Joe Barone, un padre, un nonno, un uomo di Sport che viene presentato, a chi ancora non lo conosceva prima del suo improvviso trapasso, solamente dopo che le sue spoglie sono state messe a dimora, per il suo ultimo saluto, al “Viola Park” di Bagno a Ripoli.
Si, proprio in quel parco tecnologico della Fiorentina , quell’impianto presentato poco più di un anno fa da Rocco Commisso: il patron delle viola che ha effettuato un investimento stratosferico per il calcio, non solamente toscano, ma il fiore all’occhiello, ad oggi, dell’ Italia in quanto di spesa effettiva su di una nuova struttura sportiva.
Uomo di fiducia e braccio destro di Rocco, è stato in dirigenza fin dal primo giorno della nuova proprietà italo-americana, datata 6 giugno 2019. Anzi a dire il vero Joe aveva cominciato a lavorare in città ancor prima, perché il precedente 26 maggio era stato allo stadio Artemio Franchi a vedere il match tra la Viola ed il Genoa, in qualità di uomo di fiducia di Commisso. La sfida terminò a reti inviolate ma la vera notizia del giorno era stato proprio l’avvistamento in tribuna di Barone, chiaro indizio di una trattativa imminente e che stava per concludersi: pochi giorni dopo quando la società passò dalla famiglia Della Valle a Commisso.
Diventato direttore generale del club, lasciando ogni altro ruolo e impegno, Barone iniziò a seguire sempre la prima squadra, il settore giovanile e femminile, nell’ultimo periodo il d.g. era stato molto impegnato nell’opera di costruzione del Viola Park, prima per il cantiere dei lavori e poi per le varie attività che vengono organizzate all’interno del centro sportivo.
Ad ogni gara, sopra tutto al femminile, era sempre presente e mostrava l’opera con grande orgoglio poiché fino dalle fondamenta era stato presente in cantiere: prendendo anche le decisioni più tecniche, a vigilare i lavori e le tempistiche, affinchè il centro terminasse secondo le direttive della famiglia Commisso.
E questa l’eredità che ci lascia questo grande uomo, e credo di non essere presuntuoso nel pensare che di Joe in Italia ce ne vorrebbero tanti. E’ vero, ci vanno anche e sopra tutto i capitali della famiglia Commisso per poi concretizzare tali opere, ma senza l’impegno e la forza di volontà nella realizzazione a nulla servono le idee.
In Italia nel movimento femminile mancano le strutture, e gli investimenti in tale senso, troppo spesso si vedeno impianti fatiscenti dove le ragazze sono veicolate quasi come una seconda scelta rispetto alla compagine al maschile. Li chiamano stadi, ma aimè non si avvicinano neanche lontanamente al minimo garantito per poter giocare a calcio, figuriamoci per attirare il pubblico.
Quel pubblico che farebbe tanto bene all’intero movimento italiano, per la crescita e sviluppo dove anche le bambine di giovane età si possono avvicinare a questo Sport, e troppo spesso viene messo su tribune di fortuna (senza copertura a cielo aperto) e con box al posto degli spogliatoi.
Forse la mia analisi è troppo cruda ma invito ogni addetto ai lavori, al femmnile, di contraddirmi se i nostri impianti possono solo lontanamente essere paragonati a quanto si vede a Firenze.
Chiudo nella speranza che questo mio pensiero di rinascita possa essere solo il primo di una lunga serie, Joe Barone ci ha insegnato la via e ci ha lasciato la prova che ogni sogno è possibile, adesso tocca alla buona volontà di tutte le società italiane prenderlo ad esempio ed investire in questa direzione.