Photo Credit: Genoa CFC

Il Genoa ha cominciato la sua stagione in modo positivo, dato che ha ottenuto tre vittorie in quattro partite di Serie B, tra queste l’ultima è arrivata domenica in trasferta contro il Lumezzane per 4-2, proiettandole al quarto posto, in coabitazione con la Freedom che ha battuto alla seconda le rossoblù, con nove punti, sedici gol fatti e quattro subiti.
Ora per le genoane di Fabio Fossati c’è la sfida in casa contro il Bologna per il big match della quinta giornata del campionato cadetto, con le grifonesse che avranno il “dente avvelenato” dovuto all’eliminazione dalla Coppa Italia per mano proprio delle felsinee.
Per prepararci a questa partita, abbiamo sentito Martina Di Bari, difensore classe ’02 nativa di Bari che, in passato, ha indossato le maglie di Pink Bari e Napoli Femminile, vincendo con entrambe le maglie due campionati di B.

Martina, cosa significa per te giocare a pallone?
«Giocare a pallone per me significa sorridere. perché ovviamente non c’è cosa più bella di far diventare una passione il proprio lavoro e soprattutto essere sempre felici per quello che si fa».

Cosa ti ha spinto a diventare un difensore?
«Sin da piccola sono sempre stata abbastanza vivace e “scontrosa” e ho iniziato a giocare con i ragazzi che mi chiamavano “Killer” perché non ci pensavo due volte a entrare in scivolata. Non avevo paura di niente. Insomma, mi piacevano le sfide, loro fisicamente erano molto più forti di me e quindi mi scattava quell’adrenalina che, in campo, trasformavo in “rabbia”. Poi, ho sempre preferito salvare un gol che farlo, perché il mio idolo era ed è Sergio Ramos e quindi volevo diventare come lui».

La tua carriera calcistica è legata alla Pink Bari. Cosa ha significato per te far parte della squadra della tua città?
«La Pink per me è stata e resterà sempre casa mia e indossare i colori della città penso che sia il sogno di ogni bambina e bambino e io, fortunatamente, l’ho vissuta per otto anni: non ho mai smesso di continuare a sognare. Ho avuto anche la fortuna di giocare al San Nicola, che è lo stadio del Bari, e quando sono entrata ho sentito l’inno: ho avuto i brividi e mi sono emozionata e, ovviamente, non c’è cosa più bella, se non quella di lottare e portare i colori della città dove meritano».

Quest’anno hai scelto di far parte del Genoa. Perché hai deciso di indossare la maglia del Grifone?
«Ho deciso di indossare la maglia del Grifone perché il Genoa ha un progetto ambizioso ed è una società che, ogni anno, punta sempre più in alto. Qui c’è grande professionalità in qualsiasi cosa, però la cosa che mi ha colpito di più è che qui si respira un attaccamento alla maglia ed è quello che c’è insomma mi rappresenta sempre di più in ogni squadra dove sono andata».

Parliamo della partenza del Genoa, dove al momento recita quarto posto a tre punti dalla vetta.
«Sicuramente c’è un grande margine di miglioramento e siamo consapevoli di essere una grande squadra: partita dopo partita alziamo sempre di più l’asticella e il campionato è lungo. C’è ancora tanto da vedere e sicuramente cresceremo sempre di più».

Commentiamo il successo ottenuto domenica contro il Lumezzane. Quanto è stato fondamentale ottenere questi tre punti?
«È stata una partita sicuramente difficile, perché giocare contro squadre neopromosse non è sempre facile, quindi i tre punti sono frutti del lavoro che facciamo ogni settimana e, sicuramente, ci fanno prendere consapevolezza di quello che siamo e soprattutto ci fanno prendere quella consapevolezza di quello che possiamo essere in futuro».

Analizzando anche le statistiche, il Genoa è molto prolifico, perché ha segnato sedici reti, ma allo stesso tempo ne ha subiti quattro e tutti sono arrivati fuori casa contro la Freedom, che vi ha anche battuto, e contro il Lumezzane.
«Noi siamo una squadra molto prolifica, dove il nostro gioco tende ad attaccare, ma i gol presi sicuramente sono frutto dei nostri errori, ma anche bravura dei nostri avversari e noi, ogni settimana, ci alleniamo per evitare questi errori per cercare di prendere il meno possibile e di farli ovviamente molti di più».

Tra pochi giorni il Genoa torna in casa ospitando il Bologna che, tra l’altro, vi ha anche eliminato dalla Coppa Italia qualche settimana fa. Si può dire che questo è un primo esame per testare le ambizioni di stagione della squadra?
«La partita di Coppa Italia ci ha lasciato un po’ di amarezza perché è stata una partita che, secondo me, l’abbiamo giocata alla pari. In ogni caso, affrontiamo una grandissima squadra e, come tutte le partite, sarà ovviamente un test per noi stesse, ma penso che questa volta la sentiremo un po’ diversa rispetto a quella giocata in Coppa».

Dal tuo punto di vista, che Serie B hai notato dopo quattro giornate?
«Ho seguito la Serie B l’anno scorso e penso che il livello si sia alzato tantissimo, ma soprattutto è un campionato affascinante, difficile e non scontato, dove in ogni partita c’è sempre qualche sorpresa e ovviamente con qualsiasi squadra non puoi mai permetterti di abbassare la guardia».

Spostiamoci alla Serie A e parliamo del Napoli Femminile, che in passato ne hai fatto parte. Pensi che le partenopee possano centrare un’altra salvezza?
«Io penso sinceramente che il Napoli possa salvarsi, perché è una bella squadra e penso che ci siano le persone giuste per affrontare questo campionato e centrare l’obiettivo senza alcun problema».

L’Italia, dopo aver centrato la qualificazione diretta agli Europei 2025, può aver ritrovato quel giusto slancio?
«Credo che l’Italia, dopo il Mondiale dello scorso anno non è andato come volevamo, abbia ritrovato sicuramente uno slancio in più e tanta consapevolezza, ma soprattutto avrà quella marcia in più per farci vivere un bellissimo Europeo».

Com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco?
«Sono una persona molto tranquilla, quando ho tempo libero non ci penso due volte a fare una passeggiata al mare perché mi ricorda tanto la mia città, visto che abito a Cogoleto (paesino situato in provincia di Genova, ndr). A breve inizierò l’università, quindi sono molto felice per questo, ma anche la mia sfortuna perché impiegherò il mio tempo a casa a studiare».

Che obiettivi vorresti centrare nei prossimi anni?
«Dal punto di vista personale vorrei di laurearmi, mentre quello calcistico penso sicuramente di far bene questa stagione con questa maglia e migliorarmi ogni anno. Poi, in futuro, vorrei fare un’esperienza fuori dall’Italia».

Cosa vorresti dire alle tue compagne del Genoa in vista della sfida contro il Bologna?
«Di divertirsi e di giocare senza tanti pensieri, perché siamo una gran squadra che ha solo bisogno di credere in sé stessa e far vedere realmente quello che siamo».

E ai tifosi che verranno a supportarvi domenica ad Arenzano?
«Sicuramente, direi di non perdere una partita del genere, abbiamo bisogno del supporto e loro saranno il dodicesimo uomo in campo, perché quando entriamo ci fanno sentire tutto il loro calore: insomma, non perdetevi questa bellissima partita da tante emozioni».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Genoa CFC e Martina Di Bari per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.

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