Il Como Women ha iniziato la stagione al di sopra le aspettative. Infatti, la squadra di Marco Bruzzano è al quarto posto del massimo campionato, insieme all’Inter. con tredici punti, a sei dalla Roma capolista; un percorso fatto di quattro vittorie, un pareggio e due sconfitte, l’ultima arrivata in casa contro la Juventus nel settimo turno di campionato.
Nella squadra comasca vi è Danielle Cox, difensore inglese nata nel 1992 e che, al suo secondo anno in Italia, ha scelto di vestire per quest’annata la divisa del Como. Secondo i dati Panini Digital, nella partita contro la Juve Danielle ha effettuato 22 passaggi riusciti, 42 palle giocate, di cui 11 perse, e 20 intercettazioni.
La nostra Redazione ha raggiunto Danielle, che in passato ha vestito le maglie del Pomigliano e del Parma, per risponderci ad alcune domande.
Danielle, cos’è per te giocare a pallone?
«Il calcio è il luogo in cui mi sento più a mio agio e ho costruito la mia vita attorno ad esso. Mi sono fatta degli amici per la vita. Mi sono trasferita in un altro Paese per inseguire i miei sogni. Ho sacrificato molto per diventare un giocatore di calcio e non saprei cosa farei nella vita se non giocassi a calcio».
Chi è stato a trasmetterti la passione per il calcio?
«Crescendo siamo sempre stati una famiglia di sportivi. Ho tre fratelli e siamo sempre stati per strada o in giardino a tirare calci a un pallone o a praticare diversi sport. Quando ero più giovane, non avevo le opportunità che hanno le ragazze di oggi. Quindi, giocavo ogni volta che potevo».
Come hai scoperto di essere un difensore?
«Da piccola ero una centrocampista. Uno dei miei allenatori ha capito che mi sentivo a mio agio con la palla e che avevo una buona capacità di passaggio; quindi, ho sfruttato queste abilità partendo dalla difesa piuttosto che da una posizione più alta del campo».
Sei in Italia da due anni. Cosa ti ha colpito di più del nostro calcio?
«Dal punto di vista dei tifosi, la passione. Il calcio è una parte importante della vita della comunità. Dal punto di vista del gioco, penso che il gioco qui in Italia sia più tattico di quello che ho sperimentato in precedenza. Ogni ruolo è più specifico e i giocatori devono pensare in modo più tattico».
Cosa ti ha spinto ad accettare per questa stagione la maglia del Como Women?
«Quando ho giocato contro il Como in passato, la squadra ha sempre avuto un atteggiamento che non si arrende mai. La squadra ha sempre lottato e lotta ancora adesso, e io volevo farne parte. Mi piace che il Como concentri tutte le sue energie su una squadra femminile. Si vede quanto sia importante per le giocatrici, la società, il presidente e i tifosi. Volevo far parte di questa comunità e contribuire a ispirare la prossima generazione di ragazze della zona di Como».
Tu scendi in campo con il 73. Perché hai scelto proprio quel numero?
«Non ha un grande significato. Quando guardavo il calcio italiano e spagnolo, i giocatori non avevano solo i numeri di maglia dall’1 all’11. Erano sempre numeri più alti. Erano sempre numeri più alti, così quando sono arrivata in Italia ho scelto un numero più alto e ora lo mantengo».
Parliamo della stagione attuale col Como, dove è al quarto posto dopo sette giornate. Ti aspettavi così questo inizio?
«Se siamo lì è perché ce lo meritiamo. Abbiamo giocato un ottimo calcio e adattato il nostro gioco per cercare di ridurre al minimo la minaccia dell’avversario. Prendiamo una partita alla volta e continuiamo così. La stagione è lunga e possono succedere ancora molte così».
Purtroppo, il Como domenica ha lasciato i tre punti alla Juventus. Cosa è mancato alla squadra per provare a fermare le vicecampionesse d’Italia in carica?
«Secondo me, non siamo entrate in sintonia, e questo non perché non ci abbiamo provato, ma perché non abbiamo avuto la fluidità che abbiamo avuto nelle partite precedenti. Inoltre, forse abbiamo giocato con più nervosismo e cautela perché la Juve è una squadra forte».
Secondo i dati di Panini Digital, tu sei stata abbastanza presente nella partita contro la Juve: non a caso hai giocato la palla 42 volte, effettuato 22 passaggi e intercettato il pallone 20 volte.
«Per me le statistiche non mostrano sempre il quadro completo di una partita. Tuttavia, queste statistiche mostrano il mio ruolo nella squadra. Un ruolo è quello di costruire il gioco con la mia capacità di passaggio, ma soprattutto di difendere bene. Ma per me le statistiche non sono importanti. È più importante che giochiamo bene come squadra».
Domani il Como ha l’occasione di riscattarsi immediatamente, sebbene davanti vi sia la Fiorentina…
«Ogni squadra ha le sue qualità e noi rispettiamo tutte, ma ci siamo preparati bene questa settimana e sentiamo che è un posto dove possiamo andare a prendere punti. Eravamo deluse dopo l’ultima partita, quindi vogliamo migliorare la nostra prestazione».
Che impressioni hai avuto su questa Serie A dopo quasi un girone di andata andato in archivio?
«Anno dopo anno il campionato sta crescendo. La qualità sta migliorando. Ogni squadra ora ha la capacità di battersi a vicenda e questo crea una buona competizione. Questo primo turno di partite lo ha dimostrato e nel prossimo turno tutto può accadere».
La Serie A ha una Prima Fase, e poi una Seconda in cui ci sono la Poule Scudetto e Salvezza. Come giudichi questo format?
«Prima di tutto, penso che ci dovrebbero essere più squadre nel campionato. Ci sono squadre in Serie B che stanno investendo molto nel calcio femminile, creando ambienti professionali e potrebbero aggiungere più competizione a un campionato già competitivo. Il formato ha i suoi lati positivi e negativi. Le fasi di Poule Scudetto e di salvezza consentono una maggiore competitività tra le squadre fino all’ultima partita della stagione. Tuttavia, un aspetto negativo è che, se la squadra classificata al sesto posto è molto più forte delle altre quattro del gruppo di salvezza, non è chiaro cosa possa vincere o guadagnare finendo in sesta posizione».
Com’è la tua vita al di fuori dal rettangolo di gioco?
«Tranquilla. Mi piace provare nuovi piatti, sia che si tratti di cucinare che di andare al ristorante. Mi piace anche viaggiare e vedere nuovi posti. L’Italia ha tante belle città e aree da esplorare. Mi manca la mia famiglia, ma a loro piace venire a trovarmi ed esplorare l’Italia insieme».
Che sogni vorresti realizzare in futuro?
«Voglio continuare a godermi la vita in Italia e giocare a calcio finché il mio corpo me lo permetterà. Dopo il calcio, chissà. Tuttavia, vorrei continuare a lavorare nel calcio femminile in una società, ma anche una comunità, che dia veramente valore al calcio femminile e alle persone che ci lavorano. Una società come il Como».
Cosa vorresti dire alle tue compagne del Como in vista del match contro la Fiorentina?
«Dobbiamo continuare a lottare insieme, per i tifosi e per la società, continuare a credere in noi stesse e nelle nostre capacità e fidarci l’una dell’altra e continuare a lavorare sodo. We Are Como!».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Como Women e Danielle Cox per la disponibilità.
ENGLISH VERSION
Como Women started the season above expectations. In fact, Marco Bruzzano’s team is in fourth place in the top league, together with Inter. with thirteen points, six behind Roma in the lead; a path made of four wins, one draw and two defeats, the last one coming at home against Juventus in the seventh round of the championship.
In the Como team there is Danielle Cox, an English defender born in 1992 and who, in her second year in Italy, has chosen to wear the Como uniform for this year. According to Panini Digital data, in the match against Juve Danielle made 22 successful passes, 42 balls played, of which 11 were lost, and 20 interceptions.
Our Editors caught up with Danielle, who previously wore the jerseys of Pomigliano and Parma, to answer some questions.
Danielle, what is playing football for you?
«Football is where I feel most comfortable, and I have built my life around it. I have made friends for life. I have moved to a different country to pursue my dreams. I have sacrificed a lot to become a football player, and I wouldn’t know what I would do in life if I wasn’t playing football».
Who was it that passed the passion for football on to you?
«Growing up we were always a sporty family. I have three brothers and we were always on the streets or in the garden kicking a ball or playing different sports. When I was younger, I didn’t have the opportunities that girls have today. So, I played whenever I could».
How did you find out you were a defender?
«I was a midfielder growing up. One of my coaches recognised that I was comfortable having the ball and had a good range of passing, so why not use those abilities starting from the defence rather than higher up the pitch».
You have been in Italy for two years. What has impressed you most about our football?
«From a fans perspective, the passion. Football is big part of life in the community. From a playing perspectiv, i think the game here in Italia is more tactical than what I have experienced before. Each role is more specific and players have to think more tactically».
What made you accept the Como Women jersey for this season?
«When I have played against Como in the past, the squad has always had a never give up attitude. The team has always fought and still fights now, and I wanted to be a part of that. I like that Como Women focuses all their energy on a women’s team. You can see how much it means to the players, society, president and fans. I wanted to be part of this community and want to help inspire the next generation of girls around the area of Como».
You take the field with the number 73. Why did you choose that number?
«It has no great significance. When I watched Italian and Spanish football growing up, players didn’t just have shirt numbers 1 to 11. They were always higher numbers so when I arrived in Italia, I choose a higher number and now I stick with it».
Let’s talk about the current season with Como, where it is in fourth place after seven matches. Did you expect this start like this?
«I don’t think anyone did but we’re here because we deserve to be. We have played some very good football and adapted our play to try and minimise the threat of the opposition. We take one game at a time and keep going like this. It’s a long season and still a lot can happen».
Unfortunately, Como on Sunday gave up the three points to Juventus. What did the team lack to try to stop the reigning Italian vice-champions?
«In my opinion we didn’t click as a team and that’s not because we didn’t try but we didn’t have the fluidity like we have had in previous games. Also, maybe we played more nervously and with caution because Juve are a strong team».
According to Panini Digital data, you were quite present in the match against Juve: not surprisingly, you played the ball 42 times, made 22 passes and intercepted the ball 20 times.
«For me statistics don’t always show the full picture of a game. However, these statistics show my role in the team. One role is to build play with my passing ability but more importantly to defend strong. But for me, my statistics aren’t important. It is more important that we play well as a team».
Tomorrow Como has a chance to redeem itself immediately, although Fiorentina is in front…
«Of course every team has their qualities, and we respect everyone, but we have prepared well this week and we feel that it is a place we can go and take points. We were frustrated after the last game, so we want to improve on that performance».
What impressions have you had of this Serie A after almost one round of the season gone by?
«Year after year the league is strengthening. The quality is improving. Every team now has the ability to beat each other and that makes a good competition. These first round of games have proven this and going into the next round anything can happen».
Serie A has a First Phase, and then a Second Phase in which there are the Poule Scudetto and Salvezza. How do you rate this format?
«Firstly, I think that there should be more teams in the league. There are teams in Serie B that are investing a lot in women’s football, creating professional environments and could add more competition to an already competitive league. The format has its positives and negatives. The pole and salvation phases allow more competitiveness between teams right up until the last game of the season. However, a negative is that, if the sixth place team is a lot stronger than the other four in the salvation group, it is unclear what they can win or gain from finishing in sixth position».
What is your life like outside the playing rectangle?
«Relaxed. I like to try new foods, whether that is cooking or going out to a restaurant. I also like to travel and see new places. Italia has so many beautiful cities and areas to explore. I miss my family, but they like to visit, and we explore Italia together».
What dreams would you like to achieve in the future?
«I want to continue enjoying life in Italia and play football for as long as my body allows me to. After football, who knows. However, I would like to continue working in women’s football in a club, but also in a community, that really values women’s football and the people that work within it. A society like Como».
What would you like to say to your Como teammates ahead of the match against Fiorentina?
«We must continue to fight for each other, the fans, and the society, continue to believe in ourselves and our abilities, and trust each other and continue working hard. We Are Como!».
The editors of Calcio Femminile Italiano would like to thank Como Women and Danielle Cox for their availability.