di occasioni e la consapevolezza che le rivali di sempre avrebbero forse meritato qualcosa in più del pareggio, abbia terminato la partita con un forte amaro in bocca dato che le ultime due grandi opportunità, interiste, sono state incredibilmente cestinate grazie alla bravura di Laura Giuliani e di Allyson Swaby ma anche a causa della poca freddezza di Marie Detruyer e di Ghoutia Karchouni. È stata proprio Bartoli, l’autrice del gol dello 0-1, ad aver tirato più volte, 2, mentre tutte le altre sue compagne hanno calciato massimo una volta.