Il progresso del calcio femminile, talvolta, intoppa in spiacevoli ostacoli lungo il suo percorso. Questa volta a giocare il ruolo del brutto anatroccolo è un soggetto internazionale e stiamo parlando della Asociación del Fútbol Argentino, protagonista di una mancanza di rispetto nei confronti dei diritti delle proprie giocatrice.
Lunedì scorso, poco prima delle due amichevoli internazionali contro il Costa Rica disputate a Buenos Aires il 31 maggio e il 3 giugno, tre calciatrici della nazionale argentina – Lorena Benítez (Palmeiras), Laurina Oliveros e Julieta Cruz (entrambe del Boca Juniors) – hanno comunicato sui social la loro decisione di rinunciare alla convocazione per le prossime partite dell’Albiceleste. Una forma di protesta contro la Federazione per la mancanza di professionalità e per l’assenza di garanzie economiche; più specificatamente, la Federcalcio AFA ha deciso che per il prossimo raduno le giocatrici non riceveranno i compensi inizialmente previsti e anche le spese dei pasti non saranno coperte, dato che “non ci sono soldi” e che le partite si sarebbero disputate in casa.
“Siamo stanche delle ingiustizie, di non essere valorizzate, di non essere ascoltate e, peggio ancora, di essere umiliate. Abbiamo bisogno di miglioramenti nella nazionale argentina di calcio femminile, e non parlo solo di questioni finanziarie. Parlo di allenamento, pranzo, colazione”, hanno affermato all’unisono le tre atlete argentine.
Inoltre, Cruz e Benítez hanno rivelato che durante gli allenamenti hanno ricevuto un pasto inadeguato per delle professioniste come loro, ovvero un misero panino con prosciutto e formaggio e una banana. La protesta ha raccolto adesioni e solidarietà, persino Estefanía Banini dell’Atlético Madrid, considerata la migliore calciatrice del paese, ha sostenuto le sue tre ex compagne di squadra: “Molti non capiscono che non rinunciano alla nazionale, ma ai maltrattamenti“.
Parole forti, dunque, e sonore contestazioni rivolte alle istituzioni che minano il progresso della Nazionale femminile Argentina. Un grande passo indietro quello compiuto dalla Federazione argentina che, grazie alla conquista dell’ultimo Mondiale da parte della Nazionale maschile sta vivendo una fase di prosperità calcistica, oltre a detenere sufficienti fondi da ripartire equamente tanto nel calcio maschile che in quello femminile.