Photo Credit: Vincenza Dellisanti

Un’altalena di risultati quella sulla quale momentaneamente sembra essersi posata l’Independiente Ivrea: la squadra piemontese, pur volenterosa di rispondere bene alle sollecitazioni del tecnico Pitzalis, sta incontrando non poche difficoltà in un cammino sempre più irto di colpi di scena.
Tra avversarie organizzate alla ricerca di continuità in termini di rendimento, la stessa formazione vuole dimostrare di avere tutti gli strumenti e le capacità per potersi mettere in mostra in un contesto di alto livello e competitività come quello in cui è stata inserita; un girone, quello A, ancora una volta di evidente complessità e di importante appeal.

E mentre le orange si preparano al prossimo scontro atteso tra le mura domestiche, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Rebecca Gonnet, pedina di centrocampo classe 2000 della realtà tutta piemontese.
Ecco cosa la calciatrice ci ha raccontato.

Benvenuta Rebecca! Quest’anno sei rimasta in Piemonte, confermando la tua presenza a Ivrea dopo qualche anno consistente negli stessi colori ed un passato in maglia Torino.
Quali sono le tue sensazioni a campionato ormai inoltrato? Come vedi questa competizione e questo girone?

Il mio percorso a Ivrea è iniziato quattro anni fa, proprio dopo il viaggio precedente col Torino durato sei tra serie B e C; la destinazione arancionero è arrivata un po’ per caso ma le mie sensazioni non hanno sbagliato.

Quello attuale è un campionato difficile e competitivo, ma con meno squadre destinate alla serie B rispetto allo scorso anno.
Noi siamo partite col piede giusto, seppur la prima giornata non sia stata eccellente; abbiamo, poi, continuato a fare il nostro fino a queste ultime quattro giornate che, purtroppo, non ho potuto disputare in prima persona per via di una squalifica da scontare.
Quattro punti in quattro giornate non sono tanti, ma sappiamo di dover guardare sempre il bicchiere mezzo pieno.

Viene, poi, spontaneo chiedere quali siano gli obiettivi personali e di squadra…

Personalmente intendo dare sempre il massimo; il traguardo dei cinque goal e l’offerta di tanti assist alle mie compagne chiuderebbero al meglio il cerchio delle mie ambizioni.
L’obiettivo di gruppo è indubbiamente quello di raggiungere la salvezza e fare più punti possibili, subendo meno reti possibili; semplice, si, ma non scontato!

Otto gare sono state archiviate: fino ad ora avete raccolto dieci punti tondi per un ottavo posto in classifica, un buon piazzamento per essere solamente in fase iniziale d’andata.
Secondo te dove può arrivare questa Ivrea?

Per le potenzialità che abbiamo, sia individualmente che collettivamente, possiamo tranquillamente arrivare tra le prime sei.
Sono comunque molteplici i fattori che influiscono sul percorso stagionale: la mister è arrivata l’anno scorso ma ha fatto un grande lavoro che ha incrementato l’unione e la collaborazione di tutto il gruppo, non tralasciando l’aspetto psicologico ed emotivo che spesso e volentieri viene messo da parte.
Tra questi vi è il “momento ciclo” che, talvolta, per noi ragazze è motivo di sensibilità a livello fisico e comporta anche un maggior rischio di infortunio; sotto questo punto di vista è stato importantissimo trovare empatia, sostegno e comprensione.

L’imprevedibilità è all’ordine del giorno, ma è necessario dare il massimo e sfoggiare la giusta cattiveria agonistica senza alcuna paura; mettere il cuore in tutto quello che si fa è fondamentale, non solo per una soddisfazione personale ma anche per il gruppo in sé.

Da tre domeniche la vittoria fatica ad arrivare e questo fine settimana avete subito un netto risultato in casa Solbiatese. Come ti spieghi questi risultati? Al momento quali sono le fatiche generali maggiori?

A livello di gioco sta mancando la cattiveria sotto porta: facciamo fatica a fare l’ultimo passaggio.
Ad ogni modo fino ad ora i risultati raccolti sono veritieri e rispecchiano quanto fatto in campo, in particolare con Bulé Bellinzago e Baiardo, anche se con quest’ultimo avremmo meritato la vittoria per impegno e sacrificio profusi nonostante gli infortuni subiti da inizio anno.

Contro Lesmo e Solbiatese siamo scese in campo senza quel cinismo che solitamente ci contraddistingue; anche la stanchezza sicuramente ha influito e generalmente lo fa per un discorso di vita al di fuori del rettangolo verde che può compromettere la prestazione: i motivi della sua insorgenza possono essere tanti (vedi studio, lavoro, viaggi per via della distanza tra domicilio e luogo d’allenamento).
Sono sicura, però, che riusciremo a fare molto meglio.

Ora ospiterete il Formello: in che modo pensate di approcciare? Sempre avendo sullo sfondo l’obiettivo tre punti…

Le neopromosse sono sempre una grande incognita. Dall’anno precedente eravamo abituate ad un certo tipo di squadre già conosciute (alcune, poi, sono passate ad un altro girone, altre non sono più realtà esistenti), ora sappiamo di dover interfacciarci con opposte che presentano modalità di gioco diverse, difficili da anticipare.

Più che acquisire i tre punti direi che vogliamo acquisire serenità. Vincere aiuta a vincere e faremo di tutto perché questo accada.

Si prospetta un finale d’andata scoppiettante che vi chiamerà all’appello per gli scontri con avversarie come Meda, Tharros, Moncalieri e Spezia. Bene i +3 in termini di punteggio, ma sicuramente anche lasciare una bella impronta per poter ripartire con una buona base in fase di ritorno sarà importante…

Siamo consapevoli di dover affrontare formazioni toste ma dovremo evitare di fermarci dietro la prima vittoria che verrà e di sottovalutare l’avversaria.
Il ritorno sarà un altro campionato.

Il progetto d’insieme rimane chiaro e la grinta per perseguire ciò che è stato prefissato anche. Ora, per il futuro più imminente, per te e per la squadra, cosa desideri?

Vivo il presente con la speranza di vestire la maglia dell’Ivrea per tanto tempo ancora e tutto ciò di positivo che verrà sarà ben accetto. Il resto…verrà da sé!

Hai carta bianca per chiudere questa intervista: ci salutiamo così…

Mi rivolgo alle mie compagne: a loro vorrei dire di non mollare e credere in loro stesse. Sono tanti i momenti di difficoltà affrontati e li abbiamo sempre superati; solo restando unite ed andando avanti per la nostra strada potremo fare lo stesso con quello che stiamo affrontando ora: insieme siamo una forza!

Si ringrazia Rebecca Gonnet e la società tutta per la gentile concessione.

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