In un bilancio sulla stagione di serie C che si è conclusa con un Trento Calcio Femminile al quinto posto del suo girone d’appartenenza (girone B che ha visto trionfare il Meran Women) il presidente Luca Maurina ha parlato, intervistato sui social della società, anche del prossimo campionato.
Si è detto complessivamente soddisfatto dei risultati ottenuti e pronto ad intraprendere un nuovo percorso, nei prossimi dieci mesi, in cui il Trento mostrerà tutta la propria abilità sul rettangolo verde.
“La stagione che abbiamo concluso a giugno è stata una bella stagione con un gruppo che ha trovato rapidamente la sua unità, un’amalgama positivo che fa assolutamente ben sperare anche riguardo l’età media (si parla perlopiù di ventiduenni).
E’ stata veramente un’esperienza positiva, il risultato finale ci ha soddisfatto sopratutto alla luce di quella che è la prospettiva che ci fa iniziare la prossima stagione.
Adesso abbiamo iniziato un percorso che durerà altri dieci mesi che, crediamo, potrà solo darci soddisfazioni in un’ottica di qualità di gioco, spettacolo a disposizione dei tifosi e visibilità per il calcio femminile”.
Il discorso del presidente, in riferimento alle difficoltà incontrate nello scorso campionato e che paiono ripresentarsi anche quest’anno, hanno virato inevitabilmente sulla scarsità di risorse nelle serie cadette del calcio femminile.
La limitatezza di fondi porta ad un’oculatezza tale sugli investimenti, che anche quello che potrebbe essere uno sviluppo capillare, viene rallentato.
Sicuramente, di contro, non manca la passione la voglia di farsi notare: lo si vede in campo ad ogni partita, e lo si nota anche sugli spalti con tifosi che diventano sempre più numerosi. Un esempio lampante di questa crescita è la partita della Nazionale giocata al Druso di Bolzano dove i tifosi, di tutte le età, erano lì pronti ad incitare le ragazze di azzurro vestite.
“Le difficoltà purtroppo ci sono e sono quelle incontrate da, credo, quasi tutte le società della Serie C nazionale. Parliamo di una cinquantina di società che stanno affrontando la stessa situazione riguardante la scarsità di risorse.
Questo è un movimento che sta crescendo, con giuste attese, anche da parte delle atlete, per quanto riguarda la qualità tecnica che va offerta (staff, supporto etc.). Non abbiamo un adeguato supporto per quanto riguarda le risorse a disposizione non godendo, di fatto, di nessun aiuto da parte della Lega Nazionale Dilettanti, nello specifico dipartimento calcio femminile.
Molte società sono in difficoltà e noi stessi dobbiamo stare molto attenti a come investiamo e dove lo facciamo: questo rallenta uno sviluppo che invece potrebbe essere decisamente più interessante.
La passione c’è ed è tanta sia da parte di chi pratica il calcio femminile che da parte di chi lo segue: c’è tanta capacità di sacrificio e questo riesce a permettere di superare qualche oggettiva difficoltà.
Ci fa ben sperare il fatto che vediamo tanta attenzione soprattutto quando vediamo certe reazioni come quella avuta per la partita della Nazionale Maggiore che a Bolzano ha raggiunto il pass per la qualificazione agli Europei.
Questo attribuisce una visibilità ulteriore al movimento il prossimo anno ma, soprattutto, guardando alle tribune del Druso piene di giovani e persone entusiaste, è il miglior segnale e riscontro di un movimento solido e in crescita”.
Questo porta ad una considerazione finale. Un movimento in crescita come quello femminile in Italia, necessita di attenzione e cura a partire dalla sua base.
La serie A, che è faticosamente giunta al professionismo, non è che la punta dell’iceberg quando ci sono società che faticano ad iscriversi ai campionati per mancanza di fondi e vivono il campionato con la necessità di farsi notare il più possibile.
Sarebbe auspicabile, quindi, una maggior tutela di queste realtà che sono un po’ come delle gemme pronte a sbocciare.