Credit Photo: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

E’ stata una settimana a mio avviso “intelligente” quella preparata e vissuta da Mister Canzi e dal suo staff che visti gli impegni ha saputo dosare le forze della squadra, mettendo la giusta benzina nelle gambe delle ragazze senza però caricare le singole di troppi minuti giocati verso quella che presumo sarà la prima vera boa di questa stagione, lo scontro con L’Arsenal.
Girarle attorno nel migliore dei modi è il vero obiettivo in questa prima metà di Novembre.
La pratica Verona negli Ottavi di finale a gara secca di Coppa Italia si era già chiusa nei primi venti minuti del primo tempo tanto da lasciare tranquillamente in campo per tutti i novanta minuti ben cinque giocatrici dal minutaggio basso. Così ci siamo potuti godere le buone prestazioni di Azzurra Gallo ed Elsa Pelgander, mai banali nei passaggi, toste nei contrasti e lucide nel tagliare fuori dalla linea della palla le avversarie.
Si archivia dunque la 32ma vittoria in Coppa Italia su trentanove incontri, farciti dal 19mo clean sheet nella competizione, in pratica uno ogni due partite.
Tra acciacchi vari e meritato riposo, tutto il reparto difensivo ha potuto prendersi una pausa in vista di quello che sarebbe dovuto essere un ostacolo più arduo da affrontare, il Milan.
Sia chiaro, non si è passeggiato contro le rossonere, anzi, ma la differenza strutturale e tecnica rispetto alle bianconere si è vista ed è stata netta. La difficolta del Milan nello riuscire ad impostare velocemente un’azione partendo dalla difesa è stata una delle differenze più evidenti.
Dall’altro canto, la capacità della Juventus di bloccare tutte le linee di passaggio già al limite dell’area di rigore milanista è stata buona parte del lavoro che ha portato alla vittoria.
Si è vista gamba, si è vista voglia e si è visto gruppo come del resto quasi sempre da inizio
stagione e ad oggi questo è un buonissimo viatico per ciò che mi preoccupa di più, la terza
giornata di andata di Champions League.
Ma tornando a quest’ultima giornata di andata di Serie A vorrei tenermi stretti alcuni aspetti, uno statistico ed altri umani che sono sempre stati il collante di questa mia sviscerata passione per il calcio femminile.
Il primo è che di tutta la rosa bianconera, Mister Canzi abbia voluto più di tutte in campo quattro giocatrici che “al momento” sono le uniche ad aver superato la soglia degli 800 minuti stagionali di gioco e precisamente Cascarino con 1035 minuti, Kullberg con 820 minuti, Caruso con 883 minuti e Bennison con 941 minuti, seguite con un lieve distacco da un altro quartetto formato da Girelli, Bergamaschi, Calligaris e Cantore, tutte sopra i 750 minuti giocati. Per fare un paragone, Lehmann è a 374 minuti..
Il secondo è stata l’assoluta tranquillità nel convivere insieme sugli spalti pur appartenendo a tifoserie diverse. Tra saluti all’ingresso allo stadio e commenti sportivi tra un’azione e l’altra di gioco, riesco a comprendere come tutte queste divisioni nello sport come nella vita, siano state create e fomentate ad arte pur di parassitare e controllare un mondo che di quei soggetti vorrebbe volentieri farne a meno.
Il terzo che in un certo senso mi ha sorpreso di più è stato ascoltare la preparazione e la
conoscenza del calcio femminile non solo dalle tifose più giovani, ma anche da chi come me è già in là con gli anni ed è un semplice appassionato di calcio.
Ascoltare da un tifoso juventino “la milanista Nadim è proprio brava, ed è anche laureata in
medicina” mi ha fatto tremendamente piacere come il rimprovero di una ragazza verso il padre “No, Bibi deve andare dritta altro che passare, deve andare fino in porta, stai zitto !” Questo a riprova che certe interpretazioni sull’egoismo o meno di un attaccante sono invece il pane e la gioia vera nel gustarsi il calcio di molte tifose.
Ok, va bene, ma il titolo cosa centra ?. .semplice..
Il quarto è stata la solita cabala che mi accompagna prima delle partite ..dai era facile.
Il solito bar pasticceria e il solito tavolo, il 9 per suggellare il giorno del compleanno di Pinturicchio con un bel gol di Cantore e poi come doveva per forza essere, una “girella” con l’uvetta per evocare la rete della mia numero dieci preferita, non me ne voglia Alessandro Del Piero.
Fino alla fine.

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