Dunque, dove eravamo rimasti? Abbiamo avuto un periodo di vacanza, ma la Rubrica “Focus Sul Territorio” riparte.
Ricomincia il nostro viaggio sul mondo dilettantistico del calcio femminile, un universo poco esplorato, dove ci sono tante zone d’Italia che cercano di portare in alto il movimento in rosa anche a livello regionale. E lo faremo non solo parlando con i Responsabili dei Settori Femminili dei Comitati Regionali della Lega Nazionale Dilettanti, ma anche con quelle persone che conoscono, molto bene, il loro territorio.
Quindi si riparte da una delle regioni che hanno dato tanto al nostro movimento: parliamo del Veneto che, tra le numerose difficoltà, ha nel suo interno un campionato regionale di Eccellenza, con il Girone A da nove squadre, mentre quello B ne ha dieci. A spiegarci i progetti del calcio femminile veneto è il Responsabile Settore in rosa della LND veneta Paolo Tosetto.
Paolo, cosa vuol dire per te essere Responsabile Settore Femminile della LND Veneto?
«Sono una vita nel calcio femminile. Prima ho iniziato come dirigente di società, poi sono stato per anni nel consiglio della Divisione Calcio Femminile e dal 2012 esercito il ruolo di Responsabile Settore Femminile della LND Veneto: per me è un orgoglio ricoprire questa posizione, perché per me vuol dire far parte di una passione, di contenuti legati ai valori del gruppo, dell’agonismo sano e della lealtà».
Quanto è importante una regione come il Veneto avere il calcio femminile?
«Il Veneto ha sempre avuto squadre femminili di vertice in Serie A, un esempio è il Verona che ha vinto numerosi scudetti e ha avuto anche la possibilità di accedere alle semifinali di Champions. La nostra regione ha una certa diffusione del movimento, seconda solo alla Lombardia».
Il campionato di Eccellenza inizierà il 1° ottobre, e ci saranno al via diciannove squadre. Soddisfatto delle iscrizioni di quest’anno?
«Diciannove squadre è un numero importante, ma mi aspettavo un aumento che, invece, ci sono nelle giovanili: ci vorrà un paio di anni per avere alcune formazioni in più. Poi, come se non bastasse, abbiamo avuto un paio di società che si sono fermate per problemi economici».
Come si sta attrezzando la LND Veneto per rendere di livello il torneo di Eccellenza?
«Noi cerchiamo di rendere il campionato interessante suddividendo i gironi in base al criterio di vicinanza, anche perché abbiamo anche formazioni provenienti dal Friuli-Venezia Giulia. Abbiamo cominciato le attività a settembre con la Coppa regionale e che termineranno il giorno 19 maggio con la finale play-off che determinerà la squadra vincitrice del torneo».
Invece a livello giovanile come si sta agendo?
«Noi agiamo in sinergia con il Settore Giovanile Scolastico della FIGC, che detiene l’organizzazione dei campionati giovanili femminile fino alle Allieve. I risultati sono apprezzabili, come le trenta iscrizioni nelle Giovanissime Under 15».
Ovviamente, è fondamentale avere le strutture e staff tecnici di qualità. Su questo a che punto siamo?
«Tutto sommato bene. L’obiettivo è quello di migliorare la situazione, tipo avere impianti migliori per le Prime Squadre Femminili. Sulla parte degli staff posso ritenermi soddisfatto, perché vedo che ci sono gruppi tecnici affidabili anche nelle nostre squadre di Eccellenza».
La scuola può aiutare nello sviluppo del calcio femminile?
«La scuola, in particolar modo quella primaria, dovrebbe aiutare, perché deve essere il principale veicolo di diffusione verso una bambina che vorrebbe avvicinare a questo sport. Purtroppo, fare calcio non è facile nei plessi scolastici».
Secondo te, il calcio femminile italiano cosa deve fare per rialzarsi?
«Il Presidente della FIGC Gabriele Gravina ha posto una serie di iniziative mirate a reindirizzare lo sviluppo del calcio femminile in Italia, progetti che non sono riusciti a rendere importante il movimento. Un po’ come sta accadendo in Spagna che, nonostante le problematiche culturali, sta ottenendo buoni risultati. Bisogna rimodulare gli investimenti, puntando a mio avviso sulle attività di base, la struttura delle categorie principali, e bisogna andare avanti sul professionismo, ma che sia sostenibile, e la situazione Sampdoria deve far riflettere. Il movimento deve essere migliorato anche dal punto di vista della visibilità, e noi della Federazione dobbiamo fare qualcosa di importante, valorizzando il prodotto. Faccio, inoltre, i miei auguri ad Andrea Soncin, una persona che ha lavorato moltissimo in Veneto».
Che sogni vuole realizzare Paolo Tosetto per il calcio femminile italiano?
«Avere la possibilità che vengano cambiate determinate regole, come il sistema licenze verso le società professionistiche e inglobare le squadre femminili, in modo che ogni comune possa avere una squadra femminile, permettendo a ciascuna ragazza di fare il suo percorso, senza fare tanti chilometri di strada e senza fare tanti sacrifici».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la LND Veneto e Paolo Tosetto per la disponibilità.