La scorsa stagione del campionato di Serie C girone B ha visto trionfare il Meran, che lo ha vinto con due giornate di anticipo. Si è trattato del coronamento di una stagione vissuta tra tanti alti e pochi bassi che la società alto atesina ha vissuto con impegno e dedizione.
Salto di categoria a parte, lo scopo primario era quello di farsi notare nelle proprie qualità calcistiche per raggiungere l’obiettivo più importante: una società tutta al femminile in cui le giovani calciatrici possano trovare terreno fertile per coltivare la propria passione.
Questo sogno rischia, però, di restare tale perché nonostante gli sforzi di tutti coloro che sono coinvolti nel progetto, la squadra per mancanza di fondi non parteciperà al campionato di serie B.
Di questo si è discusso nell’intervista in esclusiva con il presidente del Meran Pietro Di Benedetto che ha raccontato come in realtà non fosse loro intenzione non ottemperare ai loro doveri, ma le difficoltà incontrate a causa di una situazione societaria complessa, ha impedito loro di muoversi per tempo.
Nelle parole del presidente c’è, comunque, una grande forza d’animo tipica di chi è consapevole della bontà di un progetto tanto ambizioso quanto lodevole.
Il campionato di Serie C è stato entusiasmante dal punto di vista sportivo e agonistico, e ha visto parteciparvi squadre per cui era importantissimo farsi notare anche per accendere un riflettore sulla realtà ancora dilettantistiche. Pensa che questo sia avvenuto quest’anno?
“Credo proprio di si, ci sono state tante squadre con una qualità superiore al passato. Il movimento sta crescendo e lo si vede dalla qualità che si trova già in serie C”. 
Il professionismo è stata una conquista ma ha, inevitabilmente, acuito il divario, anche in termini economici tra la serie A e le divisioni cadette. Ci sarebbe, a suo parere, un modo per ovviare a questa situazione?
“Il professionismo è stata una grande conquista ma credo che il divario con le squadre ‘normali’ a livello economico si sia amplificato. C’è da lavorare molto su questa cosa, ci vorrebbero contributi da parte della federazione o del CONI per permettere a tutte le realtà di partecipare al campionato che hanno conquistato anche se questo è professionistico e quindi con spese fisse nettamente diverse”.
Ci siamo lasciati, alla fine della scorsa stagione, con un campionato meritatamente vinto con due giornate d’anticipo da una squadra che ha fatto dell’impegno in campo e della coesione due tra i suoi valori più importanti. Ad oggi, invece, si vien a sapere che il Meran non parteciperà al campionato di serie B nella prossima stagione. Quali sono i motivi di questa mancata partecipazione?
“Noi non volevamo assolutamente mancare ai nostri obblighi. Abbiamo ereditato una situazione non facile ma avremmo fatto fronte a tutto quanto, avremmo avuto solo bisogno di un po’ di tempo in più, tutto qua. Purtroppo non siamo riusciti a gestire certe dinamiche nei pochi giorni dalla fine del campionato all’iscrizione”.
Come avete intenzione di muovervi adesso? Mi spiego meglio: è ormai tutto perduto, o c’è ancora una possibilità per vedere il Meran militare in serie B come spetterebbe a chi vince il Campionato? 
“Il rammarico è forte e sono abituato a dire mai dire mai, ma al momento ci vuole un miracolo più grande di noi: in ogni caso ci faremo trovare pronti. Non molliamo la nostra volontà di dare alla nostra provincia una società interamente femminile con uno sguardo al futuro”.
Le chiedo, ad ultimo, di lasciare un messaggio ai nostri lettori.
“Chiedo a tutti i lettori di continuare a seguirci, vogliamo in ogni caso tornare a far parlare di noi per meriti sportivi come fatto in questi ultimi sei mesi e dare la possibilità anche alle ragazze più giovani di credere di poter praticare lo sport che amano a livello nazionale. C’è, inoltre, la volontà di creare una scuola calcio che dia la possibilità a tutte le bambine di divertirsi e crescere insieme ad amiche con la stessa passione. Prometto che ce la metteremo tutta”. 
Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Mi sono laureata in scienze dell'educazione e della formazione primaria e ora frequento la magistrale di pedagogia presso l'Unimarconi di Roma. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.