Roberta Bianconi e il Setterosa hanno steccato al debutto ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. La squadra di pallanuoto femminile Azzurra, infatti, è stata sconfitta dalle padrone di casa della Francia 9-8 e, forse tradita dell’emozione, l’esperta attaccante ha fallito due rigori.
Le avversarie di domani saranno le pluricampionesse olimpiche degli Stati Uniti, con Bianconi e compagne chiamate a rialzare la testa per non rischiare di essere eliminate dal girone B.
In attesa della delicata sfida, Roberta Bianconi si è raccontata a Calcio Femminile Italiano, per ripercorrere alcuni momenti della sua carriera:
“Inizialmente praticavo il nuoto sincronizzato, fino all’età di 15 anni, ma la pallanuoto ha sempre fatto parte della mia vita. In famiglia tutti pallanuotisti e poi sono cresciuta nella società della Pro Recco, la cui squadra maschile è tra le più titolate al mondo. Ho iniziato a giocare un po’ per caso, una volta smesso il nuoto sincronizzato non volevo lasciare l’ambiente acquatico e allora ho pensato di provare con la pallanuoto nella Rari Nantes Camogli perché a Recco non c’era la squadra femminile. Non immaginavo che avrei fatto così tanta strada e che diventasse il mio sport”.
“Devo ammettere che ho avuto una carriera pallanuotistica molto intensa e piena di emozioni, positive e negative. I momenti che ricordo con maggiore intensità (in ordine cronologico) sono la qualificazione e la partecipazione alla mia prima olimpiade di Londra 2012, ricordo la felicità e la paura di entrare nel mondo dei grandi atleti; la vittoria della Coppa campioni europea con il club greco, l’Olympiacos, nel 2015… giocavamo in casa, ricordo la piscina stracolma, un tifo pazzesco che mi fece tremare il cuore; la conquista della medaglia d’argento alle olimpiadi di Rio 2016, che emozione salire sul podio olimpico, il mio sogno da quando ero bambina; mentre un’emozione meno positiva, ma che mi ha insegnato a rialzarmi ancora più forte dopo una caduta, è la stata la mancata qualificazione per le olimpiadi di Tokio 2020, ricordo ancora il vuoto e la delusione che mi erano rimaste dopo il torneo di qualificazione e per i 4 anni successivi ho lavorato pensando solo di voler arrivare a giocare Parigi 2024… ed eccoci qui!!”
“I bisogni della squadra per me sono la cosa più importante che c’è, prima ancora del bisogno del singolo atleta. Tutto deve essere pensato e fatto per il bene della squadra; dico sempre che come singola individua ho il dovere di dare il massimo per essa, per il suo obiettivo finale. Quando mi alleno penso costantemente a volermi migliorare soprattutto per le mie compagne, questo mi da ancora più stimoli, la vedo come una forma di rispetto nei loro confronti, che fanno lo stesso per me, e sono convinta che questo poi si trasformerà in forza quando entreremo in acqua ad affrontare delle vere battaglie. Il bello di praticare uno sport di squadra è che non sei mai sola, gioisci e soffri tutte insieme, anche le discussioni non mancano, ma anche questo fa parte della costruzione e della crescita del gruppo”.
“La prima cosa a cui penso, se dovessi parlare con ragazze giovani che vorrebbero intraprendere un percorso sportivo, è la passione. Direi loro di appassionarsi, qualunque sia lo sport che vogliono praticare. La passione è la prima forza motrice che ti porta a fare rinunce e sacrifici senza sentirne troppo il peso. Io rifarei tutte le scelte che ho fatto per la pallanuoto, che a sua volta mi ha fatto fare esperienze uniche e vivere emozioni stupende. Certo non sarà facile, ci saranno sempre momenti in cui si penserà di voler mollare ma poi l’amore per il proprio sport, per la squadra porteranno a dare sempre di più”.
Quali sono le tue aspirazioni e obiettivi per il tuo futuro nella pallanuoto, sia come atleta che potenzialmente in altri ruoli all’interno di questo sport?
“In questa fase sono molto focalizzata su Roberta atleta e quindi al momento mi sto preparando per le prossime olimpiadi di Parigi, la mia terza, spero davvero di riuscire a tornare a casa con un buon risultato. Dopodiché il mio futuro è ancora un po’ incerto, sicuramente avendo 35 anni so che la mia carriera da atleta non potrà durare ancora molto, se potessi non smetterei mai di giocare, ma eventualmente deciderò terminate le Olimpiadi, ora non ci penso molto. Non mi dispiacerebbe comunque provare ad aiutare ad allenare”.
La redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’atleta azzurra Roberta Bianconi per la testimonianza sportiva condivisa con i nostri lettori.