Nelle ore scorse abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Carolina Pini.
L’ex calciatrice, che ha vestito la casacca della Nazionale per 28 volte con 3 reti, sulla Serie A alle porte ci dice:
“Mi aspetto un campionato combattuto. Combattuto come comunque lo è stato, alle volte di più, alle volte di meno, nelle ultime stagioni. Roma favorita, Juventus incognita, poi Milan, Inter e Fiorentina”.
Sulla competizione, poi, l’ex centrocampista chiosa:
“In quest’estate ci sono stati molti movimenti. In generale i cambiamenti portano ad una fase di sistemazione e adattamento che richiedono tempo. Forse sotto questo punto di vista vedo la Roma avvantaggiata, con alcuni innesti mirati, ma una rosa consolidata negli ultimi anni. Ho visto live la Juventus nella partita amichevole con il Bayern Monaco. Ci sono cose che mi sono piaciute, altre meno. La più grande sfida per la Juventus sarà trovare un giusto equilibrio, sia in campo che nello spogliatoio, visti i molti cambi sia di giocatrici che in panchina. Il fattore spogliatoio sarà determinante anche nella Roma che ha perso l’anima della squadra, Elisa Bartoli. Dovranno anche loro essere brave negli equilibri”.
La Pini, con trascorsi con Bayer Monaco e Verona, sulla prossima Champions ci confida:
“A livello europeo da qualche anno ce la stiamo giocando e stiamo facendo molto bene. Il fatto che le rose delle grandi squadre italiane siano cresciute a livello qualitativo aiuta senz’altro ad arrivare più avanti. Bisognerà saper usare il turn over al meglio, la stagione è lunga”.
Sul format della Serie A 2025/2026, poi, l’ex calciatrice evidenzia:
“Questo gioco di aumentare e diminuire le squadre va avanti da anni. Penso che più che la quantità delle squadre iscritte, bisognerebbe concentrarsi sulla qualità. Più l’asticella sale, più diventiamo competitive in campo internazionale. E bisognerebbe tener conto anche di tutti gli impegni delle giocatrici, tra campionato, coppa, Champions e nazionale. Bisogna tutelarle”.
La classe ’88 sposta, poi, l’attenzione sulla Nazionale:
“Mi aspettavo questa reazione delle ragazze. Non conosco Soncin e non voglio assolutamente sminuire le sue capacità. Penso però sia stato bravo a capire certe dinamiche. Le ragazze venivano da alcuni anni gestiti in maniera imbarazzante e molto dilettantistica. Questa scelta, ahimè, andava fatta molto prima. I risultati non mentono ma confermano che non c’era un bell’ambiente anche perché le ragazze bene o male sono le stesse, le prestazioni e gli approcci invece completamente diversi”.
Sulle Azzurre la toscana aggiunge:
“Gli ultimi risultati sono un ottimo segnale, si è ritrovato il sorriso e le prestazioni lo dimostrano. Abbiamo giocatrici di grande talento e sono sicura che potremo far bene. Il discorso del campionato lungo con le coppe sarà decisivo per l’Europeo del prossimo anno in Svizzera. Le società hanno degli obiettivi stagionali, la Nazionale degli altri, le ragazze sono in mezzo. Bisognerà trovare il giusto equilibrio per non farle arrivare esauste. Ma questo d’altronde è il caso di tutte le nazionali. Molto dipenderà anche da chi andremo ad affrontare, specie nella fase a giorni. Passata quella, tutto è possibile”.
La Pini, in Azzurro dal 2006 al 2013, chiude con una considerazione sul momento del calcio femminile:
“L’attenzione generale è molto aumentata e sono contenta che ci sia molto seguito, sui campi così come sui social. Bisogna cercare però di non portare gli aspetti negativi del maschile in quello che è sempre stato un ambiente diverso, ricco di lealtà e fairplay. Sono aumentati alcuni episodi spiacevoli e questa diciamo è l’altra faccia della medaglia. Ad ogni modo sono contenta che ci sia tanto entusiasmo intorno al calcio femminile e spero che questo sia solo l’inizio. Un aspetto che mi è piaciuto tantissimo durante gli Europei maschili in Germania è stata la presenza, in ogni trasmissione e a bordo campo, di giocatrici o ex giocatrici tedesche a commentare le partite da esperte. Questa cosa è piaciuta molto a tutti, azione vista come arricchimento. Ecco, sarebbe bello succedesse anche in Italia, non solo sporadicamente”.