Ebbe si, anche se manca una giornata al termine della prima fase del Campionato di serie A femminile nella zona retrocessione troviamo: Napoli, Pomigliano, Sampdoria, Como e Milan.
Ovviamente nulla è scritto, se non i punteggi con i quali questi club accedono alla “Poule Retrocessione” e con i quali le squadre patiranno per la lotta finale nel rimanere nella massima serie, ma quello che più fà scalpore è trovare il Milan in questo raggruppamento.
Una annata poco fluida, ricca di alti e bassi, un Milan che in 16 gare (valutato ad oggi) ha 15 punti in classifica, una media poco veritiera in funzione al suo potenziale ma che cade nella “trappola” del contorto meccanismo studiato dalla Figc per il Calcio Femminile Italiano.
Un meccanismo, unico in Europa (se valutiamo che tutti i campionati più prestigiosi hanno un calendario a 12 squadre con girone di andata e ritorno), studiato per dare più spettacolo tra le “cosi dette grandi”, ma se a cadere nella trappola della retrocessione è proprio una delle società che doveva fare la differenza sul campo, si è certi che questo studiato meccanismo porti il vero sviluppo del Movimento?
A mio avviso, no! Il limitare a 10 squadre, dopo appena due o tre giornate si rivela lo spaccamento tra le big 5 e le 5 small: già condannate alla corsa dopo appena due mesi dall’inizio. Una formula che andrebbe rivista, e sempre a mio giudizio “cambiata”, se si vuole essere anche più in concorrenza tra le squadre Europee (in Champions League) e portare il nostro Calcio Femminile a questi livelli.
Tornando alla lotta tra le 5 della “Poule retrocessione”, ci sono ancora 8 gare (che dovranno essere sorteggiate, ma con 4 gare di andata ed 4 di ritorno) con 24 punti a disposizione per dei match che poco daranno a livello di visibilità, di entusiasmo se non per il tifoso che spererà fino all’ultimo di non essere tra le 2 a cadere in serie B.
Già lo scorso anno, questa formula definita in prova non aveva entusiasmato il pubblico, ma era una prova (si era detto) ed anche in questa stagione i giochi si sono rilevati poco soddisfacenti.
Magari per le società con più visibilità il restare agli alti vertici, fa piacere (e nulla posso esprimere sull’ottimo campionato della Roma, Juve o Fiorentina- Inter e Sassuolo seguono ma con enormi fatiche) ma a che prezzo? Non è un campionato così limitato che porta il Movimento a dare lustro al nostro stivale.
Sempre un mio personale pensiero vedrebbe bello e ricco un Campionato a 12, come in Inghilterra, Francia e Germania (per citarne alcuni) e coinvolgere di più Club minori che potrebbero dire la loro, anche in forma limitata, e portare le blasonate squadre Top al Sud che ha tanto bisogno di questo Movimento per trovare altri stimoli di pubblico e tesserate.
Magari resterà un mio sogno, un mio pensiero, ma credo che il diffondere la notizia sia il modo migliore di informare e fare cassa di risonanza agli alti vertici della Figc che possano pensare ad una “riforma del Calcio Femminile” in questo verso. Che il Movimento Femminile si possa sviluppare, crescere e diventare un polo di attrazione per tutti e non solo di pochi.
Le opinioni si rispettano tutte, ma si può dissentire: io nella logica in cui non si premia il merito sportivo, ma “il potenziale” di una squadra proprio non mi ci ritrovo. Il Milan ha finora disputato un campionato mediocre e sta dove è giusto che stia in classifica. E se nelle ultime 8 partite con 24 punti a disposizione ne farà una dozzina di meno di Pomigliano e Napoli sarà assolutamente giusto che vada in Serie B. Vedrei molto meno positivo per lo sviluppo di uno sport una formula dove vieni premiato per il “blasone” invece che per i meriti sportivi.
Detto questo, io mi sono avvicinato quest’anno al calcio femminile e sto imparando ad apprezzarlo. Tra i motivi c’è anche la formula originale del campionato che riduce il numero di partite “inutili” nell’arco della stagione. Sassuolo-Milan che ha gettato nello sconforto l’articolista non avrebbe presentato alcun motivo di interesse con una formula tradizionale, per esempio. E, oggi come oggi, c’è una netta differenza di categoria tra le prime 8 squadre e le ultime due. Dal punto di vista dello spettacolo e della competitività averne quattro invece che due di squadre di categoria nettamente inferiore in Serie A non farebbe che abbassare il livello a mio parere. Stesso problema che si vede anche nel campionato maschile dove 16 squadre basterebbero e avanzerebbero a parer mio.
Giusto per dare una testimonianza, dato che ho scoperto dall’articolo che questa formula al pubblico (quindi anche a me!) non piace :-)