Il Barcellona batte 2-0 il Lione con le reti di Aitana Bonmatì e Alexia Putellas è vince così la sue seconda Uefa Women’s Champions League. Niente da fare per il Lione che non riesce a detronizzare la squadra allenata da Jonatan Giráldez, pur giocando un’ottima partita.
Il caldo del sole riscalda l’atmosfera di Bilbao. Autobus, taxi, automobili e, soprattutto, tifosi riempiono ogni via nelle vicinanze del moderno impianto dello stadio San Mamés. La più grande città dei Paesi Baschi non è mai stata così viva come nel giorno più atteso da sportivi e tifosi, ovvero quello della finale di UEFA Women’s Champions League.
A poche ore dal fischio di inizio il volume dei cori aumenta di minuto in minuto, il perimetro esterno dello stadio si tinge dei colori blaugrana e di quelli dei tifosi lionesi. L’immagine è davvero romantica, così sensazionale da essere difficile da riprodurre con il solo utilizzo delle parole. I tifosi sono ovunque, ma a un certo punto iniziano a radunarsi in un punto preciso. I pullman di Barcellona e Lione passeranno proprio davanti ai loro sostenitori e loro non vedono l’ora di accoglierli con calorosi cori. Il primo ad arrivare è quello del Lione, i tifosi ci sono e salutane le loro beniamine in gruppo. Ma i decibel che si potrebbero misurare sono imparagonabili a quelli dell’accoglienza dei tifosi del Barcellona. Non appena il mezzo di trasporto fa capolino, un boato inizia a diffondersi e l’energia è altamente percepibile.
Dopodichè, arriva il momento di entrare nello splendido stadio della città basca. Interminabili file di tifosi scorrono lentamente verso gli ingressi. Allo stadio San Mamès è previsto il tutto esaurito e, una volta all’interno dell’impianto, i tifosi occupano a poco a poco i seggiolini rossi. Le tribune hanno ora una tinta variopinta.
Scelte di modulo speculari per i due tecnici. Giraldez e Bompastor schierano con un 4-3-3 le loro migliori undici. Il tecnico spagnolo sceglie Graham-Hansen, Paralluelo e Mariona per comporre un tridente d’attacco puro e, dall’altra parte, l’allenatrice francese opta per Cascarino e Diaby supportate da Dumornay che agisce da falso nueve.
Il Lione parte forte, aggredendo con il pressing alto le blaugrana ma la prima occasione ce l’ha il Barcellona con Paralluelo grazie a un’azione individuale della norvegese Graham-Hansen. Il tecnico blaugrana Giraldez era stato molto chiaro in conferenza stampa, il Barcellona vive per vincere e ha preparato la finale con questo obiettivo.
Il Lione è ben messo in campo. Sonia Bompastor ha sicuramente studiato la tattica più efficiente possibile per contenere il palleggio del Barca. Le francesi, infatti, in fase difensiva adottano quasi un 4-4-2 e raddoppiano quasi sempre sulla portatrice di palla, cercando di colpire in ripartenza sfruttando la velocità di Cascarino e Diani.
Il pubblico supporta prevalentemente le catalane come suggerisce il colpo d’occhio verso gli spalti, visibilmente colorati di blu e rosso. Ogni recupero, ogni passaggio riuscito e ogni dribbling vengono accompagnati da cori e applausi. Potrebbe essere l’arma in più per condurre il Barca in vantaggio. E, infatti, la centrocampista Patri sente la spinta e si avventa su un sanguinoso pallone perso dalla difesa del Lione, trovando poi Endler ben posizionata e abile a chiuderle lo specchio.
Scocca la mezz’ora e il risultato è ancora fermo sullo 0-0. Le due squadre stanno giocando una partita tatticamente impeccabile, chiudono molto bene gli spazi, anche se ora il Barca sembra schiacciato in difesa e il Lione sente l’energia giusta per spingere, seppur senza enorme velocità. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo è la capitana Renard a colpire più in alto di tutte, senza impensierire Cata Coll che blocca facilmente il tiro potente ma centrale.
Caroline Graham-Hansen è ispiratissima. Nell’ultima puntata di UEFA Rivalhood, la norvegese aveva sottolineato quando fosse elettrizzata all’idea di affrontare il terzino del Lione Salma Bacha e il duello ingaggiato non sta deludendo le aspettative. La francese le tiene egregiamente botta, ma quando Graham-Hansen mette il turbo diventa imprendibile. A ridosso della fine del primo tempo, l’attaccante del Barcellona riesce a superare Bacha e lascia partire un tiro sul secondo palo, innocuo però per Endler. Il primo tempo si chiude, dunque, sul punteggio di 0-0.
Le statistiche dimostrano la superiorità del Barcellona nel possesso palla e nei passaggi riusciti; il numero di contrasti riusciti è a favore del Lione e sono lo specchio dell’atteggiamento aggressivo chiesto dall’allenatrice Sonia Bompastor.
Le squadre tornano in campo per l’inizio della ripresa. Fino ad ora, la fuoriclasse Aitana Bonmatí non è riuscita imporre la sua tecnica e la sua abilità palla al piede, complice l’ingabbiamento efficace del centrocampo del Lione. Tuttavia, l’intervallo ha giovato alla numero 14 blaugrana che nei primi dieci minuti del secondo tempo completa almeno due dribbling da urlo che mandano il pubblico in visibilio.
Come nel primo tempo, la prima occasione pericolosa è del Barcellona con un colpo di testa di Paralluelo servita da un cross da sinistra di Fridolina Rolfö. L’impatto con il pallone viene sporcato dalla difesa del Lione che in qualche modo riesce a riesce a respingere. Al 63′ l’episodio chiave del match: Mariona serve Aitana Bonmatí con un delizioso tocco, la spagnola entra in area di rigore, si sposta il pallone sul mancino e lascia partire un tiro che batte Endler, complice la devizione di Carpenter. I 50.827 tifosi presenti al San Mamés esplodono di gioia al gol di questo indescrivibile talento del calcio femminile.
Il vantaggio galvanizza il Barcellona che ora ci crede e vuole raddoppiare. Il gol ha potenziato ulteriormente le blaugrana, ma occhio allo spirito redivivo del Lione e alla su forza fisica. Ricordiamo che la squadra di Sonia Bompastor era sotto di due gol nella semifinale di andata con il PSG e ha saputo ribaltare il risultato in soli 10 minuti. Le francesi si riversano inevitabilmente in avanti con la partecipazione dei terzini e la retroguardia lascia consapevolmente molto spazio. Il Barca prova così ad affondare il colpo in contropiede con Paralluelo e Graham-Hansen, la capitana del Lione Renard è bravissima a mantenere il sangue freddo e ad arginare il pericolo insieme al resto del reparto difensivo.
Entriamo così negli ultimi 10 minuti di gioco della finale. Il Lione vuole a tutti i costi pareggiarla per evitare la sconfitta e le subentranti Majri, Becho e Hegerberg (la capocannoniera assoluta della competizione) hanno indubbiamente aggiunto peso e sostanza alla manovra offensiva. Le istruzioni di Bompastor sono chiare, attacco totale e atteggiamento ultra offensivo. Siamo nei minuti finali e la tensione in campo è alle stelle. Il Barca si avvicina sempre più alla sua seconda vittoria consecutiva delle UEFA Women’s Champions League, il pubblico sente di dover fare il suo e continua spingere le proprie beniamine con cori e tamburi.
La spinta finale sortisce l’effetto sperato. Al 90+5′ arriva il raddoppio del Barca: Claudia Pina e Alexia Putellas hanno da poco fatto il loro ingresso in campo e non ci fu mossa più azzeccata di questa. Giraldez indovina i il doppio cambio per sigillare il risultato sul 2-0 proprio grazie al gol della numero 11 Putellas, su assist della giovanissima Claudia Pina. Endler reclama un tocco di mano, ma nulla da fare.