Lo Zambia parteciperà alla sua seconda Olimpiade consecutiva, con in mezzo l’esordio al Mondiale. Un anno fa però, alcune calciatrici – in forma anonima – avevano denunciato al The Guardian che il loro CT le costringeva a rapporti sessuali per guadagnarsi la convocazione, accusando la Federazione di insabbiare la questione.
Le indagini stanno comunque andando avanti, con il supporto della FIFA, e il Comitato Olimpico Internazionale sta seguendo ogni sviluppo della situazione. Al CT Mwape intanto, dopo essersi visto prima negare e poi concedere il visto per Parigi, è vietato qualsiasi colloquio privato, e nel caso in cui avesse bisogno di parlare con una specifica calciatrice, dovrà comunque sostenere il dialogo in uno “spazio aperto” (così scrive il The Guardian nelle parole di Ed Aarons).
La situazione è spinosa, e ovviamente tutto il movimento femminile si augura venga fatta più presto chiarezza. Il Guardian cita anche un episodio relativo allo scorso Mondiale, quando un’incaricata della FIFA aveva denunciato che il CT zambiano le aveva “toccato volontariamente i seni“, e altre testimonianze riportano che un episodio simile era accaduto con una sua calciatrice durante un allenamento, sempre nella manifestazione Australo-neozelandese.
Le accuse sono chiare e pesanti, e a questo punto c’è da augurarsi che si giunga al più presto alla verità. Anche perché è passato un anno dalle accuse, e non si possono obbligare le calciatrici a giocare per chi le molesta.