Stati Uniti e Zambia si sono affrontati all’esordio dei Giochi Olimpici per il Gruppo B. Il palmarès degli Stati Uniti è il più ricco in assoluto nella storia delle Olimpiadi per una nazionale di calcio femminile e ha dunque giocato la sua partita consapevole del peso della sua storia, mentre lo Zambia ha voluto provare a giocarsi la partita dando il massimo. Purtroppo per la nazionale africana, però, gli Stati Uniti sono stati quasi incontenibili, complici un paio di episodi che hanno influenzato sia il risultato sia il gioco dello Zambia.
STATI UNITI (4-33): Naeher; Dunn, Davidson, Girma, Fox; Lavelle (45′ Albert), Coffey, Horan (65′ Sonnet); Smith (43′ Williams), Swanson (65′ Nighswonger), Rodman (65′ Krueger).
Hayes aveva questa panchina a disposizione: Murphy (GK); Krueger, Nighswonger; Albert, Sonnett; Williams, Bethune.
ZAMBIA (4-4-1-1): Musole; Tembo, Mweemba, Zulu, Siamfuko; Kundananji, Chanda H., Chilufya (37′ Chitundu), Chanda G. (37′ Muchinga); Banda, Mupopo.
A disposizione di Mwape c’erano invece: Musonda (GK); Banda D., Muchinga; Chileshe, Zulu M., Lubandji, Chitundu.
Marcatrici: 17′ Rodman (USA), 24′ Swanson (USA), 25′ Swanson (USA).
Ammonizioni: 30′ Zulu rosso diretto (Zambia), 44′ Rodman (USA), 45′ Tembo (Zambia).
Arbitro: Abatti (BRA)
Note: recupero pt 3′, st 4′
Al primo minuto c’è stata subito un’occasione per gli Stati Uniti con Horan, mentre al quarto la conclusione di Swanson è arrivata nella presa salda del portiere avversario. Lo Zambia ha creato in due casi trainato da Banda che, nei suoi due tentativi di fare goal al quinto e al dodicesimo minuto, non è stata però incisiva. La nazionale statunitense ha prontamente risposto e dato inizio al suo assedio, prima con due tiri sfumati di Rodman e poi Swanson; da sottolineare il palo colpito da Rodman in un secondo momento. Dopo un rimpallo nella propria area di rigore e di difficile gestione, la squadra africana è uscita palla al piede con Banda; l’occasione è però sfumata per la sua posizione di fuorigioco. Gli Stati Uniti hanno colpito un secondo palo con Horan.
La rete per le statunitensi era però nell’aria. Rodman è riuscita a far scrivere il suo nome sui tabelloni con un goal pazzesco arrivato al minuto 13 dopo essersi liberata di tutta la difesa, facendo letteralmente cadere a terra le avversarie in un tentativo disperato di contenerla, e ha siglato il suo primo goal alle Olimpiadi su assist di Horan. Il difensore Naomi Girma, nell’uno contro uno con Banda, ha dovuto contenerla anche con il fisico per fermare la sua cavalcata verso la porta avversaria in più di un caso. Il raddoppio è poi arrivato al minuto 24 grazie a Mallory Swanson sul secondo assist di Horan; la terza rete è sopraggiunta subito dopo, al minuto 25, grazie alla stessa Mallory Swanson, che ha dunque fatto doppietta personale su assist di Sophia Smith.
Lo Zambia ha provato a reagire, ma la difesa attenta degli Stati Uniti non ha fatto passare neanche un sottile filo d’aria, fomentando l’azione delle compagne a centrocampo. Alla mezz’ora, Smith ha poi guadagnato un calcio di punizione dal limite per via di una manata ai suoi danni da parte di Zulu; dopo un’analisi al VAR, il cartellino da giallo è diventato rosso, lo Zambia è rimasto in dieci e la calciatrice ha abbandonato il terreno di gioco in lacrime. Mwape ha provveduto a sostituire alcune sue calciatrici per contenere lo svantaggio. Smith, dopo aver dato segni di avere qualche problema alla caviglia, è stata sostituita da Williams. A due minuti dallo scadere del primo tempo, Trinity Rodman ha macchiato la sua prestazione fino a quel momento scintillante con un cartellino giallo per un fallo dopo essere andata a bloccare una possibile ripartenza pericolosa. Un minuto dopo è stata Tembo dello Zambia a ricevere un’ammonizione per aver commesso un fallo fotocopia di quello di Rodman.
Sono stati assegnati tre minuti di recupero cominciati nella metà campo dello Zambia; gli Stati Uniti sono arrivati nuovamente a un passo dalla doppietta di Rodman. Lo Zambia si è risvegliato con una splendida palla goal al primo minuto di recupero che è però sfumata, e Rodman ha tentato di nuovo di segnare ribaltando i fronti; gli Stati Uniti hanno chiuso il primo tempo palla al piede e con 16 tiri, di cui ben 6 nello specchio della porta avversaria.
Al rientro in campo, Horan e Dunn ha subito attaccato e innescato le compagne; Hayes ha sostituito Lavelle con la giovane Albert prima della ripresa.
Kundanaji ha provato a sorprendere il portiere statunitense da fuori area, ma la sua presa è stata sicura; Banda ha dato prova delle sue qualità con il suo sprint verso l’area avversaria in un momento di difficoltà per la sua squadra, ma il tiro in porta non è stato affatto la degna conclusione della sua azione personale, e ci ha riprovato, senza riuscire a superare la linea di porta. Inoltre, Musole ha evitato che gli Stati Uniti calassero il poker salvando un pallone di Trinity Rodman con una parata d’istinto che ha preservato il risultato. Banda ha provato a segnare un’altra volta al minuto 57, ma Naeher l’ha contenuta con freddezza e lucidità.
Nel primo quarto d’ora della seconda frazione gli Stati Uniti sono stati, a scapito dei numerosi tentativi, troppo spreconi davanti alla porta: Rodman ha sbagliato in un paio di occasioni, e lo stesso si può dire di Swanson, ma va anche sottolineato che l’approccio al match delle statunitensi è stato di contenimento del risultato, con ormai la vittoria in cassaforte.
Le giocate di Banda non sono finite, la numero 11 dello Zambia ha difatti tentato di sorprendere il portiere avversario al minuto 63, ma neanche stavolta è stata precisa a sufficienza per impensierirla.
Hayes ha cambiato Horan, Swanson e Rodman per lasciare spazio a Krueger, Nighswonger e Sonnett. Le nuove entrate hanno provato a lasciare il segno, soprattutto Nighswonger. Anche Sonnett ha cercato il goal, in acrobazia. Dall’altra parte, i tentativi dello Zambia di trovare la porta ci sono stati, ma troppo timidi e poco convinti. I minuti di recupero sono stati 4, lo Zambia ha cercato il goal della bandiera, ma non è mai arrivato.
Se lo scopo degli Stati Uniti era quello di segnare il maggior numero di reti per trarne vantaggio in caso di differenze reti, quello dello Zambia era di contenere le ragazze di Hayes per limitare il passivo. L’espulsione di Zulu, che ha suscitato parecchi dubbi per via dell’entità del fallo commesso, ha di certo condizionato il gioco delle compagne e il risultato finale, ma lo Zambia ha le carte in regola per provare a giocarsi il secondo posto del gruppo B e, quindi, ottenere la classificazione diretta al turno successivo.
Sulla sponda degli Stati Uniti, l’asse Rodman-Swanson-Smith funziona bene, le tre si capiscono al volo e non hanno difficoltà a collaborare in area avversaria, anche se la vera prova del nove saranno i match che attendono la squadra di Hayes, vale a dire le Matildas australiane e la Germania.
La migliore in campo è stata Mallory Swanson sia per le reti segnate sia per la prestazione che ha avuto in fase di possesso, era sempre al posto giusto e al momento giusto. Per lo Zambia, invece, Banda ha cercato di trascinare la sua squadra e si è creata da sola delle occasioni, ma da sola non avrebbe mai potuto competere contro la corazzata degli Stati Uniti.
Un grande punto interrogativo della partita è il cartellino rosso di Zulu: se il fallo su Smith c’era e la manata l’ha sì colpita al volto, non c’erano forse gli estremi per arrivare al rosso diretto.